di Domenico Cinquegrana
R.: Uè, torna Siderlandia lunedì. Mi devi scrivere un pezzo!
Io: Ah bene! E di che devo parlà?
R.: Fai tu…mi fido!
Io : E fai male…
Chiusa la chattata con Romeo, si è aperto il foglio bianco di word. E mò? Che scrivo?
Sono stato una settimana a rodermi il cervello… parlare della crisi? I giornali non fanno altro…della situazione politica amministrativa a Taranto? Poco originale…
E così ho vissuto giorni nei quali un tarlo si era inserito nella testa, non fare il pacco a Romeo. Non se lo merita. Una sera però, tra una porzione di patatine e un panzerotto al forno, mi si è accesa la lampadina. Ero seduto, con il fido M., in una di quelle squallide rosticcerie che hanno invaso la città. Su un bancone era a disposizione uno di quegli altrettanto squallidi giornali venduti agli angoli delle strade. E devo dire che neanche il panzerotto era un granché.
Ebbene, tra le righe sul pezzo dedicato alla convention di SDS tenutasi presso la Subfor sabato 5 novembre, il giornalista rilevava la presenza di una vecchia conoscenza della politica tarantina, l’ex assessore della giunta Di Bello, Clara Funicello.
Il boccone mi è andato di traverso e il fido M., travolto com’era dalla noia, si è domandato il perché di cotanta vitalità in una serata monotona.
Io:Leggi qui! C’è un ex assessore della giunta Di Bello che appoggia Stéfano!
M.: Embé? Io manco vado a votà!
Io: Ma capisci? La Funicello ha sostenuto la giunta che il debito l’ha creato per poi fare la campagna per chi sostiene di averlo abbattuto. È come se facesse la campagna contro se stessa! Ti rendi conto?
M.: Te la fai un’altra birra?
Io: Si, decisamente!
La Funicello, in effetti, alla scoperta del dissesto, separò le proprie sorti da quelle, oramai tremendamente compromesse, della Di Bello. Ma come dare fiducia nuovamente a chi non ha avuto modo di accorgersi di un disastro finanziario tale? Possiamo continuare a sostenere una politica dei “riclicati”? Davvero non si riesce ad imporre un’etica della responsabilità in questa città?
Domande troppo complesse e dalle risposte lontane. E così mi sono trovato a scrivere questo articolo, stupito di quanto in politica di possa affermare tutto e il suo contrario. E di come la proposta di cambiamento, tanto sbandierata 4 anni fa da Ezio Stéfano, oggi sia sostenuta da partiti quali l’Udeur, i Repubblicani, il Psi. Partiti che a livello nazionale hanno sostenuto il governo Berlusconi e che costituiscono il “vecchio che avanza”. È questo il legame con la società civile promesso in campagna elettorale? O forse, la perpetuazione del potere necessita il sacrificio della partecipazione?
Se il centro sinistra riuscisse ad organizzare delle “vere” primarie, attraverso le quali recuperare un dialogo con i cittadini (vedi Milano e Cagliari), allora questa città avrebbe una speranza…se le primarie, viceversa, dovessero dare solo un velo di democraticità a delle dinamiche prettamente “di palazzo” a noi non resterà che meritarci una deriva autoritaria di stampo citiano.
A queste riflessioni di semplice buon senso a me non rimane che ripromettermi di cambiare rosticceria…buon appetito a tutti.