di Andrea Cazzato
Taranto calling! Ebbene sì, la latitanza del delfino Fabio Riva, vice-presidente Ilva, è finita. L’hanno intercettato a Londra, dopo un paio di mesi di ricerche, di finte disponibilità a collaborare.
Era un po’di tempo che non se ne sentiva parlare di più..ben più comodo per i giornali nazionali, dare spazio al re della “tamarragine” Fabrizio Corona, anche lui in fuga da un ordine di arresto.
Tornando al nostro Fabio, per ora è in libertà vigilata e senza più passaporto, ritiratogli ieri in serata. Potremo ora vedere il latitante in terra tarantina? Attendiamo le mosse degli avvocati della famiglia Riva, comunque, dovendo rispondere di: associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, emissione di sostanze nocive, avvelenamento da diossina di sostanze alimentari, omissione di cautele in materia di sicurezza sul lavoro e corruzione. Un bell’elenco non c’è che dire..manca solo spaccio internazionale, ma sicuro che in questi due mesi avrà fatto qualche altra “minchiata”.
Questo suo darsi alla “macchia” è parso, sin da subito, un’ammissione di colpevolezza ed uno sfuggire dalle proprie gravissime responsabilità. Che sia lo specchio di una classe imprenditoriale vile e bieca come quella italiana (con qualche eccezione, sia chiaro), è fuori da ogni dubbio. Ricordo ancora i messaggi di solidarietà di alcune cime di Confindustria, accompagnate dal piagnisteo di qualche politico garantista a singhiozzo (mai che lo siano coi ladri di polli, chissà come mai). Sono cose trite e ritrite oramai, purtroppo.
Nel frattempo Taranto si era risvegliata con quest’altra notizia: “Taranto, il gip: “L’acciaio resta sotto sequestro” Todisco: “Incostituzionale la legge salva Ilva””. Oltre la scontata risposta negativa del gip di Taranto alle richieste di dissequestro e l’incostituzionalità palese della legge salva Ilva, come sottolinea la dott.ssa Todisco, si legge in fondo all’articolo della redazione: “Ieri sono arrivati 500 nuovi poliziotti. La situazione se dovesse saltare il pagamento degli stipendi, potrebbe degenerare: informative delle forze di polizia parlano di un movimento operaio sempre più disaggregato, con i tradizionali sindacati non in grado di controllare la situazione e pezzi di fabbrica controllati dai vecchi sodali del sindaco, Giancarlo Cito, e a elementi vicini alla criminalità. E alle ultime riunioni dei lavoratori avrebbero partecipato poi anche persone esterne, vicine alle aree antagoniste”. Quanto allarmismo ci sia in queste dichiarazioni e quanto di fondato è ancora da verificare. Nelle prossime ore cercheremo di darvi un quadro migliore di quanto accade adesso all’interno della fabbrica, cose che in parte potete ritrovare nell’articolo di Morris Franchini.
Da parte nostra attendiamo l’evolversi della vicenda e cercheremo di fornirvi, nei limiti delle nostre possibilità, quante più informazioni riceviamo. Nel frattempo, come redazione, non possiamo non dedicare questo pensiero a Fabio Riva…