di Vincenzo Vestita
Ogni volta che mi accingo a parlare o a scrivere di qualcosa che riguardi il rapporto tra la grande fabbrica e le ricadute di quest’ultima in termini sanitario-ambientali sul territorio confesso di trovarmi in una condizione di estrema difficoltà. Credo, in tutta onestà, che questa mia “sofferenza” derivi principalmente dal fatto di aver liberamente scelto di vivere in piena consapevolezza la mia condizione di operaio che presta la sua forza lavoro nel più grande centro siderurgico d’Europa, la cui ingombrante presenza – non solo fisica – ha riempito, riempie e probabilmente continuerà a riempire molto più degli spazi lavorativi della mia vita. (altro…)