di Roberto Polidori
Consigliere comunale di lungo corso (il primo ingresso a Palazzo di Città nel 2000), dai banchi dell’opposizione alle giunte Di Bello “scoprì” e denunciò le irregolarità presenti nei bilanci di quelle amministrazioni. E’ Dante Capriulo, attuale assessore al Patrimonio, Casa e lavoro del Comune di Taranto. Molti osservatori sono pronti a scommettere su di lui come futuro protagonista della politica cittadina. In questa intervista ci parla del suo attuale impegno amministrativo e della sua visione di città.
La prima domanda è d’obbligo: un gruppo di circa cinquanta associazioni e comitati, la Rete per gli Spazi Condivisi, ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica l’annoso problema degli spazi dedicati e ha sollecitato le istituzioni locali affinchè si impegnino ad applicare realmente il principio di sussidiarietà, costituzionalmente riconosciuto. Tu, in qualità di Assessore al Patrimonio del Comune di Taranto, che risposte hai dato?
Da quando ho assunto la delega al Patrimonio mi sono impegnato per fornire risposte al problema, individuando soluzioni che, a causa della situazione economica della città [tentiamo di uscire dal dissesto pro-capite più pesante fatto registrare nella storia da un comune italiano, ndr], non sono assolutamente agevoli.
Ricordo che il dissesto di una città comporta il rispetto di una serie di norme a tutela del patrimonio comunale e non è facile affidare gratuitamente spazi ed edifici comunali ad enti no profit ed associazioni; ho già provveduto a depositare, in realtà da un po’ di tempo, il nuovo regolamento sulla gestione ed alienazione del patrimonio comunale, definendo nuove regole meno restrittive di quelle definite a valle del dissesto. Avevamo bisogno di modalità più snelle per cedere una parte del patrimonio da un lato e per andare incontro alle esigenze delle tante associazioni tarantine dall’altro.
In relazione a quest’ultimo punto tengo a precisare che se ne parlerà nella prossima seduta del consiglio comunale. Ho in mente 3 spazi in particolare: la Scuola Martellotta, un immobile in Piazza Fadini ed un immobile in Citta Vecchia.
Hai promosso l’iniziativa “Piazza, mia bella piazza”; di cosa si tratta?
Attraverso un bando pubblico chiederemo la collaborazione in forma gratuita di associazioni ed organizzazioni di volontariato per recuparare il decoro di alcune piazze e permettere nel contempo alle associazioni di utilizzarle per le proprie attività. Confesso di essere legato sentimentalmente al nome dell’iniziativa: è il titolo di una programma televisivo che seguivo quando ero piccolo.
Una recentissima proposta avanzata da 3 cooperative d’abitazione – L’Anello di San Cataldo, Le Cheradi, Satyria – ed una cooperativa culturale – Punto Zero – prevede il trasferimento di proprietà di immobili comunali fatiscenti e disabitati collocati soprattutto in città vecchia (che diventerebbero privati) in cambio di ristrutturazioni di alto profilo urbanistico sugli stessi. Su Blustar durante la trasmissione Polifemo ti fu fatta una domanda circa l’opportunità di questa cessione di immobili dal pubblico al privato. Che opinione hai in merito?
Faccio una premessa di carattere urbanistico: io ho sempre affermato in prima persona e in tempi non sospetti che Taranto non ha bisogno di varianti per espandere il patrimonio urbanistico. Nella Città Vecchia il 60% del patrimonio urbanistico è di proprietà del comune ed è purtroppo diroccato ed a rischio crolli a causa della mancanza di mezzi finanziari che permettano la manutenzione. Perché tenercelo così se possiamo cederlo ai privati ad un costo pari alle necessarie ristrutturazioni? Si potrebbe poi chiedere che una data percentuale delle case ristrutturate sia finalizzata all’housing sociale a favore di fasce meno abbienti della cittadinanza. Abbiamo bisogno di fare cassa e questo potrebbe essere un metodo per recuperare l’immenso patrimonio immobiliare del Comune.
In data 10/06/2011 durante la trasmissione Polifemo un consigliere comunale del centrodestra ha evidenziato carte alla mano i rilievi che la Corte dei Conti ha sollevato sulla regolarità del Bilancio Consuntivo 2009 del Comune di Taranto. E’ stato un attacco personale nei tuoi confronti, e tu hai preferito mantenere toni bassi. Cosa rispondi?
Chi parla di bilanci dovrebbe essere un po’ più competente; la Corte dei Conti ha assunto da alcuni anni questo nuovo compito di controllore dei bilanci comunali ed il Comune di Taranto, proprio per far operare in modo trasparente, invia annualmente tutti i dati a questo organo senza nascondere niente. Devo sottolineare che in passato, e precisamente per 4 anni fino al 2005, un’ispezione del Ministero del Tesoro del 2001 è stata sottaciuta. La Corte dei Conti ha contestato alcuni problemi strutturali del Comune – e probabilmente lo farà per anni – che non sono di facile risoluzione: penso alla situazione debitoria, ai residui attivi e passivi del passato trasferiti negli ultimi bilanci, alla gestione allegra del personale della precedente amministrazione. E’ difficile avere un consuntivo approvato rapidamente perchè siamo ancora legati alla OSL (ed infatti anche quest’anno non è stato approvato entro il 30 Aprile). Sono problemi noti; la Corte dei Conti deve esternare alcune dichiarazioni formali, ma la macchina finanziaria del Comune è stata sconquassata dal dissesto ed è toccato a noi uscirne fuori.
Qual’ è a Taranto la situazione degli immobili di proprietà del Comune?
A parte gli immobili per finalità istituzionali (locali, mercati, box, scuole ed impianti sportivi) il Comune è proprietario di oltre 1.500 immobili di edilizia residenziale sociale (case). Per gestire il tutto noi abbiamo a disposizione solo 8 risorse lavorative; a mio avviso, e lo dico assumendone la responsabilità, il peggior problema di questa città è l’inadeguatezza organizzativa della macchina amminitrativa. Possiamo avere le migliori idee, ma senza organizzazione e mezzi è molto difficile gestire il dissesto; la politica delle assunzioni ha comportato gravi conseguenze: non solo le risorse mancano, ma molto spesso il personale che deve gestire specifiche problematiche non ha la professioonalità per farlo – e questo scrivilo pure. In più molto spesso si tratta di persone non più giovani e demotivate dal blocco dei salari dovuto non solo al dissesto ma anche alle varie manovre finanziarie di questo governo.
Se vuoi un numero siamo scesi nel tempo da 1.500 dipendenti ai 1.050 di quest’anno; è un miracolo che la macchina amministrativa vada avanti con tutte queste difficoltà; inoltre noi, come comune in dissesto, abbiamo avuto il blocco delle assunzioni e paradosslamente ad oggi non potremmo assumere anche avendo le risorse finanziarie per farlo.
Ma siamo fuori dal dissesto? E, ancora, tu sei stato l’Assessore al Bilancio che ha gestito bene il dissesto ed il rapporto con l’OSL: perché il Sindaco ti ha “premiato” togliendoti una delega così importante?
Voglio risponderti dicendo innanzitutto che il ruolo mi ha gratificato moltisismo dal punto di vista personale; l’ho svolto con passione, in modo onesto e tecnicamente ineccepibile, soprattutto per ciò che concerne la gestione delle entrate e delle gare di appalto. C’è solo una risposta politica: ho pagato un rapporto non idilliaco del Sindaco Stefano con il PD. Da buon militante del partito ho accettato, senza acuire i rapporti con una crisi istituzionale.
Per ciò che concerne lo stato dell’arte del dissesto, abbiamo fatto l’80%-90% del lavoro; i debiti sono ridotti a 300 mln di euro e la contabilità è sostanzialmente in ordine; la procedura semplificata fortemente voluta da Boccia è stata una manna. La guardia non va abbassata .
L’inquinamento a Taranto è un male conclamato; Taranto è la città emblema dell’industria pesante inquinante. Che posizioni prendi in merito alle giustificate proteste di chi vorrebbe respirare meglio e vivere più a lungo?
Io ho apprezzato l’onestà intellettuale di Franzoso quando ammette che è pro-ILVA; ho idee diverse rispetto a Franzoso ma anche rispetto a quelle degli ambientalisti che definiamo “integralisti”; comprendo le ragioni di chi è a ridosso della fabbrica e di chi a Taranto ha avuto e ha problemi di salute – e chi non ha avuto qualche caso in famiglia – ma chi fa politica ha la responsabilità di essere pragmatico senza far illudere la gente. Nel breve Taranto continuerà ad essere una grande città industriale, ma nel tempo gli impianti dovranno essere resi meno inquinanti e dovranno pagare le compensazioni che finora non hanno mai pagato. Il territorio non ha avuto benefici dalla presenza delle fabbriche a parte gli stipendi pagati: lavoreremo per l’applicazione per le normative su benzo(a)pirene e diossine e per il pagamento delle esternalità, mentre nel lungo periodo immagino un futuro per la città non solo industriale. Gli sforzi in Area Vasta sono un segnale; ma c’è da fare molto sul terziario avanzato e sulle aziende di media produzione.
Tu hai anche la delega al lavoro. A Roma eri con i ragazzi di Teleperformance in occasione della loro protesta di fronte al Ministero: cosa pensi della situazione lavorativa di Taranto e del sud?
Intanto il Ministero ci ha fatto ricevere da un funzionario di quarto grado, dimostrando tutto l’interesse di questo Governo per i drammi sociali del paese. Teleperformace è l’emblema della globalizzazione e delle delocalizzazioni delle attività lavorative; il territorio deve attrarre gli investimenti e tenerli: ci vogliono interventi di politica economica ed industriale, perché l’azienda va dove spende meno.
E’ chiaro che la normativa va cambiata e i lavoratori vanno tutelati con finanziamenti ad hoc.
Economisti italiani ormai conosciuti anche all’estero (Realfonzo, Roncaglia, Brancaccio) propugnano l’unità dei lavoratori di fronte alla crisi ed ai datori di lavoro attraverso il salario standard. La teoria economica dominate ci spiega invece che un livello di salari così basso in Italia è legato alla scarsa produttività, dovuta in gran parte ad una bassa flessibilità del lavoratore italiano. Tu che ne pensi?
Non ho la presunzione di poter entrare nel dettaglio della materia economica, pur sapendo che certezze di previsione del futuro non ne hanno neanche gli economisti; io posso dirti che sia un grosso errore retribuire allo stesso modo persone che lavorano con intensità e produttività diverse. Dobbiamo distinguerele professionalità, puntando a sistemi che garantiscano la produttività. La flessibilità d’ingresso è un sistema per entrare nl mondo del lavoro, ma in Italia è stata utilizzata per sotto-inquadrare.
La legge 30 ha trasformato la flessibilità d’ingresso in precarietà: il pacchetto Treu era una cosa diversa. La flessibilità mi va bene, ma deve costare più della stabilità in modo che il lavorare a tempo indeterminato sia l’opzione normale.
In un nostro articolo è stato sottolineato il tuo silenzio in merito ad uno scambio di vedute avute da terzi con l’Onorevole Franzoso. Che rispondi in merito?
Ero presente ad un dibattito e nessuno mi ha invitato ad interloquire; le mie opinioni in merito al alla questione, poi, sono note e mi definisco un riformista moderato ma radicale. Su ILVA ho già detto.
C’è un candidato sindaco PD a Taranto?
L’unico candidato a Taranto al momento è il Sindaco uscente; il PD pensa che sia un delitto dividere ancora il partito in città; dobbiamo ricostruire l’unità del centrosinistra; con una coalizione ed un programma poi sceglieremo il candidato e anche le primarie andrebbero bene.
Come ti vedresti nei panni del Sindaco?
Dovrebbero giudicare le altre persone.