di Marianna D’Ambruoso
Ogni artista possiede una propria sensibilità scandita da periodi floridi dove creare diventa, oltre che arte, una vera e propria esigenza di vita. Poi, si rincorre la strada a ritroso, ovvero quei momenti dove la creatività, la fantasia, l’estro fanno fatica ad emergere e per un artista il proprio “Essere” diventa statico ed incoerente tanto da non riuscire più a “partorire” dei veri e propri capolavori. È questo quello che accade a tutti coloro che posseggono un autentico talento. Un’artista che possiede tutte queste caratteristiche è la pittrice Daniela Dian, torinese di nascita ma ginosina d’adozione, che con la pittura riesce a trasmettere gioia, mistero, spiritualità, amore ma soprattutto vita a 360 gradi.
La sua passione per tutto ciò che è arte si manifesta fin da bambina per poi divenire un vero e proprio modo di comunicare con il prossimo. Frequenta l’Accademia delle Belle Arti ed inizia a dipingere ed esporre i propri quadri in giro per l’Italia. Ama tutti i generi di pittura, apprezza e predilige Mirò e i pittori del ‘900 come ad esempio Picasso, Matisse, Chagall, Kandiskij, quindi pittura astratta e Rupnik. Adora anche scrivere poesie di carattere religioso, ha scritto un libro dal titolo “La leggenda del pellegrino di città” che parla di arte e di amore e di comporre mosaici: ha seguito la scuola internazionale di mosaico a Spilimbergo in Friuli Venezia Giulia.
La sua tecnica ed il suo stile sono rigorosamente moderni, utilizza olio ed acrilico su tela ed il suo modo di fare arte è decisamente figurativo. Che cosa antepone nel suo modo di dipingere? L’arte sacra. Scelta scaturita non solo da una fede religiosa profonda e salda ma anche da un voler elargire a tutti coloro che si trovano di fronte ai suoi dipinti una materialità oltre che spiritualità tangibile e vera. Come avviene tutto ciò? Attraverso il dover cogliere ogni dettaglio che ti porta, di conseguenza a percepire delle emozioni. Per la Dian l’arte deve essere percepita e vissuta altrimenti tende ad esaurirsi lentamente e miseramente nella banalità e nell’anonimato. Alcuni critici hanno definito il suo modo di fare arte carismatica, fatta di linguaggi moderni e contemporanei dove il punto centrale del lavoro sarebbe quello di realizzare qualcosa di profondo ed autentico. Quindi vi è sinergia tra spirito ed artista e tra il reale, naturalistico e mistico. Un connubio di forti sensazioni che vengono colte quando si è a contatto con le sue creazioni. Daniela Dian è un’artista molto determinata e con un senso estetico intellettuale ed immediato. Che cosa ha realizzato negli anni? Ha dato vita a opere come i Volti di Cristo eseguiti ad acrilico di ispirazione sindonica, tele dipinte ad olio che si rifanno al Cantico dei Cantici, inoltre ha rielaborato temi Biblici con varie raffigurazioni pittoriche sulla Pentecoste, Croci in omaggio sempre alla Croce sindonica ed infine ha dato forma a paesaggi mettendo in evidenza colori vivi ed intensi e ad altri soggetti artistici come i Gatti, la natura morta e temi di vita quotidiana o vissuta. Insomma, la Dian mette in evidenza il suo essere un’artista libera, senza vincoli o pregiudizi e che non teme di mettere in risalto tematiche come la religione che tende ad andare in contrapposizione con il paganesimo, dimensione divina e dimensione reale. Ha esposto le sue opere ad Assisi al Museo della Porziuncola, al Museo della Sindone nel 2010 a Torino, al castello Carlo V di Lecce, in altre città d’Italia ed in molte Chiese, tra cui quest’anno durante la Settimana Santa ha presentato, nella Chiesa di San Domenico a Castellaneta, “Cercando il Volto di Cristo”.
Ottimo articolo, ne far