di Serena Miccoli
In piena campagna elettorale e in barba alla par condicio, abbiamo deciso di raccontare alcune delle liste che si presenteranno alle prossime elezioni politiche, dando voce ai protagonisti attivi sul nostro territorio. Iniziamo questo percorso con la lista Rivoluzione Civile e il candidato Pierfelice Zazzera, deputato pugliese durante la scorsa legislatura nelle file dell’Italia dei Valori.
Quali sono i punti cardine del vostro programma? E come incontrano le criticità del nostro territorio?
I punti cardine del progetto Rivoluzione Civile si trovano nell’applicazione della Carta Costituzionale: come ha detto Ingroia più volte, noi partiamo da lì. Partiamo dal dare applicazione all’articolo 1, il diritto al Lavoro; dalla scuola pubblica, dalla sanità pubblica, dalla difesa del sistema territoriale e culturale. Questo è il programma che vogliamo realizzare attraverso una pattuglia di persone che i cittadini italiani porteranno in Parlamento. Più forte sarà questa pattuglia e più forte la possibilità di rendere quei principi costituzionali applicabili. Nella realtà tarantina, che conosco e che ho seguito, e in particolare nella vicenda dell’Ilva, la grande assente è la legalità. Quindi si deve partire senza grandi promesse ma semplicemente ripristinando a Taranto il principio della legalità; principio che Riva non ha applicato, che le amministrazioni locali non hanno applicato e le conseguenze di ciò oggi si pensa di scaricarle solo sui lavoratori. In Parlamento abbiamo detto cosa uno Stato deve fare in un’emergenza come quella dell’Ilva: deve anzitutto eliminare l’interlocuzione con uno che è di fatto un condannato e un inquisito, che ha violato la legalità. Uno Stato serio riprende in mano la situazione, cioè avvia un processo di nazionalizzazione dell’azienda, riprende in mano le quote societarie, confisca i beni di Riva, mette a norma di legge l’impianto e avvia un ragionamento sul futuro. Quindici anni fa quando qualcuno ha pensato di vendere l’acciaio pubblico a Riva non ha pensato – mi rivolgo alla politica – al fatto che l’acciaio fosse in crisi; forse avremmo dovuto pensare prima a nuovi modelli di sviluppo per Taranto.
A proposito della pattuglia di cui parlava: qual è il rapporto nel progetto fra soggetti della società civile e uomini di partito come Lei?
Vorrei precisare una cosa: vengo dalla società civile anche se sono da cinque anni in parlamento, e secondo me la distinzione fra società civile e politica andrebbe superata. Ingroia ha raggiunto un obiettivo: gli uomini di partito sono tutti in seconda fila; non ci sono capolista espressione di partito. Questi sono sempre dietro sia ad Antonio Ingroia sia alla società civile. Questa pattuglia è costituita per oltre il 50% da soggetti della società civile che per la prima volta si affacciano alla politica portando la propria storia: Ilaria Cucchi, Franco La torre, Di Luca.
Quali sono i criteri seguiti nella redazione delle liste? Sono state mosse molte critiche in questo senso: lei ad esempio è candidato nelle liste del Nord Italia in posizioni importanti, mentre in Puglia registriamo che il primo pugliese in lista è in nona posizione…
Conosco le criticità e le lamentele registrate all’uscita delle liste che non vedono pugliesi in Puglia o lombardi in Lombardia. Ingroia ha già ottenuto un grande risultato mettendo insieme forze politiche e società civile; credo sia stato uno sforzo titanico il cui prezzo da pagare è stato probabilmente il prezzo del territorio. Oggi siamo dentro un progetto più grande; sono candidato in Puglia al 25° posto ma faccio campagna elettorale come se fossi al primo. Dobbiamo ragionare considerando che Rivoluzione Civile oggi resta l’ultima strada per garantire il sistema democratico del nostro paese. Se riusciamo a capire questo, riusciremo anche a capire che anche uno come me, che ha fatto battaglie sull’Ilva di Taranto, potrebbe essere eletto in Lombardia. Ma oggi è più importante il progetto più grande, cioè i valori che portiamo, che valgono in Puglia, come valgono in Sicilia o in Lombardia.
Le risposte di Zazzera sono un capolavoro di politichese all’ennesima potenza. “Rivoluzione Civile oggi resta l’ultima strada per garantire il sistema democratico del nostro paese”, dice l’onorevole. Perché non ci dice cosa faranno sulla vicenda della scuola Diaz, la faranno la commissione d’inchiesta per sapere i responsabili politici oltre quelli della polizia; prenderanno iniziative contro la TAV e via discorrendo sulle porcate fatte durante l’ultimo governo Prodi! Certo è facile fare il gradasso di essere il 25° nella lista in Puglia, quando si è sicuri in altri posti… E non si tratta di campanilismo quando sostengo che si mette in posizione eleggibile un personaggio come Bonelli, che fa il verginello, insieme agli ambientalisti nostrani, pensando che tanto i cittadini non lo conoscono e, quindi, voteranno la lista Ingroia. Bonelli dica agli elettori, come votò quando si finanziarono le cosiddette “missioni di pace”? Come votò quando Prodi pose la fiducia ai suoi 10 punti, dopo la manifestazione della “sinistra radi- cale “(leggi PRC, PdCI), ma che poi votarono anche loro. Voglio ricordarne alcuni: procedere nella costruzione della TAV, si a nuove discariche, si alle “missioni di pace”. Bonelli potrebbe completare la lista infame che lui da capogruppo del “SOLE CHE RIDE” votò senza battere ciglio. Ferrero, pur di avere posti sicuri ha sacrificato la candidatura di un operaio, magari dell’ILVA, perché, è un operaio ma non è della “società civile”, lasciando a bocca asciutta una qualsiasi rappresentanza una delle aree industriali più significative in Italia.
Ecco. Risponda su queste poche cose poste, magari interpellando quel Bonelli che oggi si fa paladino dell’ambiente, mentre quando era capogruppo del “Sole” votava tutt’altro.
Un caro saluto
Ciccio
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