di Mara Pavone
Spesso si sente parlare del fatto che Taranto debba diventare una “città universitaria”, cioè una città a misura di studente che abbia un Polo Universitario con una didattica di qualità. I provvedimenti da attuare in questo senso sono diversi, volendosi soffermare sull’aspetto un po’ più “materiale” (della qualità dei corsi di laurea attivi su Taranto va fatto un ampio discorso a parte) tra i più importanti sicuramente c’è la necessità di fornire agli studenti degli spazi e delle strutture idonee.
Le strutture universitarie tarantine hanno tutte numerosi problemi, e questo sicuramente non è un punto a nostro vantaggio, chi vuole proseguire gli studi dopo la scuola decide a quale corso di laurea iscriversi anche tenendo conto della struttura che viene offerta.
Il caso più disastroso è sicuramente la struttura che ospita i corsi di laurea di professioni sanitarie, la quale non è dotata nemmeno del minimo sindacale per permettere agli studenti di fare lezione.
E’ situata in Via Grazia Deledda, vicino ai camini dell’ILVA, ed è stata letteralmente abbandonata dall’amministrazione universitaria. In quella struttura ci sono sempre stati dei problemi (furti delle attrezzature, autobus che dopo una certa ora non passano, riscaldamenti che non funzionano).
A peggiorare la situazione c’è stato il primo furto di cavi elettrici ad ottobre. Gli studenti sono rimasti senza corrente elettrica, quindi erano costretti a fare lezione solo nelle ore di luce. L’Università ha tardato a ripristinare l’impianto, la conseguenza è stata che le lezioni sono cominciate a dicembre; successivamente c’è stato un altro furto e gli studenti si ritrovano nella medesima situazione di ottobre.
Sono anni che i ragazzi dei corsi di professioni sanitarie attendono una sede “definitiva”, la ASL di Taranto doveva ristrutturare l’ex ospedale San Giovanni Di Dio ma in questi anni non è stato fatto nulla e gli studenti sono stati spostati da un sottoscala (la ex scuola infermieri) alla sede di Via Deledda.
Svanita la possibilità di ristrutturare l’ex Ospedale San Giovanni di Dio, l’Università sta valutando di sistemare questi corsi di laurea presso l’ospedale militare di Taranto, dove dovranno essere ristrutturate delle palazzine da adibire a sede universitaria e nel frattempo gli studenti dovrebbero essere trasferiti “temporaneamente” presso il Politecnico di Taranto.
Insomma i corsi di laurea di professioni sanitarie sono a Taranto da un po’ di anni, ma non hanno una sede stabile e dignitosa. Sicuramente le aule del Politecnico saranno più idonee della sede di Via Deledda, ma il fatto che questi corsi di laurea non abbiano ancora una sede “definitiva” non è di certo una caratteristica di una vera e propria città universitaria.
Le altre strutture sicuramente non sono in una condizione così grave, ma hanno comunque numerosi problemi.
La sede di Paolo VI, dove sono situati i corsi di laurea in Scienze Ambientali ed ICD, non ha ancora i laboratori di: Scienze della Terra, Chimica, Biochimica, Biologica Molecolare, Fisiologia, Ecologia, Zoologia e Botanica; i locali dove allestirli ci sono, ma mancano gli arredamenti tecnici e la strumentazione di primaria importanza per il corretto svolgimento delle attività didattiche. Nonostante siano state stanziate diverse centinaia di migliaia di euro e sia stato indetto un bando e siano partite gare d’appalto, il tutto nel lontano 2009, i lavori ad oggi non sono mai iniziati e non è stata mai fornita una giustificazione plausibile a riguardo. Vista la totale inadeguatezza strutturale le varie attività non vengono svolte a scapito degli studenti, i quali devono recarsi a Bari per seguire il tirocinio di laboratorio previsto nel loro piano di studi.
Nel frattempo, nei locali destinati ai laboratori, quando piove ci sono numerose infiltrazioni d’acqua che rendono l’aria irrespirabile e provocano il proliferare di muffe.
Infiltrazioni d’acqua si verificano anche nella struttura del quartiere Salinella, dove ci sono i corsi di laurea di economia, a volte può capitare addirittura di veder piovere in un’aula. Fino a due anni fa era anche attiva la mensa, ora rimane solo uno spazio vuoto quasi inutilizzato.
Poi c’è la sede situata a Taranto Vecchia dove ci sono i corsi di giurisprudenza, beni culturali e scienze della Comunicazione e dell’Animazione socio-culturale, la ex Caserma Rossarol, definita come una “sede prestigiosa”. Per carità, è pur sempre un palazzo dal grande valore storico ma il suo prestigio consiste solo in quello; a due anni dal trasferimento infatti manca di tutto: rete internet, lampadine per le aule studio, la biblioteca per i corsi di beni culturali e scienze della comunicazione e animazione socio-culturale, laboratorio di informatica con pc a disposizione degli studenti.
A questo c’è da aggiungere la mancanza di quelle strutture che dovrebbero essere presenti in ambito cittadino. Più volte ad esempio abbiamo denunciato l’inadeguatezza della Biblioteca Civica Acclavio: ha degli orari di apertura non conformi alle esigenze degli studenti, manca una rete wi-fi libera, i libri sono datati e assolutamente inadatti per la redazione delle tesi di laurea, in passato si sono verificati anche problemi con l’impianto di riscaldamento; nei giorni scorsi ci sono state anche delle infiltrazioni d’acqua a causa della pioggia e gli addetti sono stati costretti a sistemare dei contenitori per evitare che si bagnasse il pavimento.
Insomma se davvero si vuole fare di Taranto una città universitaria, bisognerebbe pensare di dotarla di strutture idonee e servizi adeguati per gli studenti.