“Scaricabarile, la nuova moda della politica nostrana”. Ecco come mi sento di commentare l’ennesima debacle della sinistra italiana, sia fra i politici che fra gli elettori.
Dopo aver trascorso il pomeriggio e la prima serata nel seggio di Cadorago (Co), mentre davanti ai miei occhi si palesava la “caricata di mazzate”, in realtà attesa da queste parti, avevo volutamente deciso di isolarmi dal mondo, sperando di riuscire a sbollire la rabbia prima di tornare a casa. Sigarette d’ordinanza, calcolo dei danni portati dalla neve, mancava poco e facevo il controllo della pressione delle gomme della mia macchina. Tornando col pensiero al seggio, ad ogni “Lega Nord” annunciato dallo scrutatore, la bestemmia interiore si faceva sempre più forte. Ad ogni “Popolo delle Libertà”, un “va cagher” in lingua ospitante. Montava la rabbia, “ma dopo tutto quello che hanno fatto in questi anni, ancora votano Berlusconi?” Lecito, per carità, siamo in Italia. Ma, da subito, ho pensato che la moda dello scaricabarile non può essere la risposta.
Devo essere sincero, troppo facile dare la colpa agli altri per la sconfitta, checchè ne dica Bersani dall’alto della sua “vittoria” di coalizione con lo 0,36% alla Camera e con una maggioranza al Senato che forse gli arriverà col voto degli italiani all’estero (WHAT A STRANGE DEJA-VU!). Berlusconi non vince, mantiene il suo elettorato. Non avanza, arretra anche un po’ se è per questo. Ha mantenuto quella fetta del popolo italiano che merita di essere presa a cinghiate dalla parte della fibbia. Ci sono, ci sono in tutti i Paesi gli stronzi, mica solo da noi eh! Quindi inutile emigrare, risposta troppo semplice. Leggevo e sentivo gente delusa, “io me ne vado Andrè, non è possibile”. Belli miei, è il Paese reale questo. E’ il Paese reale che regala al Movimento Cinque Stelle il 25,5% dei voti alla Camera dei Deputati, facendolo balzare direttamente al primo posto. E vedendo bene gli scrutini, sentite vostro nonno, i voti li han “tolti”, meritatamente, quasi tutti alla sinistra “istituzionale”.
Pur non avendo profonda simpatia per la metodologia e per il personaggio Grillo, con i suoi strali verso il mondo tutto e la dialettica violenta del “sono tutti uguali” che mi ha offeso profondamente (e mi ha portato a scontri verbali con persone di cui ho stima profonda), devo ammettere che si è fatto tre palmi di culo (come si dice ad Oxford Centro), si è fatto la sua campagna elettorale più che onesta, ha trovato la chiave di volta per entrare nella testa degli italiani ed ha intercettato tutti quegli elettori di sinistra e non che, vedendo per l’ennesima volta quei pallonari del Pd andare a cercare l’accordo coi centristi, il poeta delle Murge inseguire Bersani che cerca Monti, Ingroia che vuole allearsi con Bersani e Vendola, ma neanche se lo cacano, hanno deciso di non dare più fiducia a questa classe dirigente. Che serva da lezione ai piddini convinti ancora che si sfonda al centro (dall’alto del 9% montiano) e che si vince facendo la politica dei padroni.
Ora passo alle dolentissime note personali. Ho sostenuto, beccandomi un raffreddore eterno per giunta (dovuto alle ore passate all’aria aperta nel clima “ospitale” delle lande comasche), Rivoluzione Civile a queste elezioni. Progetto molto interessante a mio modo di vedere, con qualche sbavatura (ma che vuoi di più da una cosa nata e sviluppata in meno di due mesi?), la lista capitanata da Antonio Ingroia ad urne chiuse si trova schiacciata da una parte dal voto utile, promosso dal Partito Democratico e dall’altra dall’exploit dei Cinque Stelle. Questa è l’analisi superficiale del problema, l’analisi che finora ho sentito dalla stragrande maggioranza dei dirigenti e penso che sarà la versione definitiva dei campioni della sconfitta e della divisione che abbiamo in casa da troppo tempo. Mi viene da dire, “autocritica, questa sconosciuta”..ma sono arrivato al punto, anche, di iniziare a dire “o io, o loro”, nel messaggio di solidarietà mandato al mio giovanissimo segretario provinciale di partito, che mi ha risposto con uno stringato ma significativo “è finita”. Come diceva il filosofo Marco Ferradini in Teorema (citazione di alto livello, ma perdonatemi) “parli da uomo ferito”, ma non penso sia più il tempo degli alibi, dell’ “è colpa di Pinco Pallino”. Ce la vogliamo fare un’analisi? Perchè stufa davvero vedersi ancora una volta surclassati e ignorati da un popolo, quello italiano, che sembra aver premiato quei partiti che li hanno ascoltati e che non, come noi, si è fatto 4 anni e mezzo, chiuso nelle proprie stanzette, a litigarsi quel tozzo di pane e a voler difendere la propria autonomia sulla base di teorie marxiste sempre valide, ma che ognuno interpreta sentendosi l’unico portatore della verità comunista. Il progetto, quello della Federazione della Sinistra (possibilmente con un altro nome e senza soggetti deleteri, dalle percentuali simili a quelle della lista Civiltà Rurale), che va ripreso, epurando (e datemi anche dell’antidemocratico, lo accetto) quei personaggi che negli anni non hanno fatto altro che minare dall’interno il lavoro dei compagni che si sono sforzati di ricercare un’unità vera, quei compagni veri che si sono sobbarcati anche le varie campagne elettorali, i diversi banchetti e volantinaggi, che hanno voglia di scendere di nuovo in mezzo alla gente, capirne le istanze e farsene reali portatori, mentre gli “sfascisti” da casa giocavano la battaglia della purezza ideale.
Tornando al resto del mondo e scusandomi per lo sfogo, dare la colpa a quel quasi 30% che ha votato un’altra volta Berlusconi è una risposta troppo facile. Dire “ok, inizio a cercarmi un altro Paese” non è la soluzione. Lasciare il campo agli stronzi, come dicevo qualche riga fa, vuol dire arrendersi, ed io non voglio e non posso farlo. Dare la colpa a X e a Y è da mediocri, da gente che non ha capito che è finito il tempo delle scuse. La Resistenza passa anche da qui, e un po’di umiltà in più non guasterebbe. Chi vorrà darmi del Tafazzi, è libero di farlo, ma io non ci sto a dare l’addio alle armi. Lo farò solo se costretto, superando anche la nuova e, ripeto, ennesima delusione. “Non mi avrete mai, come volete voi”!
Andrea, è particolarmente complicato per me commentare il tuo articolo. Abbiamo a lungo discusso di questa campagna elettorale e ci siamo confrontati con l’enrgia e con la voglia di capire profondamente le nostre idee condivise, le nostre scelte diverse. Mi sento solo di aggiungere che le tue parole appassionate mi son piaciute. “Non mi avrete mai, come volete voi”! è la cosa più bella che una come me possa desiderare di sentire dire dal proprio figlio.
Un secolo fa (campagna elettirale del 2008) chiesi a Fernando Rossi e Stefano Montanari di spiegare a un ipotetico giovane elettore le differenze tra le tante sigle della sinistra radicale in corsa e in virtù di quale miracolo avrebbero potuto superare la tagliola del 4%. Non risposero e fecero gli scongiuri come se io fossi stato uno iettatore. Sono passati 7 anni e le cose sono come allora. E’ giusto dire “Non mi avrete mai, come volete voi”, ma Andrea Cazzato come li vorrebbe “loro”?
Bella domanda signor De Marzo. Come è bella la domanda che lei stesso ha posto ai due dirigenti, chiedendo loro le differenze fra le tante sigle comuniste (mi spiace ma non credo alla definizione di sinistra “radicale”, perchè qualifica altra “sinistra” qualcosa che sinistra non lo è più). Io vorrei che la mia dirigenza non fosse attaccata al posto di dirigente, che scendesse nelle piazze, ricominciando a parlare con la gente e a rappresentare gli ultimi, come un vero partito comunista DEVE fare; e poi vorrei che la mia dirigenza non si abbandonasse ad inutili scissioni sulle virgole, che a mio parere mascherano esclusivamente interessi personali. Le sembra ancora poco? Beh, per me è già tantissimo!!!
ANDREA HAI PERFETTAMENTE RAGIONE ,UNA VERA ANALISI DEI RISULTATI FONDATA SU UNA AUTOCRITICA CHE METTA IN RILIEVO GLI ERRORI COMMESSI, E’ ORMAI “CHIMERA”. SI E’ PASSATI DA UNA FASE IN CUI ,DOPO LE ELEZIONI (VEDI PCI), SI DISCUTEVA A LUNGO SU SE STESSI AD UNA FASE IN CUI I PARTITI, DIVENTATI AUTOREFERENZIALI ,ARROGANTI E CIECHI, ATTRIBUISCONO LE COLPE SOLO ED ESCLUSIVAMENTE AGLI ALTRI E ALLE CIRCOSTANZE.