Canzone per un amico: un ricordo di Claudio Morabito, Ragazzo.

di Gaetano De Monte

Vorrei sapere a che cosa è servito, vivere, amare, soffrire, spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire, se presto hai dovuto partire… Voglio però ricordarti come eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti, che come allora sorridi… e che come allora sorridi.“(Francesco Guccini)

Capita che una mattina ti svegli con la più terribile delle notizie: stenti a credere a quello che ti è stato appena detto al telefono, ti sembra il più tragico degli incubi, dici a te stesso “non può essere”. Invece è proprio cosi: Claudio, tra i fondatori di Ammazza che Piazza (un gruppo di giovani della Città, che stanchi di vederla sporca ed inquinata, si armano di mazze e palette ed in pochi mesi organizzano una vasta opera di pulizia e ripristino delle zone verdi quali parchi,villette, piazze etc…), Claudio attivista del Cloro Rosso, Claudio ultras della Curva Nord, Claudio, un tempo Giovane Comunista e, in un passato ancor più lontano, leader e portavoce del movimento studentesco, vicino al Comitato di Quartiere Città Vekkia e a tutte le esperienze politiche, sociali e giovanili più interessanti che la città di Taranto abbia partorito negli ultimi quindici anni… Claudio Morabito ha perso la vita venerdì notte in un incidente stradale. (altro…)

di Salvatore Romeo (’85)

Questi sono giorni in cui si decide il futuro di milioni di lavoratori in Italia. Da poche ore infatti, il governo Monti ha reso pubbliche le bozze dei decreti-legge della “fase due” del decreto cosiddetto “salva Italia”. In questi documenti si esprime con forza la necessità di riformare il mercato del lavoro: uno dei passaggi che il governo ritiene necessario per imprimere una spinta propulsiva all’economia italiana. Punti cardine dei documenti presentati sono:

  • sostituzione con un unico contratto degli attuali 48 censiti dall’Istat; nascerà il contratto “unico d’ingresso” (CUI), che suddivide la carriera del lavoratore in due fasi: una di ingresso, che potrà durare, a seconda dei tipi di lavoro, fino a tre anni. E una seconda fase di stabilità, in cui il lavoratore godrà di tutte le tutele che oggi sono riservate ai contratti a tempo indeterminato. Durante la fase d’ingresso, il datore di lavoro potrà deliberatamente licenziare (a fronte di una minima indennità economica) per ragioni di carattere economico.
  • L’introduzione del reddito minimo di disoccupazione. Una misura che esiste in molti Paesi occidentali ma che è costosa, soprattutto considerando l’attuale congiuntura economica Italia. Sarà difficile trovare i finanziamenti per garantire il salario minimo al copioso numeri di disoccupati italiani, specie nel meridione. (altro…)

Sicilia, anteprima dell’Italia?

di Salvatore Romeo (’84)

Cosa sta succedendo in Sicilia? Da giorni si rincorrono notizie confuse e contraddittorie. C’è chi, sull’onda dell’entusiasmo per una protesta che per quasi una settimana ha bloccato l’isola, si lascia andare definendola “rivoluzione” e chi, invece, vi scorge pericolose infiltrazioni di matrice mafiosa e persino fascista. Il web amplifica il dibattito, consentendo anche a chi vive lontanissimo dal teatro degli avvenimenti di intervenire come il più informato dei testimoni. (altro…)

di Serena Miccoli

Venerdì pomeriggio. Bari. L’aula Aldo Moro della facoltà di Giurisprudenza è piena e trovare un posto a sedere è un’impresa più che mai ardua. A sette mesi dal referendum, i comitati, i cittadini assieme ai massimi esperti del settore, si ritrovano per fare un punto della situazione sulle politiche che riguardano il più prezioso e innegabile dei beni, “la Madre” – citando le parole di Padre Zanotelli -: l’acqua.
La volontà popolare, il 12 e 13 giugno 2011 si è espressa contro la liberalizzazione dei servizi pubblici e di quel 7%circa della bolletta dell’acqua che costituisce il profitto del gestore (remunerazione del capitale investito). E’ Rosario Lembo, presidente del Contratto Mondiale sull’Acqua, a ripercorrere nel suo intervento la storia di questi 7 mesi, storia fatta di “schiaffi” al risultato storico del referendum e delusioni, a livello nazionale quanto a livello locale: dall’articolo 4 della finanziaria del Governo Berlusconi, al decreto Monti, che nell’art.20 minava l’espressa volontà popolare; la notizia della sua eliminazione dal decreto giunge durante il convegno ed è accolta dalla platea con scroscianti, meritati, applausi. (altro…)

Chiesa e Marina: affinità elettive?

di Salvatore Romeo(’84)

Nel precedente numero di Siderlandia Pinuccio Stea – storico, per lungo tempo esponente di primo piano della sinistra jonica – ha posto l’attenzione sulle differenze che hanno caratterizzato il rito di insediamento di Monsignor Santoro rispetto alle cerimonie organizzate per i suoi immediati predecessori. Ora, a qualcuno sembrerà una questione “di lana caprina”, ma dopo il crollo dei regimi di marca sovietica non vi è istituzione al mondo che badi di più alla liturgia che la Chiesa Cattolica. Ogni segno rimanda a un significato preciso: si tratti dell’indumento o, cosa ancora più importante, del rito. (altro…)

L’insostenibile leggerezza dell’essere… operaio

di Vincenzo Vestita

Ci sono operazioni che un operaio dell’ ILVA deve compiere, per sua scelta, in modo rapido, tutto d’un fiato e con chirurgica precisione. Fare la pipì o la popò nei bagni in fabbrica richiede infatti una serie di qualità e abilità, fisiche e mentali, che dovrebbero entrare di diritto tra quelle richieste contestualmente al colloquio di assunzione, attraverso una prova pratica annessa, di difficoltà crescente, che comprenda nell’ordine: (altro…)

La nostra “capitale” vista da Lavoro&Welfare

di Roberto Polidori

Proprio non si può affermare che Taranto Capitale, il libro curato da Giovanni Battafarano ed edito da Scorpione Editore, non abbia un preciso intento: presentare un’idea di evoluzione socio-economica della collettività tarantina in accordo con le idee degli autori. «E’ un programma elettorale»: questa risulta essere la descrizione sintetica ricorrente emersa dalle numerose recensioni già uscite; è una “semplificazione” non proprio corretta che in sé ha il pregio della trasparenza d’intenti, ma che non dice tutto circa gli obiettivi di un libro ben ideato, il quale presenta gli argomenti trattati con la chiarezza logica e la struttura ordinata tipici del curatore che ha lo ha ideato. Il libro tratta tutti gli argomenti “sensibili” della discussione politica sui progetti di vita futuri della nostra città: sviluppo industriale, porto di Taranto e logistica integrata, ambiente, turismo, pubblica amministrazione, politiche urbanistiche, scuola ed Università. (altro…)

E’ tutta colpa di Vendola

di Massimiliano Martucci

Ammesso e non concesso che sia possibile (e scientificamente interessante) definire le radici di un popolo, per quanto mi riguarda utilizzerei le storie popolari. Esse sono, secondo me, la struttura portante sulla quale vengono innestati tutti i tipi di narrazione. Esse custodiscono e diffondono archetipi letterari e antropologici che diventano la base portante di comportamenti, schemi di pensiero. Le storie popolari potrebbero essere considerate l’alfabeto dell’immaginario. (altro…)

di Francesca Razzato

Angelo Cannata, del centro studi documentazione e ricerca “Le Sciaje”, ci racconta le condizioni del quartiere Città Vecchia dal punto di vista privilegiato di chi quotidianamente si spende per sottrarlo al degrado sociale e culturale.
Il presidio, che l’associazione “Le Sciaje” cura da ormai un anno all’interno della “Esposizione Permanente sulla Mitilicoltura Tarantina” nella Torre dell’Orologio di Piazza Fontana a Taranto Vecchia, rappresenta un osservatorio importante e un punto di partenza per promuovere, attraverso lo scambio, la contaminazione e il rispetto dell’alterità con la gente del posto e con le realtà dell’associazionismo, la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale.

La rinascita di un Quartiere necessita sicuramente di interventi urbanistici di riqualifica, assolutamente indispensabili; ma come si evince dalle parole di Angelo, la rinascita di questo quartiere, non può avvenire senza la riappropriazione della propria storia e della propria cultura, che devono essere percepite come strumento di sviluppo e fondamenta indispensabili per un’altra Taranto possibile.

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