di Andrea Cazzato
Siamo tornati negli anni Settanta? Una domanda che, dopo quanto accaduto a Brindisi, non possiamo non farci. Non starò qui ad analizzare la barbarie dell’attentato avvenuto nel capoluogo pugliese, ma vorrei cercare di capire come e cosa sono le vere “analogie” fra i nostri giorni e il nostro Paese 35/40 anni fa, quanto la scuola Cossiga abbia discenti in questo nuovo parterre di ministri tecnici, cosa si vuole risvegliare.
Domande particolari, credo, alle quali è piuttosto difficile rispondere con certezza. Lungi da me il complottismo, una delle nuove mode in voga in parte della sinistra. Però ci sono delle anomalie. Bombe ad Equitalia, le nuove Brigate Rosse che inscenano una protesta in un’aula di Tribunale, le rivendicazioni degli Anarchici Informali, rapine, ostaggi, attentati. Ed ecco che, come d’incanto, si solleva una voce: “Dateci poteri speciali”. Una canzone dei Dream Teather si chiama “Strange Déjà-vu”, ed è un sensazione che in questi giorni è forte. Solo che non sa più di “male da garofano o da scudo crociato”. Sicuramente è altro ma non so cosa..
I media hanno dato e stanno dando ampio spazio agli ultimi episodi di cronaca, non tralasciando di rientrare volgarmente nella spettacolarizzazione dei lutti (Mediaset ha mandato in onda le immagini della comunione della ragazza uccisa a Brindisi), riprendendo e mandando in onda le scene delle nuove Brigate Rosse, mettendoli sullo stesso piano dei manifestanti No-Tav (che il tecnoministro Cancellieri ha definito “la madre di tutte le preoccupazioni”), parlando della gambizzazione del dirigente dell’Ansaldo ed avendo già in pugno i colpevoli, gli Anarchici Informali (perdonerete la mia ignoranza e la mia ironia spero, ma in un primo momento ho pensato a loro come anarchici vestiti casual che amano darsi del tu) e con la strage di Brindisi hanno subito dato la colpa alla Mafia, senza fare un’analisi approfondita, cosa che un media che vuol dare informazione ha l’obbligo di fornire.
Turbo-capitalismo, turbo-informazione, turbo-finanza….ma non sarà il caso di rallentare un attimo? Visto che tutta questa velocità ci ha messi in crisi economica e, per di più, non ci stiamo capendo un cazzo, perchè ogni giorno cambiano le soluzioni e le versioni, non è che è tesa a favorire uno sbocco reazionario? Mi pongo questa domanda, perchè questo tipo di azione è tipicamente quella più facile e meno ragionata. Quello che mesi fa credevamo solo possibile sta avvenendo: uscire a destra dalla crisi. Il terrore e la paura non portano altro che alla richiesta di sicurezza, permettendo a chi deve garantirla di avere maggiori poteri. Cosa è questa, se non una spinta alla reazione?!?
La strategia della tensione, vol.2 ed 2012, pare essere iniziata da qualche giorno. Spero che le mie sian solo paranoie, ma pensando a cosa ci ha salvati la prima volta da una svolta autoritaria, cioè una sinistra forte e presente, mi fa capire che l’emergenza, ora, è davvero alta. I test di resistenza “fisica” fatti con gli attacchi al mondo del lavoro e alle categorie sociali più deboli, hanno dimostrato che questo è, forse, il momento adatto per dare questo tipo di impronta allo Stato italiano. Ora, come non mai, i distinguo, i “loro no, perchè sono così” sarebbero drammaticamente dannosi, irrimediabili. Mi sembra giunto il momento di scegliere da che parte stare, veramente.
Indignarsi per la vivisezione degli animali da parte di Green Hill (seppur supportati da un animale da cortile che tali trattamenti li meriterebbe, come la Brambilla) è più che mai giusto, solo che personalmente crea molta preoccupazione quando, manifestazioni del genere, riescono a portare in piazza più gente che altre sui problemi sociali ed economici del Paese. Citando una mia battuta infelice dei giorni scorsi, “tira più un pelo di cane, che un carro di crisi”. Sottolineando ancora una volta che la vivisezione degli animali, per qualsiasi scopo, è uno scempio, reputo, ora più che mai, che sia necessario focalizzare l’attenzione, anche, su tematiche che ci riguardano di più. Ognuno ha le sue priorità, questo è certo, ma non vorrei vivere in una società che, morendo di fame, dedichi parte della sua vita alla zebralla e all’orsetto Knut di studiapertiana memoria. Come si aiutano gli animali se non ci si garantisce la sopravvivenza nostra? Non mi si tacci di egoismo o di indifferenza verso gli “amici a quattro zampe”, però.
Chiudo, citando nuovamente un pezzo dei Modena City Ramblers e modificandolo giusto un secondo per dargli un aspetto attuale: “Ho sessant’anni e qualche acciacco troppe guerre sulle spalle;
Troppo schifo per poter dimenticare; […] Ho visto gladiatori sorridere in diretta; i pestaggi dei nazisti e della nuova destra; Ho visto bombe di stato scoppiare nelle piazze ”
“Ho sessant’anni e qualche acciacco troppe guerre sulle spalle;
Troppo schifo per poter dimenticare; […] Ho visto gladiatori sorridere in diretta; i pestaggi dei nazisti e della nuova destra; Ho visto bombe di stato scoppiare nelle piazze ” Bravo Andrea, nel tuo articolo ci sono tutte le domande e le poche ma condivisibili risposte che, in questi terribili mesi, si sono fatti tanti della mia generazione. Il tuo articolo dimostra che c’è una possibilità per il futuro, perché per te e per tanti della tua generazione la storia non è acqua!