Pena e speranza in Via Speziale

di Francesca Razzato

Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da essi che si misura il grado di civiltà di una nazione.” ( Voltaire )

Come osserva Michel Foucault “la strana pratica, e la singolare pretesa di rinchiudere per correggere” derivano da una nuova tecnologia sviluppatasi tra il XVI e il XIX secolo, caratterizzata da una serie di procedure dedite a controllare, incasellare, addestrare gli individui, per renderli docili e utili.
Se il XVIII secolo ha inventato la libertà, bene che appartiene a tutti nello stesso modo, la prigione che si fonda sul principio della “privazione della libertà” non poteva non essere la pena per eccellenza, e la più “egalitaria” possibile.
Sempre Foucault descrive la prigione come un apparato disciplinare esaustivo, che deve prendere in carico tutti gli aspetti dell’individuo. La sua azione deve essere ininterrotta, e il suo metodo di azione è la costrizione di una educazione totale, spesso attraverso i meccanismi della repressione e del castigo. (altro…)

Senza politica De Cataldo non basta

di Salvatore Romeo (’84)

“Tanto tuonò… che piovve.” Finalmente, a distanza di cinque mesi da quando se ne diede l’annuncio, le proposte di Giancarlo De Cataldo vedono la luce. Come lo scrittore aveva precisato nell’intervista pubblicata da Siderlandia due settimane fa, si tratta di tre progetti specifici: un input per il contesto culturale locale.
La prima proposta è un’iniziativa circoscritta all’ambito musicale, rivolta specificamente alle aree marginali, che non si esaurisca però nel solo insegnamento della musica, ma preveda laboratori per la fabbricazione degli stessi strumenti. Il tutto concretamente realizzato da personale qualificato, adeguatamente retribuito. (altro…)

Caparezza fra Savonarola ed Ecce Bombo

di Salvatore Romeo (’85)

Quando, dopo una giornata intensa, ti siedi sulla tua poltrona preferita, forse l’unica che hai in casa, ciò che desideri è che il cd che stai per ascoltare ti piaccia. Che sia il migliore cd che tu abbia mai ascoltato.
E così, luci soffuse e volume alto, ho ascoltato “Il sogno eretico” l’ultima fatica di Michele Salvemini, in arte Caparezza.
Le aspettative erano molto alte: con il precedente lavoro, il rapper molfettese ha portato alla ribalta temi politico\sociali che molti “intellettualoidi” hanno snobbato. L’ ILVA di Taranto ed il relativo caso diossina, le morti sul lavoro, il nuovo caporalato nelle campagne del foggiano, la condizione degli operai nelle fabbriche sono stati le colonne portanti del precedente album. (altro…)

Università bene comune. Nasce UniCommon

di Gaetano De Monte

L’università La Sapienza questa settimana si è resa protagonista di un dibattito politico che ha abbracciato varie tematiche, dall’acqua bene comune alle mobilitazioni pacifiste. Numerose sono state le assemblee, gli incontri e le discussioni, con la partecipazione anche di ospiti di eccezione, tra i quali Gino Strada. Ma questa settimana le aule della più grande università europea sono anche state protagoniste della nascita di UniCommon, un network di comunicazione multimediale e di organizzazione politica, un nuovo percorso che metta insieme differenti esperienze e rivendichi saperi critici e di qualità, oltre che un nuovo welfare per la vita e i suoi bisogni. (altro…)

Oltre l’accanimento diagnostico

di Roberto Polidori

Non sono un giornalista stipendiato da una testata. Non ho voce in capitolo nel determinare i delicati equilibri politici della mia particolare servile bella città, studio l’economia e sono convinto che una parte delle sciagure umane siano strettamente connesse ai conflitti d’interesse economico generati dall’esercizio delle attività che l’uomo stesso sviluppa sulla terra. Rivendico il diritto di formarmi un’opinione – la MIA opinione – su problematiche vitali afferenti la quotidianità del mio nucleo familiare. Ma non vivo su un’isola, perciò ritengo essenziale un seria e matura presa di coscienza collettiva di tali problematiche con chi lo voglia fare, una socializzazione delle esigenze, indipendentemente dalla condivisione di vedute: la moltitudine informata è una forza politica.
Mi sono sempre chiesto se il degrado ambientale a Taranto – che considero una problematica vitale per la mia famiglia e per la collettività – possa essere affrontato cercando di non strumentalizzare gli scudi umani che lavorano all’interno delle industrie inquinanti o presunte tali: la moltitudine strumentalizzata è una leva politica azionata da poche persone (spesso per interessi non collettivi).
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di Gaetano De Monte e Francesco Ferri

Poco attenti ai divieti intimati, ben nascosti tra gli alberi d’ulivo e i numerosi camion dei vigili del fuoco, tra le pieghe di un tramonto che da queste parti si tinge dei colori della vigna, abbiamo voluto renderci conto della portata reale della partita che si sta giocando in contrada Paione, tra Manduria ed Oria, al confine tra le province di Taranto e Brindisi, nella zona di un ex aeroporto, dismesso ormai da decenni. Quest’area, immersa nella campagna e distante pochi chilometri dalla cittadina brindisina (ma situata sul territorio del comune di Manduria) è stata individuata dal ministero degli Interni come zona idonea per ospitare la prima tendopoli italiana, nella quale confluiranno una parte dei profughi provenienti dal Maghreb.

Le gru scaricano freneticamente container dai camion, le pale meccaniche spianano l’area su cui vengono, a ritmo serrato, allestite le tende. I vigili del fuoco giunti da mezza Italia si prestano, un po’ imbarazzati, a qualche battuta. Anche nei loro sguardi dubbiosi, nelle loro titubanti parole, si coglie la percezione della solennità del meccanismo messo in atto al confine orientale della provincia Ionica.

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di Annarita Digiorgio

Nichi Vendola nei suoi ultimi interventi nei talk nazionali, Ballarò e Annozero, a una domanda sulla riforma della Giustizia ha risposto che il vero problema della Giustizia italiana sono i settantamila detenuti. Vero. L’Italia è il paese europeo che ha avuto l’aumento più consistente di popolazione carceraria dal 2007 a oggi. Secondo i dati del ministero della Giustizia a fine 2010 erano ristretti nelle patrie galere 67.961 persone, a fronte di una capienza regolamentare di 45.022 posti. In pratica, circa 150 persone devono dividersi lo spazio previsto per 100. L’ultimo aggiornamento fornito dal Ministero, datato 28 febbraio, porta la cifra a 67.615.

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