Elezioni 2013: una gara senza vincitori nè vinti?

di Salvatore Romeo (’85)

Immaginate la finale dei 100 metri ad un Olimpiade. Il boato frastornante del pubblico, si mesce alla musica che fuoriesce a tutto volume dagli altoparlanti dello stadio, coprendo la voce dello speaker che annuncia i partecipanti in gara. Gli spalti vibrano, colti da uno spasmo continuo di gioia e tensione; ai colori sgargianti delle bandiere si sovrappongono i sorrisi dei ragazzi in trepida attesa. Arriva il fatidico momento del “via”. Un silenzio innaturale avvolge improvvisamente l’arena mentre i corridori prendono posizione pensando alla miglior postura possibile, quella permetterà loro di ambire alla vittoria. In questa fase i secondi divengono secoli e ciò che prima era attesa, diviene tensione e stordimento. Ancor prima dell’esultanza per un particolare corridore, la gara assume i contorni del vero spettacolo.

Come una gara, questi ultimi tre giorni che anticipano il risultato elettorale (sabato, domenica e lunedì n.d.a.) rivestono i contorni dell’attesa “pre-sparo”. La campagna elettorale appena trascorsa(ne parliamo qui), sarà da ricordare per il grande exploit del movimento 5 stelle che, trascinato dal concetto del voto di “distruzione” piuttosto che di “costruzione”, sarà sicuramente la vera sorpresa di queste elezioni politiche; inoltre degno di nota è la notizia della “ridiscesa in campo” del redivivo Berlusconi, manifestando la pochezza della memoria storica del popolo italiano. Rimane da chiedersi, una volta smaltita la sbornia per i vincitori e la delusione per gli sconfitti, cosa ne sarà del futuro della nostra Nazione.

Qualsiasi sia il partito che uscirà vincitore dalle elezioni (il PD sembra il più accreditato, almeno per ciò che concerne la camera dei deputati), gli orizzonti che si sciorinano per la Repubblica italiana sono foschi e colmi di incertezza. Troppe le variabili in gioco: la principale, senza ombra di dubbio, è stata l’eccezionale intromissione, diretta ed indiretta, nella “questione italiana” dei principali leader Europei; obiettivo principale lo screditare qualsiasi governo che non includa nel suo esecutivo la figura (o ancor peggio i concetti politici) del “dottore” Mario Monti. Un’intromissione inaccettabile. Il prossimo governo, qualunque esso sia, dovrà avere la capacità e la competenza di condurre delle politiche economiche e sociali per contrastare l’ombra egemonica europea sul nostro Paese. Un’ impresa non alla portata di tutti. Chi vincerà si troverà “immerso” nella spinosa questione della disoccupazione “galoppante”: urge un piano industriale “serio”, preciso e puntuale, che sia da impulso per l’economia nazionale. Ma in una fase storica, dominata dalle politiche di taglio della spesa ed “austerity”, la possibilità di rilanciare l’economia nazionale con gli investimenti pubblici sembra una vera chimera. I principali partiti “europeisti” (PD e lista Monti) incalzati su questi temi, non sono riusciti a fornire una soluzione a questo intricato ossimoro; la strategia più utilizzata è stata la tanto affidabile ”palla fà tu”: evitare qualsiasi proposta concreta per poi…vedere cosà accadrà.

Chiunque avrà il compito di guidare il prossimo governo, avrà un inatteso vantaggio per poter cercare la “quadratura del cerchio” delle alleanze sottobanco; dopo soli pochi giorni dal risultato elettorale l’attenzione dei principali quotidiani e televisioni di tutto il Mondo, sarà rivolta verso una nuova elezione altrettanto intricata e combattuta, quella del nuovo Papa. Un vero “toccasana” per  la risoluzione degli intricati intrighi di potere. Già, soprattutto nel caso in cui non ci fosse alcun vincitore.

Ma cosa accadrebbe se non si riuscisse a raggiungere una maggioranza stabile alla camera ed al senato? Molto probabilmente si assisterebbe ad un “via vai” di consultazioni tra i vari partiti eletti alle camere; rimane da capire quali partiti sarebbero interessati al fenomeno tanto caro alla politica italiana del trasformismo. A me in testa prevale un nome su tutti ma…non lo dirò. Il mio pensiero va, piuttosto, ai singoli cittadini eletti in parlamento, quelli “liberi” da sigle di partito; sono curioso di sapere se, non appena eletti al parlamento, riuscirebbero a resistere o cederebbero alle fortissime tentazioni che i partiti-nemici più “grandi” potrebbero esercitare su di loro, promettendo incarichi governativi e potere in cambio di una stabilità politica. Ma, come spesso si dice in queste occasioni, ai posteri l’ardua sentenza…

Ciò che rimane da capire è se e come i mercati internazionali, vero e proprio ricatto che pende sull’economia Italiana, reagiranno all’insediamento del nuovo governo italiano. Non vorrei che, contestualmente alla vittoria di candidati “scomodi” (sostanzialmente tutti ad eccezione del cartello Bersani-Monti), una speculazione finanziaria creata “ad hoc” possa mettere in ginocchio lo stato italiano, paventando il ricatto di un ulteriore governo tecnico. Ma il tempo delle supposizioni è ormai giunto al capolinea. Come sempre ma mai come adesso, buon voto a tutti quanti.