Elezioni 2013 e il gusto per le “mazzate”

di Serena Miccoli

Campagna elettorale per le politiche: finalmente è finita! Unico appunto negativo: potremmo non vedere più tanto spesso gli splendidi completi di Oscar Giannino.
Ma com’è stata questa campagna elettorale? Ogni volta, e per ogni occasione, la risposta è sempre la stessa: pessima e vuota. Ma questa volta mi sento di dover spezzare una lancia in favore dei leader politici. Almeno nelle prime battute.


Proprio ieri, dopo il mio  rifiuto di guardare in tv trasmissioni di propaganda (alcune lo sono diventate – polpettoni immensi –  per forza di cose…), ho visto Monti in tv: l’intervento è stato costruito su domande su temi importanti come l’economia, le unioni civili, la riforma Fornero, alla cui risposta l’ex premier non ha trovato uno sputo di fiato – che fosse uno – per parlare della condizione dei “lavoratori” come “persone”. Insomma, iniziavano a uscire gli argomenti utili allo spettatore per votare o no l’intervistato.

Poi, nel bel mezzo di un discorso sul migliorare le condizioni del paese e poco prima che un cervello attivo e sveglio attendesse la logica risposta al “come?”, arriva il domandone del giornalista dall’espressione maliziosetta: “e che mi dice di Grillo?”. Monti risponde con la solita tiritera che  gli elettori di Grillo – perché sono di Grillo, atto di proprietà! – sono suoi potenziali elettori, perché Monti fa parte della società civile e quindi non è la politica (…), e che lui ha le risposte costruttive che devono seguire alla protesta. Va beh. Tempo perso che poteva essere speso su questioni diventate fuori moda, ad esempio, come fa notare il The Guardian, i problemi del Mezzogiorno.

Perciò, per quanto sia opinabile la posizione del leader e della sua coalizione, vogliamo soffermarci sulla domanda? E’ lo scontro a tutti i costi; se non ce n’è sentore, perché l’interlocutore è pacato, lo si provoca. Perché le mazzate piacciono: vederle, commentarle e diffonderle. Una delizia.

E loro, mitici leader, come gladiatori dell’arena, sono sempre pronti a infliggere al leoncino di turno gli ultimi colpi chiesti dal giornalista o a gran voce dagli spalti. “Antonio…e Vendola?”, “Silvio…e Bersani?”, “Beppe…e X, Y, Z e tutti?”. Anche Monti in questo, e con un po’ di esercizio, è diventato maestro, capendo che la “salita” in campo doveva per forza implicare una grande manualità nello spargimento di fertilizzante.

All’epoca del televoto sovrano, i gladiatori possono essere incitati, oltre che dal vivo, anche e soprattutto su internet. Anzi, su questa piazza ciascuno può dare il proprio contributo al ferimento del leone e partecipare nel suo piccolo alle mazzate, all’urlo di “diffondete!!1!”. Complotti, inciuci, foto e video datate estrapolate dal contesto e piazzate come scandalo gravissimo, foto di tavolate, fotomontaggi, foto di teneri animaletti con politico e scritta “vivisezione” hanno avuto un boom, proprio come gli assalti alle pagine dei leader che risultano, nonostante i filtri e gli staff, più raggiungibili dalle osservazioni, dalle lamentele e dalle “arrabbiature” – diciamo così – dei cittadini.

Una campagna elettorale comunque, e nonostante queste modalità, partecipata, o per lo meno è questo quello che risulta dagli eventi, quelli locali, che hanno sempre registrato il pienone (e il ritardo cronico), e la rete, che solo Lunedì capiremo quanto davvero pesi nell’influenza del voto degli italiani in questo momento.

Il post volge al termine e voglio condividere con voi una riflessione: nel mio paese sui tabelloni per la propaganda c’erano solo un paio di manifesti: anomalia nostrana? pratica in disuso? Non saranno state mica le scie chimiche a sciolto tutto? Mistero. Spero che Giacobbo o Adam Kadmon possano un giorno rispondere.

Buon voto, nella speranza che dal chiasso e le mazzate siate riusciti a cavarne quanto di buono potrebbe esserci per noi e il nostro Paese.


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