Elezioni a Taranto: chi ha vinto?

di Serena Miccoli

Quello di Taranto e provincia alle urne è un dato interessante per capire la reazione dei cittadini alla luce di tutte le gravi problematiche che colpiscono il nostro territorio e  soprattutto della loro gestione da parte della politica.

Vediamo cosa è successo.

Intanto l’affluenza: siamo passati dal 74% del 2008 (79,5% nel 2006) al 67,9% per la Camera, dato che scende al 63,13% per il Senato (nel 2008 74,2%) in questa tornata elettorale. 154mila elettori della Camera e 134mila del Senato nella provincia di Taranto sono rimasti a casa: all’incirca un terzo degli aventi diritto.

Il risultato nella nostra provincia è in linea con quello emerso dal quadro regionale: vittoria della coalizione di centro-destra sia alla Camera che al Senato, con il Pdl in discesa rispetto al 2008, dato che passa dal 41.7% al 28,9% alla Camera e dal 42.2% al 29,77% al Senato. Nel 2008 nella coalizione di centrodestra c’era l’MPA, che raggiunse alla Camera ben il 6% (5,4% al Senato) nella Provincia e il 12,2% (10,5% al Senato) a Taranto città, data la presenza di Mario Cito in lista, figlio del mite Giancarlo. Il Grande Sud, formazione che raccoglie l’ex MPA, Io-Sud e Lega del Sud di Miccichè, in queste elezioni raccoglie poche briciole, con un dato molto al di sotto dell’1%: questo perché AT6 a queste politiche ha dato il proprio sostegno al PDL (facendolo resuscitare – senza offesa – se ricordiamo lo sbando delle amministrative), nonostante la presenza di alcuni dei propri in “Grande Sud”. L’accordo Cito – Chiarelli avrà i propri effetti anche alle prossime regionali.

Sempre nell’ambito dei movimenti autonomisti della coalizione di centro-destra, registriamo i 149 voti al Senato e i 169 alla Camera per la Lega Nord: larga intesa fra gli indipendentisti di San Donato e i sostenitori della Repubblica Padana Autonoma di Monacizzo [cit. Andrea Cazzato], che non arriva però nemmeno allo 0,1%.

La coalizione di centro-sinistra arriva al 25,9% (pd 19,4%, sel 5,4%) alla Camera e al 27,89% (pd 21,19%, sel 5,48%) al Senato. Anche il Pd registra un calo rispetto al 2008, che diviene “baratro” se consideriamo i dati del 2006. In quale maniera avrà influito il voto al Decreto Salva Ilva, la candidatura alle primarie prima e in lista poi della Finocchiaro, il tour di Bersani che non ha fatto tappa a Taranto – nonostante l’attenzione nazionale sulla nostra pellaccia – e altre vicende? bisognerebbe chiederlo a chi non ha rinnovato il proprio voto per “L’Italia giusta”. Prima prova alle politiche per il Sel: a livello nazionale non supera il 4%, a livello locale con una certa sorpresa – guardando le ultime elezioni regionali – dimezza le proprie forze (9,74%): a Taranto città, infatti, si ferma al 4,3%.

Anche a Taranto il Movimento Cinque Stelle ha il suo boom: con il 26,1% alla Camera e il 25,09% al Senato – risultati al di sopra della media nazionale – diventa, alle spalle del Pdl, il secondo partito nella provincia di Taranto. Mi fermo però a constatare che l’elettore che ha premiato oggi il M5S in città (27,7% alla Camera, 26,8% al Senato) nelle scorse amministrative in città ha rivolto la propria preferenza altrove, non permettendo al Movimento di avere un consigliere al Comune (con il 2,09%). A conferma delle logiche diverse (molto diverse) che regolano le politiche e le amministrative.

La lista Monti ha nella provincia risultati in linea con la media nazionale; nella sua coalizione è l’Udc a subire il colpo maggiore: dal 7,1% del 2008 al 2,1% di oggi alla Camera. Fli conta solo lo 0,5%.

La lista Rivoluzione Civile di Ingroia nella nostra provincia ha raggiunto il 4% (al di sopra della media nazionale) alla Camera e il 3,2% al Senato; a Taranto città arriva al 6,3% alla Camera e al 4,65 al Senato, uno scarto di circa 2000 voti che può voler dire due cose: o che nella lista è stato più pesante il voto dei più giovani, o che per il Senato, consapevoli del limite dalla soglia di sbarramento, gli elettori di R.C. abbiano per questo ramo votato per un altro partito. Come detto sopra, raffrontare due momenti diversi come le politiche e le amministrative potrebbe essere scorretto, ma è difficile non pensare al risultato alle amministrative di Angelo Bonelli che arrivò terzo alla carica di sindaco con l’11,9%. Qualcuno dei suoi sostenitori per le politiche avrà cambiato idea?

Seguono a queste forze nelle preferenze Fare per Fermare il Declino – Giannino è stato più volte a Taranto negli ultimi tempi – e Amnistia Giustizia Libertà che si attestano circa al 0,4%, poi il partito di Ferrando, il Pcl(0,3%) e quello di Lotito (0,2%);  le forze di estrema destra, FN e CasaPound in particolare hanno diviso fra loro la manciatina di consensi che prima raccoglieva da sola la formazione di Fiore.

Tirando le somme i tarantini che sono stati eletti sono: Alessandro Furnari e Vincenza Labriola per il M5S, Donatella Duranti per il Sel, Michele Pelillo per il Pd, Gianfranco Chiarelli per il Pdl.


2 Comments

  1. mafalda quino Febbraio 26, 2013 7:47 pm 

    A leggere i nomi dei tarantini eletti la forte sensazione è che Taranto, per l’ennesima volta, abbia perso.

  2. giuseppino pittalis Febbraio 26, 2013 9:45 pm 

    pelillo, la duranti, chiarelli…praticamente il nulla!

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