Nostalgi(c)a canaglia

di Andrea Cazzato

Parlamento; seduta della Camera dei Deputati; discussione sul ddl anti-corruzione. L’onorevole della Lega Nord Lussana si avvicina ad Alessandra Mussolini e le porge una busta contenente due foto. La nipote italica, scevra da ogni indugio, s’appresta ad autografare. Saranno mica le immagini che la ritraggono in posizioni provocanti[i]? Oppure, che so, l’album di clamoroso successo, “Amore”[ii] uscito solo sul mercato nipponico? Niente di tutto questo, purtroppo. Sono due riproduzioni del progenitore Benito, in posizione “plastica”(seppur tanti di noi amano ricordalo in altre posizioni più consone ad un banco salumeria o a sport estremi come il bungee jumping); la deputata del Pdl Mussolini firma, con dedica, le due foto consegnatele dall’onorevole leghista.

Appena lo scatto di questa scena fa il giro del web, entrando nelle prime pagine delle maggiori testate nazionali, iniziano i commenti, giustamente contrariati, sulla “vajassa” (cit.) e sulla collega, in preda a nostalgiche emozioni. In effetti, firmare con dedica, in Parlamento, in piena discussione democratica (prima contraddizione col personaggio delle foto) sul ddl anti-corruzione (seconda contraddizione), farebbe incazzare chiunque. Silenzio, come al solito, dai banchi dell’ex maggioranza, a dimostrazione (come se ci fosse ancora il dubbio) del fatto che certi ambienti e certi pruriti reazionari non siano poi così lontani dalle corde di Pdl e Lega Nord. Aldilà delle alleanze trasparenti con certe forze che si rifanno al Ventennio fascista, la presenza di personaggi come Daniela Santanchè, Mario Borghezio ed altri, di sicuro non nasconde la connivenza con queste realtà post-fognarie.

Tornando alla nipote italica, non si possono dimenticare alcune uscite celebri come “Meglio fascista che frocio”, rivolta a Vladimir Luxuria durante un “Porta a Porta” di qualche anno fa, oppure le numerosissime ospitate in programmi dal dubbio valore culturale come “La Pupa e il secchione” (famosissima la litigata con un altro monumento del calibro di Vittorio Sgarbi) e “Pomeriggio 5”. Una donna “elegante” e dai modi sobri, che si agita come un venditore di prodotti ittici dei Mercati Generali, cercando, disperatamente, di dare di sé l’immagine di una donna del popolo. E ritorno qui alla citazione fatta qualche rigo fa. La “vajassa”, figura mitologica rispolverata dall’allora ministro alle Pari Opportunità (mai come in questo caso, tale dicastero voleva significare “Ce la possono davvero fare tutti”) Mara Carfagna, proprio nei riguardi della Mussolini. Etimologicamente, la parola “vajassa”, in dialetto napoletano, vuol dire serva. Di cotanto nonno, quindi.

Detto questo, trovo ancora più raccapricciante che a chiedere queste dediche sia Carolina Lussana, deputata Lega Nord. Ve lo ricordate quel partito che urlava “Roma Ladrona”? Siii, quel partito là, quello che ce l’aveva duro? Ecco, sembrava affossato sempre di più, sostituito da un qualunquista “Son tutti uguali” che va tanto di moda oggi. Bene, questa tizia, quasi presa da un virus borgheziano, aveva urgente bisogno di due autografi per un amico “un po’nostalgico”….io prediligerei definirlo un po’stronzo, ma tant’è, questo è lo stato neuronale del nostro Paese. Ben si collega, in effetti, ad un baretto della provincia comasca dove ho preso un caffè l’altro giorno. Dietro al bancone, in bella mostra, oltre ai vessilli ultrà della squadra locale, un “Sole delle Alpi” (vi ricorderete di lui per la polemica ad Adro, Brescia), simbolo legato alla “tradizione” padana, e una bella monetina con il testone del dittatore italiano. C’è confusione oppure le diversità tra le due realtà xenofobe italiane pian piano stanno venendo meno? Tra qualche tempo avremo ulteriori segnali per capire davvero come volge la situazione; nel frattempo, maschioni o femminazze mie, io vi guardo e sorrido amaramente, pensando ai vostri nonni che, probabilmente, hanno vissuto quegli anni di privazioni e di soprusi, e che, vista la progenie, avrebbero preferito una sana infertilità  a questi nuovi mostri umani. Questi stessi mostri hanno partorito atti vilmente e volgarmente brutali, come solo queste canaglie sanno essere, nei confronti di persone, “colpevoli” di essere omosessuali, tematica che sicuramente meriterebbe un altro articolo, ben più serio del mio.

Chiudo, chiedendo ai sicuri moralisti che si sentiranno indignati per la mia battuta sul bungee jumper, di ragionare bene prima di parlare e di capire che, quanto successo a Piazzale Loreto, sebbene violento, va contestualizzato, non può e non deve essere cancellato. Ora mi riguardo Corrado Guzzanti[iii], che magistralmente ci dice cosa abbiamo lasciato e cosa, speriamo, non ritroveremo mai.


[i]http://www.lettera43.it/upload/images/05_2011/l43-110506160351_big.jpg

[ii]http://www.youtube.com/watch?v=ylyAHswlab4

[iii]http://www.youtube.com/watch?v=fbNkpBQWLc0&feature=related

3 Comments

  1. Anonimo Giugno 18, 2012 3:13 pm 

    Andrea è proprio un articolo “stuzzicante”,partendo dal titolo giù fino all’ultima parola. Fa riflettere e fa sorridere,che si può volere di più!

  2. Anonimo Giugno 19, 2012 2:12 pm 

    Concordo! Stuzzicante è la parola giusta, pone delle questioni serie: l’entità della destra italiana,l’assenza di pudore e la volgarità morale di certi individui…Sorprende sempre l’indifferenza generale verso atti in realtà molto gravi.

  3. Anonimo Giugno 20, 2012 1:19 am 

    Geniale! Veramente bello!

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