di Serena Miccoli

Il modello per Taranto? Bilbao. O meglio, quello della Fondazione Solomon R. Guggenheim.

Le classi dirigenti tarantine, riunite sabato nella Sala Conferenze della Cittadella della Carità, hanno esplicitato le proprie intenzioni per dare una svolta al futuro sviluppo economico della città, con o senza Ilva.

La proiezione del servizio di «Presa Diretta» sulla Ruhr, l’intervento del presidente dell’Accademia degli Audaci sul caso Bilbao: passaggi di una rassegna di modelli già visti dai tempi della campagna elettorale per le comunali. Ma dalle parole del presidente della Banca di Taranto Lelio Miro, nella seconda sessione dell’incontro, si sono configurati i contorni di un progetto che ha poco dell’utopia o dell’inflazionata parola dell’incontro sogno: «questo mercoldì avremo conferma della prima dotazione patrimoniale per la Fondazione». (altro…)

di Fabiana Manigrasso

“I giovani quando escono da scuola e devono trovare un’occupazione, devono anche non essere troppo choosy, come dicono gli inglesi. Bisogna entrare nel mercato del lavoro. Oggi non è più così perché il mercato è difficile, è debole, però abbiamo visto tanti laureati in attesa del posto ideale. Nel mercato ti devi attivare”

Questo diceva lo scorso 22 ottobre sul palco di Assolombarda, a Milano, il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero.

Da quel momento in poi migliaia di giovani e meno giovani hanno lanciato, sui social-network, una protesta contro l’ennesima frase infelice della Ministra , che ormai ci ricorda sempre più Berlusconi; ogni tot giorni omaggia gli italiani con qualche “perla di saggezza” : e il lavoro non è un diritto e i giovani sono schizzinosi, il tutto condito con un pianto finto da tragedia greca. (altro…)

di Serena Mancini

Che cosa accomuna parole come disoccupazione, competenze, emigrazione e frustrazione? In Italia la condizione giovanile. Viviamo infatti in un contesto in cui l’allarme disoccupazione colpisce in primo luogo le fasce più giovani della popolazione (più di un terzo degli under 24 nel nostro paese non ha un lavoro), in presenza di uno Stato che non destina più alcuna risorsa alla scuola e all’università pubblica e che preferisce ridurre la spesa per la ricerca. La conseguenza di tutto ciò è che un numero crescente di giovani italiani preferisce abbandonare il paese per ottenere una formazione e un lavoro dignitosi.

Questa questione, ignorata da una classe dirigente che spesso si lascia sfuggire dichiarazioni infelici sui giovani ora troppo mammoni, ora troppo schizzinosi, è il punto centrale della campagna “Io voglio restare”, lanciata on-line il 25 ottobre. (altro…)

Di Celeste e celestini: la fine dell’impero formigoniano

 di Luca Frosini

Iniziamo da una banalità: il ventennale dominio di Roberto Formigoni, detto O’celeste (per i suoi amici di Napoli, periferia a sud di Milano, o almeno così dicono i leghisti) sulla regione lombarda è finito kaput, game over.

Elencare i motivi che hanno portato il ciellino più amato d’Italia a questo tracollo sarebbe quindi piuttosto facile, quasi inutile, perché ormai li conosciamo tutti fin troppo bene.

Negli ultimi anni tra inchieste, tangenti, un buon 80% del consiglio regionale indagato, (compresi qualche portiere e numerosi lavavetri oltre che a un incolpevole igienista dentaria), ’ndrangheta e generica delinquenza politica, dalle parti del grattacu…grattacielo meneghino se ne sono visti di tutti i colori. Un crescendo che nemmeno il più cocainato degli sceneggiatori hollywoodiani avrebbe potuto creare. (altro…)

Noi vogliamo la Fiom in Fiat

di Remo Pezzuto

Se un giorno qualcuno scriverà la storia degli ultimi anni dello stabilimento automobilistico Fiat, dovrà inevitabilmente dedicare  un capitolo al contenzioso giudiziario che ha visto contrapposti la Fiat e Fiom-Cgil, non perchè quest’ultima abbia scelto di privilegiare la lotta giudiziaria rispetto a quella sindacale (altro…)

di Scè Chi L’Onìll

V’à cap’tat ma’je, d’ scè v’dè nà convescion? Sìn, chidd còs, cà fasc’n l cr’stian giacc e cravatt, ind’all’ alberg o indr’ all sal convegn’ ca parl’n e parl’n e no s capisc’ nu cazz. E soprattutt’, non g’và v’nùt ma’je a voggh’je d ‘nghiànà sùs o palc, piggh’jà tutt’ st’ pezzend arricchisciùt e darl’ mazza’t à sucurdùn? (altro…)

di Massimiliano Martucci

Chi dice che i giovani italiani non siano nei pensieri dei governanti sbaglia, perché nel giro di pochi anni non solo si sono occupati di noi (giovani) ma ci hanno anche fatto la ramanzina, da buoni genitori, in televisione, in occasioni in cui non abbiamo avuto modo di giustificarci. (altro…)