di Gaetano De Monte
“Vorrei sapere a che cosa è servito, vivere, amare, soffrire, spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire, se presto hai dovuto partire… Voglio però ricordarti come eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti, che come allora sorridi… e che come allora sorridi.“(Francesco Guccini)
Capita che una mattina ti svegli con la più terribile delle notizie: stenti a credere a quello che ti è stato appena detto al telefono, ti sembra il più tragico degli incubi, dici a te stesso “non può essere”. Invece è proprio cosi: Claudio, tra i fondatori di Ammazza che Piazza (un gruppo di giovani della Città, che stanchi di vederla sporca ed inquinata, si armano di mazze e palette ed in pochi mesi organizzano una vasta opera di pulizia e ripristino delle zone verdi quali parchi,villette, piazze etc…), Claudio attivista del Cloro Rosso, Claudio ultras della Curva Nord, Claudio, un tempo Giovane Comunista e, in un passato ancor più lontano, leader e portavoce del movimento studentesco, vicino al Comitato di Quartiere Città Vekkia e a tutte le esperienze politiche, sociali e giovanili più interessanti che la città di Taranto abbia partorito negli ultimi quindici anni… Claudio Morabito ha perso la vita venerdì notte in un incidente stradale. Claudio, che per chi l’ha conosciuto era semplicemente un amico, un compagno, un fratello, se n’è andato non prima di aver suonato e fatto divertire con la sua musica centinaia di ragazze e ragazzi, come spesso amava fare. Quelle selezioni musicali che ci facevano sorridere, ballare e cantare, che ora ci mancheranno terribilmente e che renderanno più triste, ne siamo certi, una città il cui cielo è già oscurato da quelle nuvole tutte uguali, tutte scure, dietro cui si annida un nemico che fa paura e che lui più di ogni altro ha combattuto.
Claudio, tra le altre cose, era anche un dj. Per passione, per gioia di vivere, per amore della musica. Quanto la amava… E chissà cosa ascoltava l’altra notte: me lo sono chiesto già tante volte, sono ore che me lo chiedo, se “Ciao” di Vasco, se “il Corvo Joe” dei Baustelle, “Ask” degli Smiths, “Dimmelo tu cos’è” di Antonello Venditti… o se Rino Gaetano, gli Skatalites, Francesco Guccini, i Cccp, i Madness… Fondamentalmente diviene musica il tuo ricordo, perché la tua stessa vita, con il suo tragico epilogo, resta metafora di un’esistenza vissuta come quella delle grandi rockstar – la “vita spericolata” che volevi tu, sempre in prima linea, sempre a squarciagola, fuori dagli schemi, da ribelle, da leader.
Eri tante cose, ed in tutto ciò che facevi mettevi sempre grande passione: sulla strada, in curva, nella politica, nella musica. Un coraggio ed una presenza a tutti i costi, che qualche anno fa avevi pagato anche con la privazione della libertà. E così oggi il continuo omaggio che tutta la Città ha voluto darti, nella sala mortuaria del SS. Annunziata, sembra un po’ quel pellegrinaggio spontaneo di un tempo, quando misure ingiuste ti costringevano a stare in casa e i tuoi amici e le tue amiche, quelli di una vita e quelli più recenti, inondavano la tua stanza, che non era una gabbia, ma una piazza meravigliosa, pulsante di vita, la più bella.
In prima linea eri anche la settimana scorsa davanti al tribunale, mentre cominciava il processo Scazzi a denunciare che “Sulla morte di Sarah avete speculato, ma del nostro inquinamento non avete mai parlato”, a ribadire l’amore per la tua terra e l’impegno quotidiano per cambiarla e cercare di risollevarla. Un sit-in improvvisato, una manif sauvage, che era costata la denuncia a uno dei ragazzi di Ammazza che Piazza. Di quell’episodio avevamo parlato qualche giorno fa in quella che è stata la nostra ultima chiacchierata. Su quell’episodio, proprio in questo numero di Siderlandia, Francesca Razzato avrebbe voluto farti un intervista. Ed invece ora c’è soltanto un silenzio assordante a ricordare un amico, un fratello, un compagno di tante battaglie. Ti voglio bene Claudio. In tanti, tantissimi te ne volevano. Claudio Morabito, per chi lo ha amato, un Bene comune che neanche la morte porterà via.
Ovunque tu sia….. Stay Tuned, Stay Rebel…