Piuttosto muoio grillino…

di Domenico Cinquegrana

Nel corso della campagna elettorale per le regionali il suo faccione ha tappezzato le strade di Taranto per più di due mesi. Manifesti 6×3, senza alcun simbolo di partito e con una frase risultata ai più decisamente ambigua “l’Ilva ha comunicato la piena applicazione della legge anti-diossina entro il 2010. chi aveva ragione?”. Slogan che scatenò le ire degli ambientalisti ma che gli permisero di raccogliere ben 13mila preferenze. Un’enormità!
Michele Pelillo è uno di quei democratici che probabilmente si trova nel PD per sbaglio o per convenienza. Sempre elegantissimo, lo vedresti bene in una formazione centrista. Eppure è strettissimo il rapporto di fiducia che ha instaurato con il leader di SEL, Vendola, tanto da permettergli di accedere all’assessorato regionale al bilancio.
Visitando il suo sito personale ci si imbatte nelle diverse proposte e promesse che hanno segnato la sua carriera politica. Dalla privatizzazione della sanità con il progetto San Raffaele alla metropolitana leggera lungo la costa del Mar Piccolo. Iniziative che non hanno mai visto la luce ma che non hanno impedito a Pelillo di risultare tra i politici più influenti del centro-sinistra locale. Approfittando, soprattutto, della balcanizzazione del PD, è riuscito a garantirsi i favori di una buona fetta del partito contrapponendosi all’altra grande corrente interna facente capo al duo Florido-Battafarano. Ma il “nostro” probabilmente mira a qualcos’altro. Sono sempre più frequenti le voci che lo danno come prossimo candidato del PD al Palazzo di Città. La stella di Stèfano è decisamente in fase calante e molti nel centro- sinistra sono pronti a distaccarsene. Pelillo in primis. Molti giornali hanno già descritto i primi movimenti, i primi contatti per la fitta trama di alleanze necessarie per sostenere una candidatura. Fra un anno il centro- sinistra tarantino, con ogni probabilità, dovrà fare una scelta. Confermare Stèfano o dare fiducia a Pelillo. Apparentemente chi risulta esclusa da questi movimenti è l’altra componente PD. Ma gli equilibri di partito condurranno alla candidatura alla Camera di Florido. Aspetti, questi ultimi, che apassionano poco il popolo di centro sinistra.
Piuttosto, i veri esclusi da queste dinamiche sono coloro che, ostinatamente, vogliono puntare su un diverso centro-sinistra. Riusciranno i comitati e i movimenti che tanto hanno influito nelle ultime tornate elettorali e referendarie ad incidere sulla realtà politica tarantina? O il centro- sinistra, chiuso nelle stanze di partito, chiuderà le porte al “vento del cambiamento”?
È questo l’elemento essenziale che caratterizzerà le prossime elezioni tarantine. Capire se per una generazione di giovani c’è ancora spazio nell’ambito dei partiti tradizionali oppure se gli unici interlocutori saranno le formazioni esterne allo schieramento classico di centro- sinistra. Se il PD o SEL riusciranno ad intercettare questa voglia di politica dovranno accettare nuove forme di partecipazione politica dal basso e nuove procedure di selezione della classe dirigente. Viceversa, i giochi della politica prenderanno il sopravvento e a chi interessa un vero cambiamento della città non rimarrà che morire grillino.

1 comment

  1. Clara Fornaro Giugno 24, 2011 12:26 pm 

    “C’è del desiderio in queste figure, ed è il nostro…” quel faccione da bravo ragazzo (ricorda il Fitto)dal sorriso sornione(di chi conosce il mondo e i suoi polli) elegante, ma sobrio senza eccessi…qualcosa di corporeo,che fa precipitare il logos sul fisico insturando un elemento “allegorico” tra incommensurabili:il sorriso rassicurante, l’eleganza che rivisita il blu ministeriale e le pro(poste)messe del suo sito.La collusione tra un tratto della fisiognomica e un detto fa passare il discorso politico dal piano razionale al piano della enunciazione(ILVA-LEGGE ANTIDIOSSINA-2010). Fa di chi parla un attore,una marca. il discorso passa in secondo piano…

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