di Massimiliano Martucci
Se il bombarolo è della porta accanto a che serve premunirsi di schemi e strutture, di logiche e di apparati?
A nulla, praticamente. Se il bombarolo è della porta accanto possiamo morire da un momento all’altro, potrei non finire l’articolo, potrei essere accoltellato o sparato, magari messo sotto da un pazzo. Eppure sarebbe errato considerare l’accaduto di Brindisi come l’opera di una persona sola. L’azione è preceduta da un pensiero e il pensiero è reazione ad un’altra azione e così via all’infinito. Una bomba che esplode e uccide non può limitarsi ad una tragicomica accettazione de “L’hanno preso!”.
Chi hanno preso? Che cosa hanno preso?
Un uomo che ha scelto di uccidere, perché se le immagini sono vere, il telecomando è stato usato nel momento in cui si sono avvicinate le ragazze. Ma le immagini sono bloccate nel momento in cui sembra che schiacci un pulsante. E la scelta di uccidere da cosa è derivata? Da cosa è derivata la furia di Cogne e la strage di Erba? E quella in Norvegia fatta da Breivik? E Avetrana? La cronaca non è una serie ad episodi, non finisce con il telegiornale, ma convive con noi, nelle nostre case, nelle nostre strade, intorno a noi. Noi siamo la cronaca e il bombarolo della porta accanto lo dimostra, ci sbatte in faccia la realtà.
Una realtà fatta anche di giornalisti faciloni e Procure competitive che si contendono l’osso mediatico per avere le prime pagine. Una realtà fatte di dirette televisive in cui i personaggi che vivono ogni momento scortati si arrogano il diritto di dire la loro su quanto accade nelle strade e nelle case.
Il bombarolo della porta accanto dovrebbe contribuire a far riflettere, dovrebbe metterci in crisi più di qualsiasi attentato mafioso, perché le logiche a cui ha obbedito ci riguardano tutti, e tutti possiamo essere o vittime o carnefici. Una riflessione forte, di parte, ovviamente, che contempli la crisi, la mancanza di futuro, l’incapacità di capire perché i banchieri sono chiamati a riparare i danni che hanno fatto gli altri banchieri ma nessuno si interroga su CHI ha scelto gli uni o gli altri. E il bombarolo della porta accanto ci ricorda anche che, se volessimo, basta poco per deviare lo scorrere degli avvenimenti, il bombarolo ci deve fare paura ma ci deve dare speranza che ognuno, se vuole, può cambiare la storia (magari evitando di ammazzare).