di Domenico Cinquegrana
Questa è la classica storia di provincia. Questa è una storia lontana anni luce da qualsiasi discussione in merito alla crisi, alle banche e ai governi in carica. Ma questa, nel suo piccolo, è una storia paradigmatica sulle vicende che attraversano la nostra comunità, su come una città come Taranto, a discapito dei banali slogan propagandistici, abbia perso qualsiasi inclinazione all’accoglienza. Una storia che ci allontana da un’idea di città e società solidale.
Martino Zingarelli è un tarantino che ha deciso di dedicare le sue migliori energie all’arte, è un madonnaro che per amore della bellezza viaggia tra le strade e le piazze d’Europa disegnando su grigi marciapiedi dolci volti di donna. Immagini sacre che attirano le attenzioni e i complimenti di europei di tutte le lingue e nazionalità. La bellezza sa scavalcare gli steccati culturali e ideologici.
Martino parla con orgoglio della sua partecipazione a concorsi di carattere internazionale. Ci tiene a sottolineare che la sua è Arte, non è volgare imbrattamento dei muri. Racconta di incontri, organizzati dalle amministrazioni locali, durante i quali si sfidano decine di madonnari come lui. Incontri con migliaia di visitatori incantati da cotanta bravura.
Ma Martino è un tarantino e, nonostante i viaggi e le esperienze vissute, sente dentro di se la necessità di tornare nella sua città natia. Vuole lasciare una traccia per dare un segnale ai propri concittadini che esiste un qualcosa a Taranto che non siano fumi e veleni. Vuole che anche i tarantini incrocino lo sguardo dolce delle sue madonne, uno sguardo che fa sentire, per un attimo, il cuore più leggero.
Per completare un buon disegno Martino dedica in media 15 ore di lavoro, con applicazione e fatica sperando nella clemenza del tempo. Ed un lavoro di tale complessità Martino ha cercato di regalarlo alla sua città sabato scorso, in piazza della Vittoria. Peccato che dei vigili solerti abbiano ben pensato di interrompere il lavoro e opporre al nostro madonnaro la violazione di un non meglio definito regolamento comunale.
Martino non è uno sprovveduto, aderisce alle associazioni del settore e conosce le leggi. Si oppone ai rilievi dei vigili. Ma nulla. Dura lex (?) sed lex! Ma non è la contestazione ad aver ferito Martino, ne l’ingiustizia del trattamento riservatogli. Il gesto che non ha sopportato è l’aver visto pulire quel marciapiede al quale aveva dedicato ore di lavoro e impegno. È forse in quel confondersi di immagini e colori che Martino si è sentito tradito, per un attimo rifiutato dalla sua città.
È inutile ricordare di come interi quartieri siano imbrattati da polveri rossastre e odori nauseabondi. Ma in quel caso l’Amministrazione gira la testa dall’altra parte. Forte con i deboli e deboli con i forti. Questa l’unica vera legge di una comunità che ha tradito se stessa e i suoi cittadini.
Martino, invece, non ci sta. Ha accettato di raccontare la sua storia, vuole che se ne parli. Vuole che Taranto sfrutti forme di sviluppo alternative. Che si punti sulla bellezza! Davvero un rivoluzionario Martino…non c’è che dire.