di Andrea Cazzato
Demos o democristos? Questa è la prima domanda che mi è sorta, dopo aver letto questo spostamento massiccio di deputati Pdl verso i lidi dell’Unione Democratica di Centro. In effetti è una domanda lecita. Quanto l’influenza del Terzo Polo, dei democristiani in particolare, peserà sulla nuova coalizione di governo? Che sia un nuovo esecutivo targato Berlusconi o meno, il passaggio della Carlucci e di altri deputati in seno al novello Noè Casini (che accoglie davvero degli animali sulla sua arca), ci fa capire come sia violenta la riproposizione dei buoni vecchi democristiani all’interno delle politiche governative nostrane. Con questo non intendo dire che dall’inizio della Seconda Repubblica ad oggi il peso dei centristi (così vengono chiamati adesso) non abbia influito pesantemente sulle scelte politiche dei due schieramenti. In questi 20 anni, o quasi, si è sempre, e troppo, sentito parlare della “caccia ai moderati”. Si sono fondati partiti per far entrare i moderati (vedi il Pd) e si sono abbandonate quelle politiche sociali ed economiche che tanto avevano portato al Paese, in tema di benessere lavorativo. Il tarlo del moderatismo, malattia ischemica della politica italiana e della sinistra in particolare, ha bloccato la circolazione di nuovi flussi di idee e di un nuovo ordine sociale perchè, sai, “i nostri elettori potrebbero non capire!”.
Pensavamo di esserci liberati con Tangentopoli dei vecchi democristiani, invece no! Normale in un Paese in cui è una multinazionale come MTV a cercare di organizzare i giovani in campagne di sensibilizzazione ai problemi del Paese (ricordiamo il periodo della Riforma Gelmini e la campagna “Io voto”), o in cui si pensa di affidare un governo tecnico a Mario Monti, che fra le tante cose è stato advisor sia della Coca Cola sia della Goldman Sachs (per ricordare, una delle banche d’affari più grosse del pianeta, incriminata per frode negli Usa), oltre che presidente europeo della Commissione Trilaterale di David Rockfeller e membro direttivo del potente club Bilderberg. In questo periodo storico, in cui sono proprio queste banche d’affari fra le maggiori responsabili dello sfacio generale, noi ci affidiamo a Mario Monti. A ragion veduta è come se, finita la seconda guerra mondiale, gli alleati avessero deciso di affidare il processo di Norimberga a Joachim Von Ribbentrop. Chi ci deve traghettare dall’altra parte del guado, quindi, sarebbe uno dei “colpevoli” di questa situazione. Un Caronte del Duemila che, la mitologia greca ci insegna, trasmigrava le anime dei dannati lungo il fiume Acheronte. Andiamo bene! Ho letto, poi, dei papabili nomi del suo esecutivo. Di primo acchito ho pensato volesse coinvolgere il mostro di Firenze e Jack lo Squartatore, ma avevo preso un abbaglio. Fra i nomi di militari e di economisti, spiccano i nomi di Corrado Passera (tanto per non farci mancare un banchiere) e Pietro Ichino, l’uomo il precariato! E noi vorremmo riacquistare credibilità con questa élite, solo perchè non siamo in grado di esprimere una classe dirigente-politica all’altezza?! Mi sa che siamo in un bel cul-de-sac, per non essere volgari.
A quando scrivo, le ore 18 di sabato 12 novembre, è stata approvata la legge di stabilità, che dovrebbe essere l’ultimo atto di Berlusconi premier (e finalmente!!!), e si apriranno le consultazioni per formare un nuovo governo. Sarà l’ora di Caronte? Penso, proprio di sì. Ricordate di informarvi prima di affrontare il fiume Acheronte.