Ci siamo, l’attesa è finita. Il rutilante carrozzone noto come campagna elettorale è finalmente arrivato alla sua conclusione, lasciandosi dietro di sé giaguari con molte macchie, loden quelli sì sbiancati, un cerone tirato al lucido con un bel po’ di pillola blu e un fortissimo odore di pesto (you know what I mean). Insomma un grandissimo casino, per rifarsi alla lingua francese, che ha visto tra l’altro il sottoscritto cimentarsi in un eroico tentativo di infrangere il record al secondo di improperi alle divinità della civiltà umana, impresa così grande da lasciarmi prostrato e visibilmente ingrassato, considerando almeno la circonferenza delle mie zone genitali.
Ma bando alle ciance, come spesso si dice, proviamo quindi a vedere come le varie coalizioni e forze politiche escono dalla tonna…tornata appena terminata, proprio mentre i dati si avvicinano alla loro fredda, freddissima ufficialità, concentrandosi magari sul risultato di una forza politica a me molto a cuore, anche per via dell’impegno personale profuso, uscita asfaltata, per rimanere strada su strada, da queste votazioni: Rivoluzione civile.
Centrosinistra
Parola d’ordine: D’oh!
Poco da dire, se non che il vero sconfitto è proprio lui, il buon Pigi, la smacchia felini più efficace di tutto il piacentino. A parte gli scherzi, il centrosinistra ancora una volta non è stato capace di gestire e intercettare le esigenze più profonde dell’elettorato italiano, sottovalutando gran parte delle forze avversarie e limitandosi ad una campagna di bassissimo profilo, senza piazza, senza verve, troppo puntata sul “non votate gli altri” per poter arrivare a risultati soddisfacenti, come testimoniato dalla totale e netta sconfitta in tutti le regioni in bilico, dall’Ohio Lombardia al Wisconsin Campania, passando per il Nebraska Sicilia.
Ps: non dire gatto se non lo hai nel sacco.
Centrodestra
Parola d’ordine: Bella raga!
Chi se lo aspettava un risultato del genere? Chi poteva pensare di trovarlo ancora lì, dopo due decenni di disastri, testa a testa e a rischio di vittoria anche alla Camera? L’Uomo Onesto ha dimostrato una volta quanto conti il basso ventre per l’italiano medio davanti alla scheda elettorale, sedotto ancora una volta dal suo messaggio di (in)sano populismo e di (terribile) allegro fancazzismo. Aggiungiamoci una campagna elettorale a regola d’arte, spregiudicata e senza scrupoli, un uso spietato di qualsiasi mezzo lecito ed il cerchio è completo, il Paese ingovernabile e il SUO Pdl con il coltello dalla parte del manico per ogni ipotesi di maggioranza al Senato.
Ps: champagne, per brindare ad un voto……..
Monti
Parola d’ordine: File not found
Il nostro cyborg preferito non si perde d’animo, almeno a giudicare dalle sue prime dichiarazioni. I millantati 3 milioni di elettori guadagnati in une mese di esistenza politica non devono nascondere un dato nudo e crudo, ossia che Marione non conta nulla. Quello che doveva essere il perno attorno cui far ruotare il Parlamento prossimo venturo si è rivelato una bolla di sapone, un peduncolo smorto ed inutile anche al Senato, proprio dove doveva essere decisivo in caso di abbraccio con i Democratici. Se Bersani è il perdente per eccellenza 2013, Monti non ci va lontano, alla luce del tracollo dei colleghi civetti Fini e Casini, costretti a percentuali nulle e fuori dalle istituzioni senza colpo ferire.
Ps: la bellezza e il calore umano non sono tutto.
Movimento 5 Stelle
Parola d’ordine: F…k yeah!
Eccoli, i nuovi primini della classe. Eccoli i vincitori platonici della corrida, i più puliti, i più lavati con perlana. Sfottò permettendo il risultato dei cinque stelle è di sicuro clamoroso, esplosivo, di quelli che costringono ad una profonda analisi tutti gli altri soggetti politici, i quali hanno abbandonato la piazza e il contatto diretto con l’elettore per limitarsi a convention e convegni, proprio mentre la rabbia sociale montava e riusciva a trovare risposta e promesse solo da questa parte, aperture improvvide a nostalgici di altri ventenni e uscite evitabili permettendo.
Ps: E allora mambo!
Rivoluzione Civile
Parola d’ordine: keep calm, ma sveglia
Qui inizia il difficile. Rivoluzione civile era ed è un progetto notevole per il panorama italiano, un disegno dalle grandi potenzialità, un tentativo almeno di dare una scossa a quel universo altrimenti nota come Sinistra radicale spesso e volentieri arenatasi lontano dalle categorie sociali che dovrebbe rappresentare, presbite verso le esigenze di queste al di là di lodevoli dichiarazioni d’intenti. Il risultato ormai ufficiale vede il movimento di Ingroia fuori da tutto, insieme a quelle forze politiche che su esso avevano fatto affidamento per superare la maledetta soglia del 4%, uno scoglio che si è dimostrato parimenti insormontabile. La domanda “e ora che si fa?” sorge spontanea, al di là di facili isterismi o recriminazioni che lasciano il tempo che trovano, sperando forse di trovare risposte finalmente certe, per dare seguito al percorso iniziato un mese e mezzo fa e che non può dirsi concluso, anche se è ancora troppo presto per ogni idea stessa d’ipotesi per il futuro.
Ps: sveglia, davvero.
Voglio concludere con una piccola dedica, scusandomi per lo spazio rubato a discussioni più pesanti, non più serie. Voglio così ringraziare i compagni della Federazione della Sinistra di Como di cui faccio parte (insieme ad Andrea Cazzato), il cui impegno è stato massimo al di là dei risultati e dei meri numeri. Meritate e meritiamo di meglio.
Ps finale: that’s all folks!
io sono orgoglioso di aver potuto votare Rivoluzione Civile