di Greta Marraffa
Su uno sfondo grigio e malinconico, questa città si appresta con tutta la sua carica emotiva e religiosa ad ospitare i “riti della settimana santa”. Due giorni di intense e forti emozioni, impregnati di sentimento religioso e mistico, tradizione e folklore. Una pellicola che si ripete dal lontano 1603 ma che quest’anno riscontra un’inaspettata novità. Lo scorso 3 Aprile, l’amministrazione comunale ha emanato un’ordinanza che prevede la chiusura totale del borgo antico alle auto, dalle 21.00 del Giovedì Santo, alle 06.00 del Venerdì. “Inviammo la richiesta in comune, quasi sei mesi fa ”- così Marco del Vecchio, presidente dell’associazione Howlers, composta da ciclisti di ogni età, sottolinea caparbiamente.
“La nostra proposta di civiltà e buon senso, è stata accolta; e ne siamo soddisfatti” . In una notte densa e ricca di sentimento, il borgo antico potrà contenere la folla oceanica di fedeli, credenti e curiosi, priva del rumore assordante dei clacson delle autovetture, valorizzando un rispettoso e religioso silenzio. “Le biciclette sono lo specchio dell’animo, ci sono tanti tipi di biciclette”. Marco ne possiede una tutta sua, la sua compagna di viaggio. “Vivere la bicicletta, significa sentirsi più leggero e libero: è magico il rumore della catena che invade le vie deserte della città, la sera tardi”.” La nostra associazione nasce successivamente la morte del nostro caro amico e fratello Lucio Dione. Una morte senza senso, evitabile.”
Marco, a un anno da quel tragico incidente, non riesce a darsi una spiegazione. “La chiusura della città vecchia è un modo anche per ricordarlo: anche lui, come noi, aveva un’idea diversa di città, una città migliore, a misura d’uomo.” Nella città più inquinata d’Europa, depredata e sfruttata, i ragazzi dell’associazione Howlres, propongono rimedi e soluzioni efficaci per ricostruire un nuovo senso civico. “Una mentalità che occorre cambiare totalmente”. Marco è tenacemente convinto:“bisogna educare gli automobilisti a curarsi della presenza sul manto stradale di ciclisti”.
L’utilizzo della bicicletta, secondo Marco, comporterebbe anche un radicale mutamento del modo di approcciarsi alla quotidianità: “E ’il mezzo che ti permette di raggiungere qualsiasi luogo con estrema facilità; con essa non conosci il ritardo”. “Siamo contrari alle piste ciclabiie. Certo, su tragitti a media e lunga percorrenza sono indispensabili, ma in città le piste risultano essere delle vere e proprie prigioni e gabbie per noi ciclisti: un modo elegante per ghettizzarci; per questo noi chiediamo STRADE CICLABILI. La nostra associazione propone un’idea di città differente: vorremmo che venisse incrementato un modello efficiente di mobilità sostenibile, attraverso anche l’utilizzo di veri e proprio esperimenti di “car sharing”: in parcheggi appositi dovrebbero essere lasciate le macchine per poi attraversare le zone della città affittando biciclette o utilizzando mezzi sostenibili.”
Il territorio ionico però non offre grandi esempi di civiltà e di rispetto per l’ambiente. E’ paradossale che in questa città non si siano sperimentate forme di crescita e di sviluppo sostenibile: la quantità limitata di chi utilizza con frequenza e assiduità la bicicletta o semplicemente le proprie gambe per raggiungere mete o percorrere brevi o lunghi tragitti è davvero sconfortante. Si continuano ad accettare e a praticare comportamenti errati, acconsentendo ai ritmi frenetici, disumani e angoscianti – che alla fine prendono il sopravvento su una piacevole e serena passeggiata in bicicletta.
Taranto quando è baciata dal sole ha un non so che di magico ed attraversarla in sella ad un bici, con il vento che accarezza il volto e scompiglia i capelli, è sempre un’emozione unica. La bicicletta è guerriera romantica, e poi “quando sono belle giornate” -conclude Marco, con un sorriso sereno e rilassato -“il sole te lo becchi tutto tu”.