di Giuseppino Pittalis
Lo confesso, è un periodo che dormo male. Anzi non dormo proprio.
Ho cercato di trovare una spiegazione, un perchè, una ragione plausibile a questa mia insonnia, ma per quanto ci provassi non riuscivo a trovare una soluzione a cio’.
Ho pensato fossero i calci che mio figlio mi tira in tutte le parti del corpo mentre è nel letto con me centrando sempre in pieno le parti nobili in maniera infallibile ma subito ho capito che ciò non poteva essere.
Mi sono posto in maniera introspettiva ma visto che non ci riuscivo da solo, ho pensato che forse uno strizzacervelli avrebbe risolto il mio problema.
Ma ci volevano troppi soldi e allora mi sono detto :” Vado da un prete, quello è gratis”.
Ci sono andato e mi ha consigliato di guardare dentro di me.
E ci volevi tu che mi dovevi dire una cazzata del genere?
Comunque ho provato a farlo ed ho capito da dove questa pulsione incontrollabile avesse origine. Una data: 30 Novembre 2012. Un luogo: Ostuni!
Quel giorno sono andato insieme ad un amico a “vedere” Massimo D’Alema.
Si a vedere e non a sentire perchè di cazzate oramai in passato ne aveva dette tante e poco mi interessava ciò che avrebbe detto nel tirare la volata a Bersani per il secondo turno delle primarie che si sarebbe tenuto da li a poco.
In realtà volevo rendermi conto da vicino se i suoi baffi continuassero a rimanere su senza bisogno di particolari cure e se il barbiere di Montecitorio continuasse a mettere in opera quel particolare taglio che per nostra sventura in passato si era sempre fermato ai capelli e intimamente speravo che offrissero un buffet per riempirmi la pancia a scrocco cosa che purtroppo non è avvenuta ( Che sfiga, per il taglio. Forse oggi non saremmo in queste condizioni)! Poco male.
A quel punto resomi amaramente conto che avevo fatto un viaggio a vuoto, ho ascoltato con attenzione gli interventi che si sono susseguiti in rapida sequenza.
Il primo giovane, brindisino, prossimo alla laurea in ingegneria, ha parlato di una Puglia innovativa, una regione in cui il lavoro creato nella sua provincia grazie all’Alenia gli permetterà di stare tranquillo per i prossimi quindici anni.
Il secondo, futuro economista, leccese, ha magnificato le grandi possibilità che il “Sistema Salento” offriva ai giovani ed il fatto che la loro autonoma università in continuazione nella sua città, fosse fucina di iniziative culturali e volano di crescita e sviluppo.
Il terzo, quasi avvocato, barese , dipendente di un ente “farlocco” a partecipazione mista,nel tessere le lodi di chi con l’azione di governo ha portato prosperità e benessere a casa sua creando queste società, gli ha fatto una leccata di quelle che tutta la brillantina “Linetti” che il buon Massimo teneva in testa è sparita, facendogli raggiungere l’orgasmo intellettuale quando con un “coupe de theatre” ha tirato fuori dalla giacca il libro che parlava dell’Europa che il baffino nazionale si era fatto scrivere da un ghost writer e aveva pubblicato a suo nome.
Con i lucciconi agli occhi e i moccoloni al naso a quel punto l’onorevole ha preso la parola e in sintesi ha spiegato che tutto ciò che in Puglia era stato fatto, era stato possibile perchè l’alleanza con chi è al governo della regione stava funzionando molto bene.
A quel punto illuminato dalle sue parole , mi sono sentito come san Paolo, folgorato sulla strada di Ostuni, perchè alzando timidamente la mano una scarica di energia elettrostatica mi ha attraversato a causa dello sfregamento delle maniche del mio giubbotto acrilico-proletario sul cappotto di cashmere-capitalista della bionda di fianco (faceva infatti un freddo di pazzi).
Con la mano alzata a quel punto il moderatore notatomi ha esclamato:”Rivolgi pure tu una domanda, fallo pure !”.
Non potendogli dire a quel punto:”Scusa dove è il cesso che mi scappa di pisciare?” , rosso di vergogna e giallo di invidia per ciò che i corregionali avevano declamato con tanta gioia, ma forte dell’esperienza di vita che avevo, in quanto ne avevo viste tante da farmi cadere i capelli tanto da assumere lo status di diversamente pettinabile ho proferito le seguenti parole al suo indirizzo: ” Mi scusi Presidente (si lo so qualcuno adesso starà obbiettando che ai compagni si da del tu, ma a me tutto mi sembrava tranne che D’Alema fosse comunista) ma tutto’ cio’ che ho sentito fino adesso ha seriamente messo in discussione tutte le mie certezze di vita quotidiana. Mi sto chiedendo, e le sto chiedendo sperando che Lei posa darmi una risposta , io dove è che vivo? Io vengo da Taranto e tutto ciò che lei afferma non mi sembra che a casa mia ci sia e Taranto è in Puglia. Allora visto che non vivo in un mondo parallelo in cui ci sono persone con le orecchie a punta che girano in astronave come il capitano Kirk e quel poco di lavoro che c’è lo stiamo perdendo perchè le due piu’ grandi realtà lavorative che esistono, la fabbrica dell’acciaio e quelli che rispondono al telefono stanno nella merda, la risposta è una sola: Taranto sta in Basilicata e fa parte della provincia di Matera !” A quel punto molto cortesemente mi hanno invitato ad uscire fuori perchè mi volevano fare un caricatone di mazzate visto che mi ero permesso di dissentire. E prima che mi prendessero me ne sono scappato.
Ma io, che vivo sempre nel dubbio, perchè è grazie al dubbio che trovo la verità, questa cosa la dovevo verificare. Dopo aver perso Ostuni che non passa più sotto Taranto che si è trovata declassata , ho deciso di andare a Matera per vedere il mio nuovo capoluogo di provincia.
E già sono iniziati i problemi. E come ci vado? Ci vado facendo la tangenziale di Massafra come dice il cantautore lombardo-carosinese Alessandro Guido oppure ci vado facendo la via normale cercando di evitare di passare davanti all’ Ilva perchè la l’aria non è buona e qualche operaio avvisato dal gestore del bar che ha ospitato D’Alema mi sta aspettando per farmi una lisciatina?. Ma io sono un temerario, decido di fare la strada normale e vedo che adesso non ci sono più i semafori e non si fa più la solita fila tipo traffico di NEW YORK alle 5 del pomeriggio quando tutti debbono andare a fare la spesa e con malcelato orgoglio penso che adesso mio cognato che è brianzolo non si può più lamentare quando torna, perchè pure da noi ci sono le rotonde. Ci manca la nebbia ma almeno ci sono le rotonde. Sto andando a Matera e ancora non mi sembra vero! Passando per San Basilio esclamo a voce alta scansando un camion che esce dalla sala Azzurra : “ e pure mo che questo incrocio fa parte della provincia di Matera tiene il semaforo che lampeggia , manco lo hanno messo a posto! Butt de sang!” (mi sono sempre chiesto che ci fanno tutti quei camionisti in quel piazzale oltre a prendersi il caffè al bar e fare inchiodare gli automobilisti quando ripartono fiondandosi in mezzo alla strada! ). Arrivo finalmente a destinazione passando per le campagne circostanti che a tratti mi ricordano l’Umbria se non fosse per tutti quei fossi che sono sulla strada. Alla fine giungo a destinazione. Non mi sembra vero sono a Matera! Ed è li che mi rendo conto che non è tanto differente rispetto a dove vivo adesso. Scopro che parlano con accento diverso una lingua italiana che a tratti sembra incomprensibile, che “I SASSI” in realtà non sono dei chianconi ma case scavate nella roccia dove gli indigeni vivevano, che la gente è normale , che c’è un centro medico convenzionato dove ti fanno una risonanza magnetica in 20 giorni massimo e che alcune ragazze tengono pure le tette grosse cosa che non mi lascia per nulla indifferente. E ciliegina sulla torta a Matera l’assicurazione della macchina costa meno che a Taranto. Penso: allora abbiamo fatto un’ affare noi tarantini a passare sotto Matera pure se abbiamo perso Ostuni e Cisternino (che però ci permetteva di restare fuori dalla profezia de Maya).
Mi dicono che non è vero niente e che Taranto resta provincia ma sempre da Bari dipende. Ritorno a casa amareggiato. Adesso potrò dormire sicuramente ma mi rendo conto che sto pensando, sempre strada facendo, ad Epifanio il personaggio di Antonio Albanese che diceva: “Siamo passati dal capitalismo produttivo a quello finanziario: perché non potevamo metterlo nel culo solo agli operai, ma anche a tutti gli altri. Per la par condicio, siamo democratici”.
Sono contento perchè ho una risposta: Sono un tarantino operaio che continua a prenderlo in culo dal forestiero di turno, ma questa volta però democraticamente in maniera provinciale. Almeno quella mi è rimasta.
Le amare considerazioni di queste righe nascono da dati di fatto e da un video trovato su you tube (https://www.youtube.com/watch?v=jzBvgM8Z_fo e https://www.youtube.com/watch?v=TDXJHgf_Bqk) dove anche se cambi i nomi il senso rimane lo stesso. Nascono dal quotidiano vissuto sempre in maniera precaria e dalla speranza che un domani i miei figli e i figli degli altri tarantini abbiano la forza e la volontà di cambiare le cose. Invece la canzone sulla tangenziale di Massafra la trovate sul sito di Alessandro Guido. In bocca al lupo Taranto e auguri a tutti.
Giuseppino Pittalis:
Filosofo metropolitano emigrato al contrario,precario non per scelta sua ma per colpa degli altri, si è fatto da piccolo il mazzo sui libri per diventare grande e una volta diventato grande ha capito che era meglio restare piccolo
Dopo aver guadagnato correndo dietro una palla quando si è stufato di essere chiamato cornuto ha deciso di trovarsi un lavoro serio rinchiudendosi in un un metro per un metro con una cuffia in testa in un posto da cui vede tutti i giorni cambiare il colore del cielo per il fumo che esce dalle ciminiere mentre si arrabbia con il cliente di turno. Ha l’hobby dell’agricoltura dinamica nel senso che quando puo’ va da franco l’ortolano a fare la spesa ma non compra mai i finocchi perchè sono posizionati poco a sinistra rispetto a come la pensa lui. Nel curriculum ha scritto che vive a Paolovi e che quelli di tarantonostra lo hanno fatto cozzaro d’argento nel 2002 ed è forse per questo che non se lo fila nessuno.