di Marianna D’Ambruoso
Carmine De Gregorio storico e ricercatore, impegnato da oltre 10 anni in studi e ricerche sulla storia ed il paesaggio del territorio ionico e pugliese ci parla si sé e della sua passione per i beni culturali e la sua grande lotta per poter tutelare e proteggere le tante aree archeologiche che si trovano in uno stato di abbandono e degrado.
– Come nasce questo suo interesse per l’arte e l’archeologia?
La mia passione per l’arte e l’archeologia in particolare risale ai miei anni giovanili, ma fino a pochi anni fasi può dire che era né più né meno nel novero di quegli interessi di carattere generale che ciascuno di noi dovrebbe possedere nel suo baglio di interessi e di valori. E’ solo da una decina di anni che questa passione è diventata vero e proprio terreno di ricerca storica con l’esclusivo obiettivo di portare, ma soprattutto di far percepire al pubblico a maggior ragione quello locale l’enorme vastità del patrimonio archeologico, storico ed artistico che il nostro territorio possiede. Nasce così il mio primo lavoro “Percorsi della Memoria” nel 2004 nel quale metto in evidenza un gran numero di siti archeologici sconosciuti perché da decenni occultati sotto i palazzi, nei cortili, sotto le strade. Sono molto legato a questo mia prima pubblicazione in quando è emersa in essa un’attenzione non solo da parte dei lettori ma anche dagli addetti ai lavori. Infatti, sia il comune di Taranto che la stessa Sopraintendenza decisero di intraprendere lavori di restauro.
– Quali altri libri ha scritto?
I miei lavori di ricerca storica e di promozione del territorio sono andati avanti tanto da scrivere un secondo libro nel 2007 “ Percorsi della Storia”. E’ forse il lavoro a cui ho dedicato più tempo avendo di fatto monitorato non solo i più bei scorci paesaggistici delle gravine dell’arco ionico da Laterza a Castellaneta, da Palagianello al villaggio Petruscio di Mottola, alle gravine di Massafra fino alla gravina di Riggio a Grottaglie, ma centinaia di chiese rupesti.
Il terzo libro è sicuramente un inedito. E’ la scoperta di tutti i dipinti e gli affreschi di due grandi pittori tarantini vissuti alla fine del 1200 di cui in pochi conoscevano l’esistenza. Invece, erano pittori che per primi hanno innovato nella pittura pugliese e meridionale l’arte pittorica di Cimabue e di Giotto.
Il quarto ed il quinto libro pubblicati nel 2010 e nel 2011 sono dedicati alla Puglia . “Earth la mia terra” e “Puglia Terra di Primati” sono una summa di tutto di tutto il bello del nostro territorio regionale. Bello dal punto di vista paesaggistico e della storia dell’arte il primo, con i più bei paesaggi costieri sia adriatici che ionici e le grandi cattedrali del romanico pugliese, ancor più interessante il secondo per con una carrellata sui più bei centri storici ad impianto Medievale presenti in Puglia.
– Il suo ultimo lavoro?
L’ultimo lavoro “Tesori di Puglia – una passeggiata archeologica tra messapi, greci, peuceti e dauni” conclude questa sorta di trilogia sulla Puglia. Il libro è un altro tentativo, per certi versi inedito, di rappresentare per intero tutto il nostro patrimonio archeologico in sito che raccoglie e ci parla non solo di oltre 2500 di storia, ma mette in risalto come essa si è sviluppata nel periodo nel quale in Puglia, cosa unica rispetto ad altre parti d’Italia e del mondo, hanno convissuto quattro grandi civiltà ossia quelle di derivazione iapigia (messapi, peuceti e dauni) e la colonia greca di Taranto. Sono bel 25 le aree archeologiche che ho monitorato da Patù fino a Vieste. Un lavoro, che forse per la prima volta, può offrire non solo allo studioso ma anche a colui che ama l’archeologia e la storia della Puglia, un catalogo di tutte le aree archeologiche presenti nel nostro territorio. Naturalmente il lavoro così, come in altre occasioni, è servito a fare il punto sul livello di valorizzazione e fruizione pubblica di questo nostro immenso patrimonio.
– Che cosa si augura nel futuro per quanto riguarda le problematiche del nostro patrimonio storico ed artistico?
Il mio più grande rammarico è proprio quella della poca disponibilità e dell’inefficienza nel non dare credibilità a tutto quello che ci circonda. Taranto è la città della Puglia ad annoverare un patrimonio inestimabile dal punto di vista storico, artistico ed archeologico. Non protetto e non tutelato ed a volte anche bistrattato. Mi auguro che si possa riscoprire il valore che si possiede e che attraverso una buona informazione e molta efficienza si arrivi a concretizzare tutti i progetti in cantiere per riuscire a conservare in maniera ottimale quello che ci appartiene.
trovo sempre interessante il lavoro di De Gregorio. A me piacciono, e studio, soprattutto le vicende storiche di personaggi locali, di qualunque epoca storica. La vita di queste persone magari si è svolta nei posti che De Gregorio descrive e cerca di sottrarre alla dimenticanza. Bene così!1