di Fabiana Manigrasso
“I giovani quando escono da scuola e devono trovare un’occupazione, devono anche non essere troppo choosy, come dicono gli inglesi. Bisogna entrare nel mercato del lavoro. Oggi non è più così perché il mercato è difficile, è debole, però abbiamo visto tanti laureati in attesa del posto ideale. Nel mercato ti devi attivare”
Questo diceva lo scorso 22 ottobre sul palco di Assolombarda, a Milano, il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero.
Da quel momento in poi migliaia di giovani e meno giovani hanno lanciato, sui social-network, una protesta contro l’ennesima frase infelice della Ministra , che ormai ci ricorda sempre più Berlusconi; ogni tot giorni omaggia gli italiani con qualche “perla di saggezza” : e il lavoro non è un diritto e i giovani sono schizzinosi, il tutto condito con un pianto finto da tragedia greca.
Tantissime sono state su facebook le gallery stile Repubblica con post-it e cartelli dove molti ragazzi e ragazze descrivevano le loro disastrose situazioni lavorative e di vita.
C’era il giovane laureato in chimica che fa il dog-sitter, la ragazza laureata in lettere che perde i suoi giorni e la salute mentale in un call-center (e con le poche centinaia di euro che guadagna ci si paga appena una seduta dallo psicologo), c’era chi consegna pizze, chi fa la mascotte nei centri commerciali, chi fa le pulizie, chi fa la baby-sitter per mantenersi agli studi, ecc ecc.
E nella rabbia di questi giovani mi ci sono ritrovata.
Ho fatto la cameriera per 9 ore al giorno: servivo dietro il bancone e quando c’era meno clientela i proprietari pensavano di farmi riposare pulendo friggitrici, teglie incrostate di pasta lievitata e bagni -utilizzati da schiere di militari poco civili, appunto–il tutto per 10 euro al giorno.
Poi la baby-sitter per 150 euro al mese tutti i giorni, la bella statuina nelle fiere per qualche decina di euro, con visitatori –e non- che pensano di essere entrati in un night club: avances, biglietti con numeri di telefono, sorrisini, foto da scattare e proposte di matrimonio con annessa situazione patrimoniale che nessuno ha richiesto!
Ho fatto la commessa per 10/12 ore al giorno, scaricando camion in una via molto trafficata con il pericolo di essere tranciata viva da un momento all’altro, il proprietario -una persona poco educata, dallo sguardo e dalla mano invadente- ci faceva pulire vetrate enormi tanto quanto lo era il magazzino, ci faceva spalare le feci dei cani dalle aiuole degli alberi (perché altrimenti il negozio ne perdeva di immagine ma della nostra immagine ovviamente poco gli importava) e contemporaneamente servivamo i clienti, sistemavamo chilometriche scaffalature, sopportavamo i suoi umori, il tutto per pochissime centinaia di euro, tutto compreso !
E cara Elsa ho accettato tutto ciò, come le mie colleghe del resto, proprio perché al contrario di come lei ha esternato qualche giorno fa, noi giovani, e noi giovani donne soprattutto, di schizzinoso abbiamo ben poco, e forse ogni tanto dovremmo ricordarci che il rispetto per se stessi e l’amor proprio poco hanno a che fare con l’essere schizzinosi!
Finge di interessarsi alla condizione delle donne italiane e non sa che migliaia di donne sul posto di lavoro subiscono mobbing e continue molestie: si rende conto quale peso e significato possa avere quel suo “non siate choosy”, su queste donne?
Io, ho fatto e continuo a fare solo quello che fanno migliaia di ragazzi e ragazze, anche di meno, e tutto ciò in maniera saltuaria, nessuno di questi lavori è durato più di un mese e mezzo, spesso anche solo per qualche settimana!
Perché cara Elsa, nonostante questi lavori non ti portino da nessuna parte, ti rubino la vita, il tempo e ti azzerino le speranze di un futuro, non dico migliore ma almeno dignitoso, quasi sempre è colui che ti sta sfruttando che decide di privarti di quel misero lavoro a cui ti eri aggrappata!
Perché nonostante tutto, sono loro che scelgono quale schiavo o schiava sia più schiavo fra tutti quelli che ha tenuto in prova, per poi far finta di assumerlo!
Il problema, cara Ministra, non è l’essere schizzinosi o meno il problema è che il lavoro non c’è e c’è ben poco da essere choosy quando ogni giorno, monitorando siti con offerte di lavoro, ti rendi conto di essere troppo giovane per quello, troppo grande per quell’altro, poco esperienze o troppe competenze o troppo poche: siamo sempre troppo o poco qualcosa.
Passare le giornate a contare quanti c.v. hai inviato e quando noti che quel giorno, non ci sono offerte di lavoro, la rabbia e lo sconforto prendono il sopravvento.
La nostre email, sono quasi esclusivamente in uscita e puntualmente quando arriva un notifica di “posta in arrivo” sono spam o risposte per avvisarci che la ricerca è stata chiusa e che hanno già scelto il candidato, questo lo fanno i più umani, altrimenti il tuo cv e le tue foto finiscono nel cestino, nel silenzio più assoluto!
E spesso ti ritrovi a fare calcoli, a girarti e rigirarti nel letto non chiudendo occhio pensando a come pagherai la prossima tassa universitaria o le bollette.
Nonostante la rabbia dopo la sua esternazione – che poi ha chiarito – ho preferito non creare alcun post-it da fotografare in web-cam, non ho lanciato tweet arrabbiati e non ho scritto lettere e status dove la linciavo verbalmente!
Odio la violenza anche solo verbale, i commenti forcaioli e odio le proteste organizzate e radical-chic che ormai hanno preso piede sui social-network puntualmente ad ogni castroneria dichiarata da un politico e poi credo sia anche un po’ vero che molti giovani italiani non farebbero mai, neanche per un solo mese, un lavoro che non rientri in quello per cui hanno studiato, e per mesi e anni aspettano la prossima offerta, sperando sia sempre migliore di quella che hanno appena rifiutato, il tutto gravando sul bilancio di mamma e papà!
Però, è anche vero, che se fosse stata una zia che ha lavorato un’intera vita piegata in campagna o in fabbrica a consigliarci di accettare di tutto senza essere troppo schizzinosi, forse avremmo accettato chinando il capo umilmente, ma se a dirci tutto ciò è un Ministro del Lavoro che sicuramente fa parte di un’élite che non ha mai patito problemi economici e di precariato, ci permetta di dirle cara Elsa, che lei non è nella posizione di chiamarci choosy!
La Choosy Generation!
http://satiraintempestiva.wordpress.com/2012/10/29/la-choosy-generation/
La chiusa esprime al meglio il vero errore della Fornero. Lei non è nella posizione di dire una cosa del genere. Un po’ come il Papa quando afferma che il preservativo non risolve il problema dell’AIDS in Africa.
Quella persona( meglio quell’anno arpia) non è’ il. Soggetto titolato per suggerire ai giovani come approcciare il mondo del lavoro,dal momento che i figli sono stati ” sistemati” con un’organizzazione che viene finanziata a piene mani dalle lobbies che lei difende e opera per accrescere il potere sui dipendenti
http://www.corriereuniv.it/cms/2012/10/caro-ministro-fornero-ce-chi-accetta-anche-lavori-disgustosi/ La mia lettera in risposta!