di Francesco Ferri
Nella provincia di Taranto continua a perdurare una situazione così intollerabile sul piano umanitario, sociale e giuridico da possedere, almeno potenzialmente, tutti i connotati per occupare un posto di rilievo tra le prime notizie dei media ufficiali. Se non fosse per una circostanza ben precisa, che finisce quasi sempre per risultare determinate: stiamo parlando di migranti. Com’è facile immaginare, le problematiche nelle quali sono immersi anche nella nostra provincia – spesso ben al di là del limite del dramma – finiscono per passare sottotraccia. In particolare, torniamo ad occuparci di quei ragazzi, di origine subsahariana (ma provenienti dalla Libia) che da lungo tempo attendono infruttuosamente, anche a Taranto e in altri tre comuni della provincia Ionica, di conoscere quale sia il loro status giuridico. In vista del 20 Giugno, giornata internazionale del rifugiato, siamo ritornati a parlare di queste tematiche con Enzo Pilò, legale rappresentante dell’Associazione Babele.
Enzo, allo stato attuale qual è la situazione di questi ragazzi, presenti – nella pressoché indifferenza generale – nella nostra provincia nei comuni di Taranto, Castellaneta, Palagiano e Pulsano?
A differenza di coloro che provenivano dalla Tunisia, i quali hanno ottenuto un permesso di soggiorno temporaneo convertibile per motivi di lavoro, i ragazzi che alloggiano presso i quattro centri di accoglienza sul nostro territorio sono stati immessi nei canali di protezione ordinaria. Di qui l’anomalia: un afflusso di profughi straordinario, causato dalla guerra in Libia, è stato affrontato, in maniera inadeguata, canalizzando i migranti nel sistema ordinario di accesso alla protezione internazionale. Per giunta, finora circa l’80% di coloro che hanno avuto accesso alle commissioni territoriali, l’organo deputato alla verifica dello status giuridico di chi chiede protezione internazionale, hanno visto respinta la domanda di protezione. E anche il successivo ricorso di fronte alla giustizia ordinaria ha poche speranze di essere accolto. L’eventuale ritorno di questi ragazzi nei paesi di origine rappresenterebbe un tragedia assoluta: molti di loro vivevano da numerosi anni in Libia, e per giunta stiamo parlando di paesi che spesso presentano situazioni di guerra diffusa (anche se non riconosciuta ufficialmente) e comunque di tassi di povertà spaventosi.
Qual è l’atteggiamento del governo Monti di fronte a questa situazione dalla così evidente problematicità?
Fino a questo momento perdura un sostanziale silenzio del governo “tecnico”. Sul territorio nazionale sono presenti circa 25000 persone che vivono nelle condizioni sopra descritte di incertezza ed instabilità. Ma nonostante i numeri, il governo non ha fornito risposte concrete difronte alle richieste del Tavolo Nazionale Asilo e degli enti locali coinvolti, in merito alla richiesta di rilascio di un permesso di soggiorno umanitario per tutti i migranti in questione. Si delinea, cosi, una situazione che se non affrontata in tempo potrebbe tramutarsi in una questione di ordine pubblico.
Nei prossimi mesi, se dovesse continuare la situazione attuale, quali scenari si delineerebbero, anche nella nostra città, sulla tematica del mancato riconoscimento del permesso di protezione umanitaria per tutti?
Alla data del prossimo 28 Dicembre, come previsto nel decreto, se la situazione di stallo dovesse perdurare, si potrebbe delineare una vera e propria emergenza anche a Taranto. I ragazzi si troverebbero senza una struttura d’accoglienza, senza tetto e senza cibo – una situazione inaccettabile da punto di vista umanitario – e le conseguenze ricadrebbero direttamente sui comuni che ora ospitano i migranti. É un rischio assolutamente da evitare, anche perché i migranti diventerebbero a tutti gli effetti clandestini, cadendo verosimilmente nella spirale del lavoro nero.
A fronte di una situazione così complessa e così potenzialmente pericolosa, che finalità si pone l’iniziativa del prossimo 20 Giugno, costruita da una pluralità di associazioni e movimenti presso l’Archeotower, in occasione della giornata internazionale del rifugiato?
Il 20 Giugno sarà l’occasione per approfondire le questione sopra esposte, con un obiettivo politico preciso: chiedere l’intervento degli enti locali nei confronti del governo nazionale, come portavoce dei rischi evidentemente presenti, per altro condivisi da tutti gli operatori del settore. Non ci interessa produrre celebrazioni, ci interessa invece chiedere l’intervento delle istituzioni territoriali per la costruzione di un tavolo di lavoro, che coinvolga i comuni nei quali sono attualmente presenti i centri d’accoglienza (Taranto, Castellaneta, Palagiano, Pulsano), la provincia di Taranto e la Regione.
Abbiamo invitato il Sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, a partecipare all’iniziativa del 20 Giungo, speriamo possa intervenire e che questo segni l’inizio di un percorso di partecipazione degli enti locali ionici intorno alla problematiche dei migranti presenti sul nostro territorio in attesa, da ormai troppi mesi, di protezione umanitaria.