Elezioni 2013: tra pacco e realtà

di Andrea Cazzato

Aria di elezioni in terra italica. Il 24 e 25 febbraio si terranno le consultazioni per eleggere i parlamentari della XVII Legislatura. Diciassette come la disgrazia direbbero in molti. Non che la precedente ci abbia regalato momenti di pura gioia, a dirla tutta. Fatto sta che si arriva a queste elezioni col fiatone, senza conoscere molto dei programmi e delle aspirazioni di ciascun “competitor”. Diverse le forze in campo: dal nuovo centro montiano alla sinistra ingroiana, passando per Grillo, il Pd + Sel e Silvio “Scrooge” Berlusconi. Chi vincerà? Ai posteri l’ardua sentenza.

In questi giorni si è parlato tanto di simboli, liste e formazioni dai nomi più improbabili. Giusto che se ne dia una carrellata, almeno di quelle più “assurde”. Le descrizioni che ne seguiranno sono frutto della mia fantasia, quindi se qualcuno dei lettori fosse di uno di questi movimenti la prenda con ironia.

Quando la fantasia non ha confine, il partito di La Russa, Meloni e Crosetto si appropria delle parole dell’inno italiano in un “grande” senso di spirito patriottico, annunciando anche la candidatura dei due marò arrestati in India. Libro e moschetto?

Che dire di questo simbolo. Pur non presentandosi in molte regioni, racchiude il meglio dell’educazione civica italiana e della analisi politica più raffinata.

“E io rinascerò cervo a primavera, oppure diverrò gabbiano da scogliera”. Riccardo Cocciante entra in politica finalmente? Pare di no; questo movimento forse raccoglie i cacciatori ambientalmente cattolici che amano dare la biada al cavallo stanco? Più probabile!

Novelli D’Annunzio alla carica per riconquistare Istria e Fiume? O semplicemente poeti poco inclini alla pigrizia? Da tarantino, leggendo “d’azione” non posso non avere l’immagine di un ex sindaco sceriffo che legge versi di Pascoli. D’Agostini ti ho dato un’idea.

Interessante esperimento schizofrenico. Comunque vada pare essere la lista favorita. In effetti sommando i voti degli astenuti, più quelli di questo partito, con l’aggiunta delle schede bianche e nulle, la maggioranza dovrebbe essere garantita.

 

Un simbolo un programma elettorale. Orrore grammaticale a parte, quanto si legge è semplice e fattibile. “Recupero Maltolto Stati Uniti € Chiudiamo Le Province “Aqua” Bene Comune No Amnistia” (per renderlo più semplice verrà chiamato R.M.S.U.€.C.P.A.B.C.N.A) riuscirà ad entrare nella mente dell’elettore medio!

Questi che vi ho presentato sono alcuni dei simboli più bizzarri che dovreste trovarvi davanti, aprendo la scheda (a patto che riescano a raccogliere le firme necessarie per presentarsi). Riusciranno forse a strapparvi un sorriso in un atto che col passare del tempo diventa sempre più rabbioso e più difficile.

Collegandosi a Facebook poi potrete trovare esperimenti molto più interessanti (e satirici) di nuove formazioni partitiche. Esempi fra i tanti sono Feudalesimo e Libertà, che si impegna per il reintegro della tradizione feudale nella società italiana, con un programma chiaro e seducente (ritorno alle corveè, alle giostre medievali, al mulino, all’aratro a trazione animale, ecc.); ma anche Siamo la Gente, il Potere ci temono, che dà spazio alle più becere frasi che si sono potute sentire in questi anni di profondo disgusto frammisto a squallida e vuota antipolitica, scimmiottando spesso frasi leggibili nei vari siti collegati al Movimento Cinque Stelle; e come poter dimenticare Marxisti per Tabacci, nata a sostegno di Bruno (Br1) Tabacci alle primarie del centrosinistra.

Mi si permetta un’analisi azzardata. La satira e l’ironia politica in questo Paese stanno vivendo un grande momento, inversamente proporzionale alla vera politica, che ci regala ogni giorno spaccati tristi e desolanti. Da sempre sono convinto che la risata sia l’arma più pericolosa per sconfiggere qualsiasi avversario. Il livore e la rabbia, seppur motivati, non sono sentimenti che l’Italia riesce ad incanalare in un progetto nuovo e serio, bensì ci portano a finire, proverbialmente, dalla padella alla brace (vedi Mussolini e Berlusconi, su tutti).

Speriamo che tutto cambi, che non si confermino alcune delle forze che hanno occupato il Parlamento in questi ultimi 5 anni per dare spazio a formazioni politiche che meglio di altri dovrebbero e potrebbero tutelare gli interessi delle classi meno fortunate. La speranza c’è, ma dobbiamo aspettare il 24 e il 25 febbraio. Nel frattempo iniziamo a “calarci” antibiotici contro il voto utile e contro sms e messaggi tipo 2008 (“siamo ad un passo dal Pdl, vota per noi!”); quel giorno rendiamoci irreperibili: spegniamo cellulare e social network. Rendiamoci utili davvero!

1 comment

  1. MsValiuska Gennaio 14, 2013 10:32 am 

    Quando si dice che il titolo è enunciato programmatico del testo!

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