di Marianna D’Ambruoso
Ultimo articolo di questo anno, il 2012, colmo di eventi e problematiche che hanno portato a dei mutamenti in quasi tutti i settori della nostra esistenza. Parlare di cultura, arte e storia o di eventi in generale diventa difficile quando appena 2 giorni fa è accaduto l’ennesimo dramma della follia. Quindi, ho deciso di scrivere, ma soprattutto di ricordare tutte quelle persone che non ci sono più. E’ da più di un anno che si parla continuamente della profezia dei Maya, di questa fine del mondo che è in procinto di arrivare e che distruggerà tutto. Ma, se ci fermiamo a riflettere anche solo per un momento ci rendiamo conto che il declino del mondo intero e dell’uomo stesso è già incominciato. E non per mano di una profezia. La violenza, il non rispetto, la paura della crisi economica che attanaglia tutti, il lavoro che non c’è, le catastrofi naturali che distruggono lentamente il pianeta, lo sgretolarsi della famiglia e dei valori, la solitudine. Si sono dissolti i sogni, le illusioni e la speranza di un futuro di serenità. Ci aggrappiamo fortemente ad un passato ormai lontano, quando tutto era più semplice e si era felici anche solo di poco. Ma oggi, la frenesia e l’ arroganza di volere, anzi di pretendere un potere ed una onnipotenza che scavalcano ogni ideale ed ogni forma di libertà hanno preso il sopravvento su tutto. La società è malata di un male chiamato “apparenza e superficialità”. Solo il dio denaro risulta essere il mezzo indispensabile che fa da tramite per poter ottenere ma anche acquistare la vita di ogni individuo. Il sentirsi perennemente abbandonati ed isolati, non compresi e poco realizzati determina e crea una sorta di insofferenza latente. E poi accade quello che una mente razionale non riesce a comprendere. Ovvero decidere il destino degli altri attraverso atti di estrema barbarie. A pagarne un prezzo tanto alto sono sempre gli innocenti e gli indifesi. Bisogna assolutamente fermare tutta questa ferocia e brutalità. Basta massacrare bambini inermi, anziani o donne solo perché si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Fermiamo insieme ogni forma di ingiustizia e di abuso. Cerchiamo di cambiare il nostro modo di pensare e di essere attraverso il dialogo, la comprensione reciproca e l’evoluzione del saper e voler essere uniti. Andiamo avanti attraverso l’auspicio che l’essere solidali e fiduciosi possa portare ad avere un futuro di normalità e di stabilità. Non dimentichiamo e portiamo sempre nei nostri cuori tutti coloro che hanno perso la vita per il volere di uomini folli o persi.