De Rerum Procura

di Vincenzo Vestita

Ogni volta che mi accingo a parlare o a scrivere di qualcosa che riguardi il rapporto tra la grande fabbrica e le ricadute di quest’ultima in termini sanitario-ambientali sul territorio confesso di trovarmi in una condizione di estrema difficoltà. Credo, in tutta onestà, che questa mia “sofferenza” derivi principalmente dal fatto di aver liberamente scelto di vivere in piena consapevolezza la mia condizione di operaio che presta la sua forza lavoro nel più grande centro siderurgico d’Europa, la cui ingombrante presenza – non solo fisica – ha riempito, riempie e probabilmente continuerà a riempire molto più degli spazi lavorativi della mia vita. (altro…)

Quel paradosso chiamato Taranto. Intervista a Cosimo Argentina

di Salvatore Romeo (’84)

Leggere le pagine di Cosimo Argentina è come tornare a casa. Una casa che forse non è mai esistita per te che neanche c’eri al tempo in cui quelle storie sono ambientate, ma che senti comunque tua. E’ la casa dei tuoi, quella che trasuda di vite sospese fra l’abitudine e la follia, di pomeriggi buttati nei cortili, di urla di madri e di ragazzi… Cosimo Argentina nasce a Taranto 49 anni fa, si laurea in Giurisprudenza a Bari, nel 1990 si trasferisce in Brianza. Nove anni più tardi pubblica il suo primo romanzo, “Il Cadetto”; ne seguono altri otto – fra i quali “Cuore di cuoio” e “Maschio adulto solitario”. L’ultimo, uscito nel 2010, è “Vicolo dell’acciaio”, quasi un’elegia della Taranto della sua giovinezza. Argentina è forse l’autore che meglio ha saputo esprimere lo spirito contraddittorio, quasi schizofrenico della nostra città – isola metalmeccanica in un mare di paesaggi rurali – e della sua gente. Parlare con Cosimo è come sentirsi a casa. Anche in una Milano gelida e innevata. (altro…)

Figli di Falanto o di un dio minore? Proposte per la presenza giovanile a Taranto

di Luca Delton

Strabone, antico geografo greco, racconta che, durante la guerra tra Sparta e la Messenia, le donne spartane misero in guardia gli uomini dal pericolo legato alla loro assenza prolungata dalla città. Il pericolo era che Sparta non potesse più avere una “giovane generazione di guerrieri”.
Sono trascorsi migliaia di anni da allora, popoli e nazioni. Per fortuna siamo in epoca costituzionale. (altro…)

4 Aprile 2011, ore 00.00: cronaca di un (dis)crimine

di Francesco Ferri

Capita abbastanza di rado di imbattersi, con riferimento alla cronaca locale, in date che segnano, nella vita di un gruppo di persone abbastanza ampio, una demarcazione netta, rigida, radicale (ed arbitraria), capace di determinare l’inizio di una prassi discriminatoria, che per altro continua a perdurare, da ormai numerosi mesi.
Provando a trovare una soluzione in merito allo status giuridico dei ragazzi tunisini sbarcati sulle nostre coste la scorsa primavera (e confinati in grande numero a Manduria) il governo Berlusconi, nel concedere un permesso di protezione temporanea ai migranti provenienti dalla Tunisia ebbe l’irrazionale (e pericolosa) idea di stabilire che solo chi fosse giunto sulle coste italiane prima della mezzanotte del quattro aprile avrebbe avuto la possibilità di ottenere questo permesso temporaneo di sei mesi (poi prorogato). (altro…)

DeVasto

di Andrea Cazzato

In questo mondo in cui le immagini valgono più delle parole quanto una foto può decidere le sorti di un Paese? Quanto un incontro in un caldo pomeriggio estivo può essere vincolante? Non si sa, eppure le immagini di Vasto, molto spesso, valgono più di una qualsiasi visione di un Paese.

Ci sono tre tizi: uno che cerca di fare l’equilibrista per non scontentare nessuno nel suo partito, uno che decide da solo cosa fare e se ne frega poco della sua base, un altro che, di tanto in tanto, fa affermazioni a dir poco discutibili. (altro…)

di Serena Miccoli

Mediterre, cantiere mediterraneo della sostenibilità: questo è ciò che si legge da circa un mese sui manifesti che tappezzano Bari e sul sito dedicato all’evento.
Tre simpatici simboli che accompagnano il logo dell’evento attirano l’attenzione: rappresentano Energia, Acqua e Clima. Argomenti interessanti per i pugliesi, specialmente quelli che lottano contro forme insostenibili già presenti o che minacciano di invadere presto il territorio; pugliesi che “meritano” l’attenzione mediatica solo quando scendono numerosi e uniti in piazza a protestare. Mediterre si piazza a due settimane dalla manifestazione di Monopoli in cui cittadini, società civile, sindacati, forze politiche hanno voluto porre all’attenzione pubblica la minaccia delle multinazionali del petrolio in territorio pugliese. Inevitabile un intervento, durante il forum, da parte del neo Ministro dell’Ambiente Clini. (altro…)

La solidarietà non cammina col denaro. La rivoluzione degli “Scec”

di Salvatore Romeo (’85)

Immaginate di essere dal fruttivendolo. La lista della spesa è degna dei migliori “cinepanettoni” italiani: sempre uguale. Le solite quattro mele, le solite quattro pere, due banane, perché non è stagione e costano di più. E poi loro. “Sono delle primizie”, dice furbescamente il venditore, “dolci come miele”, aggiunge. Velocemente afferra una pesca tabacchiere e l’avvicina al vostro naso; l’odore è da acquolina in bocca. E allora vi convincete, due pesche non influiranno mai nel bilancio familiare. Ma il prezzo vi fa trasalire come una poesia di Sandro Bondi. E’ proprio in quel momento che desiderereste un “aiutino”, una banconota incastrata tra i tanti scontrini che affollano il vostro portamonete. Cercate nella miriade di tasche del vostro cappotto: nulla. Affranti, rinunciate e tornate a casa.
Forse non è questa il principio dell’invenzione degli “Scec” – Solidarietà che cammina, per intero – , ma potrebbe esserne il fine. Gli Scec nascono a Napoli con l’intento di subordinare l’economia all’esigenza delle persone. (altro…)

Dalle retrovie

Mia cara Nina,

ti scrivo in questa gelida notte africana che tutto intorno tace. Le carcasse delle macchine, il deserto e gli altri camerati. Un silenzio assordante, amore mio, che preme sulle tempie come le sbarre di una prigione. Non so neanch’io perché lo faccio: questa – come tutte le altre lettere che ti ho scritto fino ad oggi – probabilmente non riuscirò mai a spedirtela e forse neanche a leggertela. Non ho paura, Nina: avevamo messo in conto tutto questo quando siamo partiti; mi ricordo ancora come fosse questa mattina quando ti dissi “mi arruolo, parto… c’è da combattere e non posso sottrarmi… non per la Patria, ma per il mio onore.” E tu alzasti le spalle, ormai rassegnata alle bizzarie del tuo piccolo uomo, e compatendomi mi dicesti “Tornerai come tornano gli uomini quando sono stanchi di giocare…” e andasti a lavorare in orto, come ogni mattina. (altro…)

Il welfare secondo “il molleggiato”

di Massimiliano Martucci

Anch’io vorrei donare 300.000 euro ad Emergency. Anche io vorrei comparire in televisione per mezz’ora e ritirare un assegno con cinque zeri. Anche io vorrei poi comunicare urbi & orbi che donerò il suddetto assegno alle famiglie povere di: Milano, Verona, Firenze, Roma, Napoli e Cagliari – che sono governate da sindaci di tutti gli schieramenti, in modo tale che non dicano che sono di parte, che sono di sinistra o di destra, che di questi tempi, cara mia, non si sa mai dove si va a finire. (altro…)

La pesca alla deriva

di Francesca Razzato

Il 25 gennaio i pescatori provenienti da tutta Italia si sono incontrati a Montecitorio dando vita ad un’animata protesta contro il caro gasolio.
Anche a Taranto la marineria, riunitasi in piazza Fontana, ha espresso il proprio dissenso contro la cancellazione dell’esenzione IVA da parte del governo, proclamando il proprio stato di agitazione.
La crisi che attanaglia il comparto pesca è radicata nel tempo ed è causata da problematiche di carattere nazionale, internazionale e prettamente locale.
I pescatori lamentano l’aumento dei costi di produzione (spese per il gasolio, per le reti, per la mano d’opera etc…)e subiscono gli effetti della stagnazione dei prezzi di mercato, dovuta all’introduzione di prodotti ittici provenienti da paesi extracomunitari a prezzi più concorrenziali. (altro…)