Choosy e bamboccioni

di Massimiliano Martucci

Chi dice che i giovani italiani non siano nei pensieri dei governanti sbaglia, perché nel giro di pochi anni non solo si sono occupati di noi (giovani) ma ci hanno anche fatto la ramanzina, da buoni genitori, in televisione, in occasioni in cui non abbiamo avuto modo di giustificarci.

La prima volta fu quando fummo definiti bamboccioni, perché non volevamo lasciare il tetto di mammà, troppo attaccati alla sua gonna. Era il 2007 e Padoa-Schioppa sentì l’impulso a indicare ai giovani la porta.

Dopo 5 anni la ministra coccodrillo Fornero ha definito i giovani “schizzinosi”, “choosy”, per darsi un tono, affermando la mancanza di umiltà, in estrema sintesi, che impedisce di accettare qualsiasi posto di lavoro.

“Anche se mi propongono di essere pagato 1.000 euro ma poi 500 li devo ridare indietro?”

“Certo, mica hai studiato, sei sceso in piazza, ha lottato per l’equità e la giustizia sociale”.

“Ma perché non perseguite questi imprenditori banditi, che impoveriscono l’Italia?”

“Perché prima di lottare contro l’evasione dobbiamo fare quadrare i bilanci”

“Ma i bilanci non sono falsati? La criminalità organizzata non ha un’economia che sfiora il 30% del nostro Pil?”

“Dobbiamo lottare contro i criminali”

“E come fate se tagliate anche i fondi per le Forze dell’Ordine?”

“Fatti i cazzi tuoi”.

Il governo, per bocca dell’empatica Fornero, combatte contro i giovani disoccupati e non contro la disoccupazione, contro i poveri e non contro la povertà. Il problema è che, tentando una mera giustificazione, l’idea che chi vive a Roma a Montecitorio o nei caveau delle banche, o dietro le cattedre della Bocconi, non corrisponde esattamente alla realtà che vive la maggioranza della popolazione. Non tutti i giovani a diciott’anni scelgono tra un Bmw o un Mercedes, non tutti i giovani vanno in vacanza tre volte all’anno, non tutti i giovani hanno i genitori ministri dell’economia, deputati, primari, professori, avvocati, giornalisti. Anzi, non tutti i giovani hanno una famiglia capace di supportare le scelte migliori, non tutti i giovani possono diventare consiglieri comunali nel giro di due settimane.

Ma la maggioranza dei giovani è costretta a fare il cameriere per pagarsi gli studi, accettare lavori da fame, essere umiliati sui cantieri, rischiare la vita per strada o in fabbrica, scrivere per pochi euro al giorno, fare progetti di cui si prenderanno il merito altri.

Tanti, troppi, smettono di essere giovani senza nemmeno essersene accorti.

2 Comments

  1. Michelangelo Novembre 26, 2012 12:14 pm 

    Bell’articolo.

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