di Salvatore Romeo (’84)

Vladimiro Giacchè, economista e vice-presidente dell’associazione “MarxXXI”, è autore di numerosi saggi di carattere economico e filosofico e recentemente ha curato l’edizione italiana di una raccolta di scritti di Karl Marx sulla crisi (K. Marx, Il capitalismo e la crisi, DeriveApprodi, 2009). All’inizio del prossimo anno pubblicherà un volume proprio sul particolare momento economico che stiamo attraversando. Ed è appunto di questo che abbiamo parlato, con uno sguardo particolare rivolto all’attualità politica.

Dottor Giacchè, ci aiuti a capire quello che è successo in questi giorni sui mercati finanziari. Perché i titoli di Stato italiani sono soggetti ad attacchi speculativi?

E’ una cosa abbastanza logica. Io non lo intenderei come un attacco dotato di una regia. In realtà la cosa è più semplice e peggiore di questa. A un certo punto, per una serie di motivi, chi opera sui mercati si è convinto che il debito pubblico italiano non sia più “sostenibile”. I motivi sono diversi: essenzialmente la bassa crescita del nostro paese, che fa sì che il rapporto debito/PIL vada aumentando per effetto dell’andamento del denominatore; l’altro punto è l’assoluta insipienza del governo Berlusconi, che ha fatto più o meno il contrario di quello che doveva fare. Non soltanto perché le manovre hanno colpito gli interessi della parte più povera della popolazione – il che comporterà un calo della domanda e quindi effetti recessivi –, ma ha anche dato all’Europa l’impressione di voler fare il furbo – cioè di voler continuare a tirare a campare, che è una cosa che oggi assolutamente nessuno si può permettere. (altro…)

Monti Caronte e Casini Noè: navigare informati

di Andrea Cazzato

Demos o democristos? Questa è la prima domanda che mi è sorta, dopo aver letto questo spostamento massiccio di deputati Pdl verso i lidi dell’Unione Democratica di Centro. In effetti è una domanda lecita. Quanto l’influenza del Terzo Polo, dei democristiani in particolare, peserà sulla nuova coalizione di governo? Che sia un nuovo esecutivo targato Berlusconi o meno, il passaggio della Carlucci e di altri deputati in seno al novello Noè Casini (che accoglie davvero degli animali sulla sua arca), ci fa capire come sia violenta la riproposizione dei buoni vecchi democristiani all’interno delle politiche governative nostrane. Con questo non intendo dire che dall’inizio della Seconda Repubblica ad oggi il peso dei centristi (così vengono chiamati adesso) non abbia influito pesantemente sulle scelte politiche dei due schieramenti. In questi 20 anni, o quasi, si è sempre, e troppo, sentito parlare della “caccia ai moderati”. Si sono fondati partiti per far entrare i moderati (vedi il Pd) e si sono abbandonate quelle politiche sociali ed economiche che tanto avevano portato al Paese, in tema di benessere lavorativo. Il tarlo del moderatismo, malattia ischemica della politica italiana e della sinistra in particolare, ha bloccato la circolazione di nuovi flussi di idee e di un nuovo ordine sociale perchè, sai, “i nostri elettori potrebbero non capire!”. (altro…)

Storia di un respingimento nell’Adriatico. “Il naufragio”, il nuovo libro di A. Leogrande

di Gaetano De Monte

E’ il racconto di una tragedia del mare, è la cronaca di una strage rimossa, ma in fondo mai raccontata, “Il naufragio”, l’ultimo libro di Alessandro Leogrande, giornalista, scrittore, da pochi giorni in libreria, edito da Feltrinelli.

Era il 28 marzo 1997. Al governo c’era il centrosinistra guidato da Romano Prodi. Ministro degli Esteri era Lamberto Dini. Alla Difesa lo scomparso Beniamino Andreatta. Quel giorno, quel maledetto Venerdì Santo di oramai quattordici anni fa, la piccola motovedetta albanese «Kater I Rades», con un ponte lungo appena venti metri e con tre piccole cabine ricavate sottocoperta, un imbarcazione che non avrebbe potuto contenere più di dieci unità, ma che era partita alle 15.00 dallo “sgarrupato” porto di Valona, carica invece di circa centoventi, tra uomini, donne ed anche molti bambini, affondava nel Canale d’Otranto. Nello specchio di acque antistanti il porto di Brindisi. Al largo del Mar Adriatico. Di questi, alla fine saranno 81 le persone a mancare all’appello. Solo trentadue sopravvissuti. (altro…)

Cambiare il mondo con un caffè

di Francesca Razzato

Il 31 ottobre 2011, la Cooperativa sociale “Equociqui!” inaugura a Taranto, in via Romagna 13, una bottega del mondo, luogo di distribuzione al dettaglio dei prodotti del commercio equo e solidale.
Il luogo di un commercio alternativo, che promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile e rispetto per le persone e per l’ambiente, approda così anche a Taranto.
Luca Contrario, amministratore unico della cooperativa sociale, ci racconta come nasce l’idea di voler intraprendere questa straordinaria esperienza, a ridosso della più grande fabbrica siderurgica d’ Europa, nella città più inquinata d’Italia. (altro…)

Sono le 20. L’orrore è servito

di Salvatore Romeo (’85)

Quando finalmente siete a casa, di ritorno dal lavoro o da un intensa giornata di studio od altre frustrazioni , non importa che tempo faccia al di là della vostra finestra: l’unico desiderio è di abbandonare il vostro corpo al caldo giaciglio del divano. Le vostra ossa scricchiolano felici ed i vostri stanchi piedi, appoggiati al tavolino di legno (finto!) dell’IKEA (vera!), vi sorridono accondiscendenti. No non togliete le scarpe. Loro sotto una coltre di plastica e caucciù vi stanno sicuramente ringraziando. (altro…)

Gli ultimi giorni della sinistra

“Compagni, ci abbiamo provato”. Probabilmente sarà questa l’epigrafe che presto campeggerà sulla lapide della sinistra italiana (o, quanto meno, della sua parte “maggioritaria”). Il decorso del male, d’altra parte, in questi ultimi giorni ha avuto una rapidissima precipitazione e il paziente è ormai in condizioni disperate. Mossa forse da un impeto di compassione nei confronti dei Btp anche la sinistra ha voluto giocarsi in pochissimo tempo quasi tutto quello (a dire il vero poco) che le restava. E si è trovata ad auspicare i “sacrifici”. (altro…)

La svolta comunicativa di ILVA Taranto

di Vincenzo Vestita

Nell’arco dei tre lustri di gestione Riva, la crisi e il ricorso alla cassa integrazione non sono stati gli unici elementi di novità dell’industria dell’acciaio tarantino degli ultimi due anni. I più attenti sicuramente avranno notato un radicale cambiamento di approccio dell’Ilva ad un particolare leva di sviluppo in precedenza scarsamente tenuta nella debita considerazione, ossia la comunicazione aziendale. (altro…)

A volte ritornano. Stefàno e la strana alleanza coi “dissestati”

di Domenico Cinquegrana

R.: Uè, torna Siderlandia lunedì. Mi devi scrivere un pezzo!

Io: Ah bene! E di che devo parlà?

R.: Fai tu…mi fido!

Io : E fai male…

Chiusa la chattata con Romeo, si è aperto il foglio bianco di word. E mò? Che scrivo?

Sono stato una settimana a rodermi il cervello… parlare della crisi? I giornali non fanno altro…della situazione politica amministrativa a Taranto? Poco originale…

E così ho vissuto giorni nei quali un tarlo si era inserito nella testa, non fare il pacco a Romeo. Non se lo merita. Una sera però, tra una porzione di patatine e un panzerotto al forno, mi si è accesa la lampadina. (altro…)

E’ tempo di sparare il proiettile d’argento, Mr. Draghi*

di Alexander Friedman

Il “proeittile d’argento” è, nella vulgata comune, il mezzo definitivo per abbattere il mostro. Nel mondo reale siamo abituati a sentirci dire dalle personalità a capo delle istituzioni che non ci sono proiettili d’argento per risolvere i nostri complessi problemi. Oggi è finalmente chiaro di cosa i leaders dell’Eurozona abbiano bisogno per limitare i danni dell’implosione della Grecia, ricapitalizzare le banche di sistema e controllare i problemi di debito sovrano della Spagna e dell’Italia. Hanno bisogno di più tempo: il tempo è il proiettile d’argento e solo un’istituzione può fornirlo. (altro…)