Riflessioni di un povero diavolo

di Satana

Ciao a tutti, oggi questo articolo per Perle ai Porci non lo sta scrivendo il vostro affezionato Mimmo, ma io, cioè Satana. Forse vi ricorderete di me come il principe delle tenebre. Ahahahaha non resisto mai a fare questa battuta, anche se ormai quel titolo se lo è preso il mio buon amico Ozzy.

Beh le cose stanno così: Mimmo negli scorsi giorni ha deciso di vendermi la sua anima per avere un appuntamento con Maria Nazionale. Capirete, per Mimmo farei questo ed altro! Purtroppo questa “febbre d’amore” gli ha impedito di scrivere l’articolo per Siderlandia; a questo punto dopo l’intervista che gli ho concesso qualche tempo fa eravamo rimasti in contatto, lui mi ha chiamato e mi ha chiesto: “Scrivi qualcosa per Perle ai Porci, tanto quelli si bevono qualsiasi stronzata!”. Che simpaticone che è Mimmo, quando verrà a vivere stabilmente da noi lo nominerò diavolo tentatore sicuramente.

Ma che scortese che sono, non vi ho chiesto neanche come state, state commettendo peccati, state facendo cose che non potrete raccontare ai vostri amici altrimenti chissà cosa penseranno di voi? Mi auguro di sì, e mi auguro che vi stiate godendo questo momento, non come Andrea Cazzato che smadonna tutto il giorno contro lo stato e la chiesa, e poi nel chiuso del suo giaciglio si dedica ad atti di mortificazione delle sue carni. Scusa Andrea.

Mi sono chiesto di cosa parlarvi, come molti di voi sapranno sono un provetto violinista, ed un appassionato di blues, ma non volevo parlarvi né di Paganini né dei soliti bluesman del profondo sud americano. Però ho pensato a qualcosa che unisse la mia passione per il blues e il rock, ed allora chi meglio della Jon Spencer Blues Explosion?

Adesso si fanno chiamare solo Blues Explosion, ma io adoro la vecchia denominazione. Jon…..Jon….Jon, tu sei davvero un degno figlio degli inferi. Se non li conoscete sappiate che il caro Jon suonava alla fine degli anni 80 nei Pussy Galore, con un nome del genere non potevano non incontrare la mia attenzione. Con due chitarre ed una batteria, la loro dichiarazione di stile è chiara, più che una blues band i JSBE sono un pacco bomba di incroci pericolosi tra rock e blues con attentati dinamitardi di ritmiche hip hop in alcune loro composizioni. Vi è piaciuta quest’ultima frase? È una vita che sognavo di scriverla, ma vivendo all’Inferno le occasioni sono rare.

Qui all’Inferno ho tutti i loro dischi, ma se ve ne devo consigliare uno io propendo per Acme, del 1998 (anzi io ve ne consiglio anche un altro, Orange, del 1994, capolavoro).

I Blues Explosion si attestano dalle parti del rockabilly più selvaggio degli anni 50 meticciato col blues del Delta e il garage rock, e poi se ascoltate la voce di Spencer riconoscerete la lugubre influenza di Lux Interior dei Cramps, che nel 2009 è venuto a vivere da noi, e gli vogliamo tutti bene.

Oh, è appena tornato Mimmo. Ciao Mimmo vuoi continuare tu?

–        No Satana, Maria mi ha sfinito;

–        Gran donna vero?

–        Assolutamente, ho fatto un affare con la mia anima, di cosa stai scrivendo?

–        Dei Blues Explosion

–        continua tu, io mi faccio una doccia ed esco di nuovo;

–        Ok, ci sto prendendo gusto;

–        Mi raccomando però sbrigati a finirlo altrimenti Andrea Cazzato mi manda davvero in Siberia;

–        Farò presto.

–        Bravo, io scappo, sento l’amore nell’aria……

Parliamo allora di Acme. A differenza dei loro album precedenti è il primo dove decidono di usare il basso; questo permette loro di dare più spessore alla musica. Acme è anche l’album in cui culmina il loro percorso di destrutturazione dei generi. Prendete per esempio Talk Abaut The Blues, dove si possono ascoltare skretch e interferenze elettroniche che accompagnano un recitato melodico di Jon che ci tiene a precisare ad una platea di giornalisti: “I don’t play no blues, i play rock n’ roll”. Potrebbe sembrare il loro disco più tranquillo, ma l’aggressività della musica è invece più compressa e pronta ad esplodere in qualsiasi momento nelle canzoni. Come succede in Do You Wanna Get Heavy, dove un reef sporco incontra un cantato feroce, e mentre lo ascolti non puoi fare a meno di fare pensieri sporchi. Ma questa canzone è anche un altro ottimo esempio della forza di questo disco, nel cantato Jon fa sentire tutto quello che ha imparato dalla tradizione doo-wop e del gospel e che riesce a far convivere perfettamente con la sua attitudine rock. Oppure Blue Green Olga e i suoi continui cambi di registro dal funk al blues al soul al pop. Infine Segnalo  Calvin, dove tra cambi di ritmo e un basso che fa tremare possiamo ascoltare le migliori urla nere che un bianco potrà mai eseguire.

Vi è piaciuta questa recensione? È stata una faticaccia, è molto più facile indurre in tentazione che mettere insieme queste parole. Se Mimmo cadrà ancora in tentazione allora ci vedremo ancora.

Ciao e continuate a peccare!

P.S.

Mimmo non si arrabbierà se saluto una giovane peccatrice che presto verrà a fare compagnaia tutti i dannati qui giù. Ciao Annalisa, ci vediamo presto.

Mentre scrivevo questo pezzo ascoltavo

The Cramps, A Date With Elvis, 1986

 


1 comment

  1. Mimmo Spada Febbraio 25, 2013 1:11 am 

    devo dire che Satana ha fatto un buon lavoro

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