di Serena Miccoli
Il percorso iniziato con il post precedente e che vede l’incontro con gli esponenti locali di alcune delle liste candidate alle prossime politiche, prosegue con il Movimento Cinque Stelle. Abbiamo incontrato Alessandro Furnari, portavoce tarantino e candidato alla Camera dei Deputati, e Giuseppe Chirulli – detto Josed – candidato al Senato.
Iniziamo da un articolo su Giustini uscito sul blog di MicroMega che propone una riflessione sui motivi della “dissidenza” nel M5S: assenza di democrazia, l’ultima parola spettante a Grillo e Casaleggio. Ma come stanno le cose?
Furnari: “Nel Movimento c’è molta democrazia e poche regole che alcuni non vogliono rispettare. In queste regole è esplicitato il ruolo di Beppe Grillo, ovvero quello di garante del Movimento. E’ colui che si occupa di controllare con lo staff la documentazione che attesta che chi vuole aderire al Movimento non sia già iscritto ad un partito politico (ed è successo); verificano che nessuno rilasci dichiarazioni pubbliche che siano contrarie a quelle poche linee guida chiare, ufficiali e da tutti condivise che erano quelle cinque stelle, che si sono evolute poi nei punti del programma. Beppe Grillo non è il capo, non ha mai imposto nulla. Da quando è nato il Movimento, tutto ciò che è stato proposto è frutto di discussioni pubbliche, di quelle avvenute sul blog o all’interno dei meetup. Grillo ha proposto una sintesi, una bozza di tutto ciò che abbiamo detto e tutti l’hanno accettata. In questa bozza di programma c’è il limite dei due mandati, che è stato accettato ed è stato fatto capire che due mandati non vuol dire 10 anni, ma due mandati. Casaleggio è un manager, va per obiettivi ma non mette mai in secondo piano i contenuti. Si preoccupa di far arrivare il contenuto attraverso un messaggio che possa arrivare a tutti: vi è una profonda conoscenza della comunicazione.”
Parliamo di programmi. Quali sono i punti fondamenti?
Furnari: “Per quanto riguarda l’economia dobbiamo puntare sulle PMI e sull’economia legata ai territori: quando si incentivano le produzioni locali, non ci sono spostamenti di merci, si abbassano i prezzi, si ha un uso razionale dell’energia e si creano opportunità di lavoro. Siamo per l’industria sostenibile: ad esempio per quelle che si occupano di packaging verde a basso impatto ambientale. Oggi c’è la necessità di pensare differentemente, di pensare a un prodotto che si sposta poco e inquina poco, con un packaging che non sia uno scarto ma che sia riutilizzabile.”
Chirulli: “L’industria sostenibile potrebbe costituire la possibilità di richiamare tutte le intelligenze italiane che sono andate via dal Paese, ritenute eccellenze in altri luoghi del pianeta, per avviare processi di ricerca e creazione del lavoro all’interno di quell’industria che non va concepita più come vuole l’immagine Ottocentesca.”
Furnari: “Altri punti, salendo dal livello territoriale ad uno superiore sono: gli amministratori delegati delle società italiane non devono avere condanne, non devono essere presenti in altre società e deve essere garantita la massima trasparenza. Dobbiamo riappropriarci dei servizi e abolire i monopoli di fatto: autostrade, ferrovie, sanità devono tornare ad essere pubbliche. La Sanità è demandata all’autonomia della Regione, il cui fine è il profitto e non la qualità del servizio. L’80% del bilancio regionale è legato alla Sanità, a fronte del “nulla” che si riscontra poi nei servizi. Inoltre le carriere, privata e pubblica, dei medici devono essere separate. Dobbiamo impedire l’acquisto a debito delle società, come è successo per Telecom. Dobbiamo tagliare i costi inutili ed inefficaci, che sono quelli che pesano sul debito pubblico. Poi è necessario rinegoziare il tasso d’interesse con la Banca Centrale Europea; oggi Monti altro non è che il curatore fallimentare del nostro Paese e sta restituendo i soldi alle banche, alla Francia e alla Germania. In questo il Pd e il Pdl sono la stessa cosa: stanno facendo lo stesso gioco.”
Quali sono stati i criteri e quali le garanzie nella composizione delle liste?
Furnari: “Avevamo poco tempo a disposizione; le persone che potevano partecipare alle Parlamentarie sono persone che sono state candidate nelle Liste Civile, persone che da anni sono nei meetup. Questa è stata una misura per scongiurare “l’assalto al carro”. Poi hanno votato coloro che erano registrati sul sito e le liste rispecchiano la scelta dei cittadini 5 stelle.”
Interessante durante l’incontro la questione della partecipazione dei cittadini alle attività dei futuri Parlamentari del Movimento. Particolarmente accesa la discussione sulle competenze del singolo parlamentare che per il candidato al Senato Chirulli “non deve essere un tuttologo”: “Dobbiamo squarciare il muro del vecchio sistema che vede il Parlamento murato, chiuso come una prigione. Le competenze si metteranno in gioco in rete, nella condivisione dei cittadini. Non intendiamo un Parlamento che produce, si autoproduce leggi e l’azione del cittadino non si deve fermare all’esercizio del voto e alla delega. Le piazze d’Italia devono entrare in Parlamento. A conferma di ciò è previsto infatti che se almeno il 20 percento dei cittadini a 5 stelle fanno una proposta di legge, i parlamentari sono vincolati a portarla in Parlamento.”
Povero Movimento in mano a questi 2, se ora che non sono nessuno non ascoltano i cittadini, quando e se saranno in parlamento saranno degli yes man e basta.
Il MoVimento sei tu giovanni, attivati, loro sono solo nostri portavoce che devono portare avanti le nostre istanze. DEvono!!
Il movimento siamo tutti noi, se loro non ci rappresentano deve essere chiaro a tutti e democraticamente devono essere messi a latere per “crescere” e lasciare il posto a dei rappresentanti efficaci e in gamba con in altre parti d’Italia. Taranto + che mai ha bisogno ORA di degni rappresentanti, coraggiosi e competenti
Il portavoce è colui che, scelto da un Movimento, porta avanti le istanze dei cittadini e non le proprie. Il portavoce non è colui che usa e sfrutta a proprio piacimento IL CITTADINO con l’unico scopo di sedere su “quella” poltrona. Il portavoce è colui che si è speso concretamente per il bene della città con iniziative valide e utili per la comunità. Seguo il Movimento da vicino, voterò M5S pur non essendo iscritta e ciò che mi ha fatto avvicinare è stata proprio la mancanza di un unico PORTAVOCE.
Quindi, o non si conoscono i principi del Movimento, o nella realtà NON ESISTE ALCUN PORTAVOCE DELLA CITTA’ DI TARANTO.
Condivido pienamente quanto commentato sopra. Nessuna vicinanza ai cittadini. Molte parole,pochi fatti. La sostanza la si dovrà poi dimostrare ai cittadini, agli stessi cittadini tenuti a debita distanza. Fuffa vecchia altro che nuovo!