di Serena Miccoli
Due candidati sindaco al ballottaggio, due giovani a confronto. Due maniere diverse di pensare, di vivere l’esperienza politica; due diverse concezioni della società.
Per gli indecisi, l’occasione per leggere la realtà politica tarantina dei partiti dal punto di vista dei giovani di due delle matrici politiche più quotate.
Sarebbe stato questo il mio articolo: due racconti della stessa città di due ventenni, perché non si dica sempre che sia “un paese per vecchi”.
“Sarebbe stato”, appunto, se i due giovani da me scelti e contattati non avessero pensato bene di rifiutare l’invito a dire la propria attraverso le righe di Siderlandia: la prima, giovane candidata a questa tornata elettorale, ha richiesto un compenso alla testata in cambio della sua preziosa testimonianza; il secondo ha preferito non comparire. Semplicemente.
I giovani che hanno trascorso le migliori ore di questa gradevole primavera a chiedere voti per conto dei più rodati candidati, che hanno girato mercati durante le ore più calde per sostenere il “proprio” sindaco, che hanno provato la più aspra delle solitudini per tenere aperti i più comitati del candidato consigliere più abbienti, decidono di non esprimersi.
Se questa è la realtà giovanile di questi due partiti, divengono più chiare, perché contestualizzabili, le parole provocatorie del sindaco Ippazio Stefano che denunciava, nel Gennaio scorso, il silenzio dei giovani. L’esperienza insegna a non generalizzare; non tutte le giovanili dei partiti sono serbatoi di rappresentanti di lista, lacchè di maggiorenti, webmasters o stylists del profilo sui social network del politico più anziano. Non generalizziamo, perché non è credibile che tutti i giovani di quei due partiti soffrano di dipendenza ideologica dal tesserato più anziano, alimentata dalla continua speranza di cogliere le briciole della propria matura abilità politica, quando e se cadono dal tavolo.
Ci sono temi a cui la politica tarda a dare risposte, come quello degli spazi, per la cultura e l’aggregazione: cosa ne pensano i giovani – più sensibili, più vicini – di questi due partiti, mentre i loro coetanei nei movimenti li rivendicano senza l’ambizione di alcun ritorno elettorale?
La domanda rimane aperta, ma al momento senza risposta dai due partiti, e intanto si coltiva la speranza che a qualche giovane venga allungata la catena, ove non fosse possibile spezzarla.