La costruzione di un amore

di Cosimo Spada

Ah l’amore… C’è qualcosa di meglio per rovinarsi la domenica? No vabbé non voglio fare il cinico e cattivo illuso dall’amore e che passa le giornate ad insultare le coppie che vivono il loro amore alla luce del giorno, ( bugia grandissima!!!! io sono cinico a livelli altissimi e mi brucia tantissimo quando vedo due che si baciano e si fanno le coccole. Maledetti morirete vittime di un mutuo a tasso variabile o dei mobili Ikea), ma di certo non sono un romanticone. Da quando l’amore è diventato marchio di proprietà della Perugina noi giovani d’oggi non abbiamo più la possibilità di vivere in maniera sincera e un po’ perversa questo sentimento antico. Ma quando meno te lo aspetti: in un bar, per la strada, nella tua cameretta, in un bagno di un locale con poca luce ecco che l’amore si manifesta. L’articolo di questa settimana di Perle ai Porci è dedicato proprio all’amore che nasce, cresce e forse finisce per una band, in questo caso parliamo dei Tame Impala. Per raccontare meglio questa storia suddividerò le varie fasi in altrettanti capitoli.


Capitolo I: l’innamoramento

Ho conosciuto i Tame Impala nel 2011. Se ne faceva un gran parlare in rete del loro primo disco: Innerspeaker uscito nel 2010. Solo che nel marasma di materiale che esce ogni mese quel disco non lo avevo preso in considerazione. Ma grazie ad un blog finalmente li scopriì, e fu amore.

Quando nasce un amore hai come l’impressione che quello sia l’Amore. Non c’è niente di meglio del tuo amore con quell’altra persona ed è sicuramente un dono di Dio oppure dimostra che Dio esiste. Peccato che poi ti ritrovi su un divano a mangiare patatine e a vedere un pessimo film e con il tuo Amore che russa al tuo fianco. Beh, anche per me con i Tame Impala è andata più o meno così. Innerspeaker mi ha travolto, un album di rock psichedelico come non se ne sentiva da secoli. I Tame Impala sconfessano il detto “tenere il piede in due scarpe”, Innerspaker è allo stesso tempo etereo e concreto. Un ossimoro vivente. La voce di Kevin Parker perennemente sottoposta all’effetto eco sembra priva di consistenza, onnipresente ed avvolgente, e si contrappone alla batteria di Jay Watson che ci riporta alla dura realtà con una batteria che ricorda i più grandi pestatori di questo tempo. In Desire be desire go Kevin Parker canta: “Dare I face the real world” è una sfida contro se stessi, fuggire dalle proprie indecisioni, e perché non farlo con una cavalcata rock? Questo è meglio di un bigliettino dei Baci Perugina! L’altra chicca è Lucidity, il pezzo più esaltante dell’album; Parker invoca il ritorno di Lucidity, che è insieme donna e lucidità mentale, intanto che il resto della band crea un perfetto sound per non rimanere seduti. Che potevo fare io davanti ad un album del genere? Mi sono dichiarato conquistato.

Capitolo II: l’amore è due cuori ed un mutuo a tasso variabile

Continuavo ad ascoltare Innerspeaker più volte al giorno e scoprivo sempre nuove cose sulle singole canzoni del disco. Ma volevo ancora di più. Ogni relazione arriva a quel punto. Cari cuoricini solitari è quello il momento in cui state per smarrire la “diritta via”. Ma non lo sapete.

Facendo ricerche su internet trovai altro materiale sui Tame Impala, i loro ep omonimo Tame Impala del 2008 e una raccolta di loro demo e rarità che nella loro discografia non ha traccia e che sembra compilata da fan, in rete potete trovarla come Demos. Gente io mi sono totalmente dichiarato innamorato dopo queste due perle. Se i Tame Impala di Innerspeaker fanno convivere atmosfere eteree con l’energia del rock, negli ep e nella raccolta di demo potete ascoltare il miglior hard rock psichedelico di tutto il decennio. Pezzi come Half Full Glass of Wine non sfigurerebbero nella discografia di Led Zeppelin o dei Deep Purple o dei Black Sabbath migliori. Nella raccolta di demo è possibile ascoltare un pezzo come Serpentine, non saprei come altro definirlo se non “fottuto rock n’roll”. Altri pezzi come Skeleton Tiger anticipavano quello che poi sarebbero stati gli Impala con Innerspeaker.

Ma fosche nubi si intravedevano all’orizzonte. Arrivano per tutti. E infatti….

Capitolo III: arrivano le fosche nubi

Quando una relazione è sottoposta al senso critico ci sono due strade che si possono presentare: il matrimonio o la fine del rapporto. In entrambi i casi si è fottuti.

All’inizio del 2012 aspettavo con trepidante attesa l’uscita del nuovo album dei Tame Impala. Purtroppo fu annunciato per i primi di ottobre del 2012, due settimane fa circa, mandandomi in depressione assoluta. Ho aspettato molto, poi in estate esce il primo singolo Elephant, non mi colpì molto, a primo ascolto era un pezzo rock già sentito e sembrava troppo pieno caricato di effetti; ne conclusi che il pezzo non “respirava” per tutta la roba che c’era dentro.

Quando è uscito finalmente l’album, “Lonerism, la delusione è stata molta. Le chitarre vengono messe in secondo piano dalle tastiere, che sembrano suonate da bambini che si divertono molto a giocare con gli effetti più strani.

Parker in molte interviste parlando di Lonerism aveva dichiarato che cercava di scrivere la canzone pop perfetta. Ma non mi sembra ci sia riuscito, visto come ha ingolfato il suono della band riempiendo ogni canzone di pesanti effetti che rendono confuso l’ascolto. L’unica canzone che salvo è Apocalypse Dream, che ricorda il sound di Innerspeaker.

Morale della favola: come in molte relazioni mi sono preso una pausa di riflessione dai Tame Impala. Sappiamo tutti cosa si nasconde dietro l’espressione “pausa di riflessione”, è inutile che ferisca i vostri cuoricini con questa terribile verità.

ATTENZIONE: La redazione di Siderlandia prende le distanze dalle opinioni su amore e relazioni espresse in questo articolo da Cosimo Spada. Siderlandia crede e lotta per un mondo pieno di amore coppie felici e grattini dietro il collo.

La redazione di Siderlandia.

Mentre scrivevo l’articolo ascoltavo:

Sparta Philharmonic, (Trans)Migratory Birds, 2010

Offlaga Disco Pax, Gioco di Società, 2012

2 Comments

  1. Federica Panicucciui Ottobre 22, 2012 5:40 pm 

    Jacques Prévert in confronto a te è un pivello

  2. Mimmo Spada Ottobre 22, 2012 7:17 pm 

    La Mondadori mi ha chiesto il permesso per inserirmi negli oscar poesia, sarò il poeta del 2 di picche

Comments are closed.