Gli affari di Fintecna tra grand commis di Stato, mattone ed ombre di speculazione

di Gaetano De Monte

E’ ormai notizia di qualche settimana fa: la Regione Puglia ha sospeso il bando di gara per la realizzazione dell’ospedale San Raffaele del Mediterraneo. In un numero precedente del nostro web-magazine avevamo ampiamente documentato l’affaire della costruzione del nuovo nosocomio a gestione privatistica, che sarebbe costato alla città di Taranto la chiusura dei due ospedali pubblici, il Santissima Annunziata ed il Moscati e la contestuale riduzione dei posti letto di ottanta unità. La sospensione del bando si deve all’inutilizzabilità dei suoli sui quali si sarebbe dovuta costruire la megastruttura, finanziata complessivamente con 214 milioni di euro, di cui la metà provenienti dalla nostra Regione.
Uno stop causato dai dieci divieti a costruire che pendono sulle aree interessate, in passato pervase da incendi e pertanto a rischio idrogeologico, quindi non utilizzabili per edificazioni di alcun genere. E’ saltata così, insieme alla costruzione dell’ospedale di Don Verzè, anche la più grande operazione di speculazione immobiliare che la Taranto del dopoguerra ricordi. (altro…)

La religione dei sacrifici e i suoi sacerdoti

di Salvatore Romeo (’84)

E’ molto difficile per uno spirito profondamente laico resistere ai tempi che corrono. E’ in corso, infatti, un revival di senso religioso che tende ad impregnare l’intero discorso pubblico. Non ci si riferisce alle puntuali dichiarazioni di questo o quel prelato – sebbene alcune, come quelle del cardinal Bertone sui “sacrifici parte della vita”, siano altamente significative. La vera prorompente invasione di religiosità oggi la si ritrova laddove ce la si sarebbe meno aspettata: nei discorsi sulla crisi economica.

Partiamo da una breve analisi del lessico. Termini come “sacrifici”, “austerità”, “rigore”, “disciplina (di bilancio)” non significano niente dal punto di vista economico: si tratta di metafore; il linguaggio tecnico parlerebbe piuttosto, nei primi due casi, di “diminuzione del potere d’acquisto” e, negli ultimi, di “conseguimento del pareggio (o dell’avanzo) di bilancio”. (altro…)

di Andrea Cazzato

Più di un mese fa, il nostro Paese era una terra di rivoluzionari, di ragionanti e di “compagni”. Tutti si interessavano alle vicende governative ed ognuno di noi inveiva contro l’allora premier, trovando in lui la causa dei mali italiani. Una truppa di neo-rivoluzionari si affacciava nella schiera dei già tanti incazzati che il governo Silvio 3 aveva creato. La rinascita di un pensiero critico nel nostro Stato aveva fatto pensare alla fine dei mali, all’inizio di una nuova era “illuminata”. Quanti facevano fuoco e fiamme contro l’uomo di Arcore, quanti si andavano a piazzare davanti alle sedi parlamentari e a Palazzo Grazioli, quanti abbiamo visto attendere, cartelli alla mano da veri rivoltosi, la fine dell’ennesimo esecutivo Berlusconi, quanti intonavano cori carichi di storia politica come “Chi non salta, Berlusconi è!”? (altro…)

Sei mesi dopo che ne è del Referendum?

di Francesca Razzato

Il 12 e 13 Giugno 2011 ventisette milioni di donne e uomini, per la prima volta dopo decenni, riprendono fiducia nella partecipazione attiva alla vita politica del nostro paese e sanciscono attraverso il voto, che l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale.
A diversi mesi da quella straordinaria vittoria, Giovanni Vianello del Comitato Pugliese “Acqua bene comune “ – Forum Italiano di Movimenti per l’Acqua, ci racconta cosa è avvenuto in Italia e nella nostra regione in seguito all’approvazione dei quesiti referendari.
Chi credeva che la vittoria referendaria fosse sufficiente per far valere le scelte della maggioranza del popolo italiano, forse rimarrà sorpreso.
I meccanismi di aggiramento della democrazia sono subdoli e sempre in agguato, e spesso si manifestano in luoghi inaspettati, come la nostra Puglia “migliore”.
Ma il popolo dell’acqua non si arrende. (altro…)

di Salvatore Romeo (’85)

Le persone, oggigiorno, si discriminano in due semplici categorie: chi crede nelle favole e chi no. Alla seconda categoria appartengono i cosiddetti “pessimisti”: gente brutta, avvolta, nella maggior parte dei casi, in abiti vecchi e fuori moda (di cui modestamente faccio fiero sfoggio), cui unico ornamento è la barba, lasciata incolta come protesta alla bellezza di una vita che non sentono propria. Non temete, non sarete costretti ad leggere (per chi lo sta facendo) un pezzo di “Noir” all’italiana: non ci saranno personaggi negativi, ne trasandati e sgradevoli. Tutt’altro. Ciò che vado a raccontarvi è una favola. Il titolo è presto detto: “L’auto che non inquinava mai”: una storia talmente fantasiosa ed irreale, da rendere invidiosi i fratelli Grimm! Già perché di auto “ad impatto zero” attualmente non ne vengono prodotte. “Ma come?”, sentenziereste voi, “esistono SUV che non inquinano!”. Ciò è vero solo in parte. (altro…)

Ma sull’acciaio crescono i fiori?

di Vincenzo Vestita

Ritengo questo periodo dell’anno il più “triste” in cui lavorare in un posto come l’ILVA. In questa valutazione rientrano tutte quelle sfumature, sensazioni e stati d’animo che, sommate tra loro, ti fanno amare o odiare qualcosa. Sarà per il fatto che la sveglia suona così presto la mattina che il sole ci mette ancora un’ora per venir fuori ed il pomeriggio alle 16, quando prendi il pullman per andare dal reparto allo spogliatoio, lo vedi già andare via; sarà per l’autunno inoltrato che ammanta di tinte spente uno scenario cromaticamente composto di tinte spente già di suo; sarà perché in tanti altri lavori riesci a sentire il “profumo” delle festività ma in questo no. (altro…)

Diventare poveri inutilmente

Vorrei che fosse chiara una cosa: uscire dall’Euro comporterebbe per salari e pensioni italiane una riduzione in valore reale dal 30 al 60% rispetto al valore attuale[1]. Una catastrofe. Detto questo, c’è da domandarsi se la manovra finanziaria che inciderà sulla carne viva degli italiani abbia un senso oppure no. Almeno 500 parlamentari, oltre naturalmente al Governo e a gran parte dell’opinione pubblica – aiutata in questo dalla stampa – ritengono di sì. Molti altri, opportunamente  “silenziati” dalle colonne dei giornali ma molto condivisi in rete, ritengono di no. (altro…)

La verità sul debito pubblico italiano*

di Mattew Dalton

Le autorità europee stanno trattando i problemi di debito dell’Italia come il prodotto di una cultura politica malata. La vulgata popolare, che arriva da Bruxelles e Francoforte, pretende che asettici tecnocrati, con aiuti e consulenze provenienti dall’eurozona, introducano riforme necessarie in un sistema economico eccessivamente conformista. (altro…)

Licenziati dalla crisi. Ovvero la scomparsa delle responsabilità

di Massimiliano Martucci

La crisi ci obbliga ad assumerci delle responsabilità. Rimbocchiamoci le maniche, stringiamo la cinghia, asciughiamoci il sudore e siamo pronti a subire aumenti e tagli, attacchi al sistema di diritto e riforme antidemocratiche. La crisi chiama e ogni cittadino è tenuto a rispondere, per il bene dell’Italia, dell’Europa, dell’Euro.
Sembra questo il messaggio che da qualche settimana viene lanciato ripetutamente dai media mainstream, attraverso articoli, interviste, grafici, sondaggi. La crisi chiama e tocca a tutti difendere le postazioni dai non ben definiti nemici. Siamo in guerra, sembra, e dei nemici da cui dobbiamo difenderci non sappiamo che i loro nomi: Spread, Bund, Btp, Mercati. Chi sono, come sono fatti, per conto di chi attaccano, solo in pochi fortunati lo sanno. (altro…)