Perle ai Porci al concerto del 1 maggio di Taranto

di Cosimo Spada

Il concerto del 1 maggio a Taranto per me inizia venerdì. Mi chiama Pietro e mi chiede se voglio scrivere qualcosa per il concerto: “Ti facciamo avere anche il pass”. Dico subito di sì e mi sento già lì. Prima di chiudere la telefonata dico a Pietro che proprio non riuscirò a dire bene di tutti i musicisti, anche se è una buona causa. Lui non si scompone e mi dice di fare quello che voglio. I giorni passano con il solito cocktail di squallore e monotonia fino ad arrivare finalmente a mercoledì mattina. Ma ora una piccola nota informativa: il concerto del 1 maggio a Taranto è organizzato dal Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, attraverso una sottoscrizione di tanti privati cittadini, nessuno sponsor e nessun finanziamento pubblico; tutti i musicisti che ci suonano lo fanno gratis. Qualche settimana fa c’è stato il referendum consultivo sull’ILVA, è andato a votare il 19% della popolazione avente diritto. Voglio capire cosa ne pensa la gente che verrà qui, come vede tutta la faccenda.

Arrivo sul posto con inaspettato anticipo per il rilascio del pass, sono le 8:30 e mi faccio un giro. Il concerto si tiene nel parco archeologico alle spalle della Concattedrale, nel giorni precedenti scopro che tanti tarantini non conoscono il posto.

Arriva subito il forte odore di erba tagliata, il luogo del concerto è enorme, una grande iniezione di fiducia verso i tarantini. Tutti si danno da fare per mettere a posto le ultime cose, infondo al palco si approntano le bancarelle del piccolo mercato legato all’evento. Mi pongo una domanda: devo parlare dell’evento musicale o dell’evento politico, o di entrambi? Ma la risposta è facile, c’è un solo evento oggi, entrambi sono connessi indissolubilmente. Contento per questa risposta che mi sono dato mi concedo un dolce.

Nella pineta all’estrema destra del palco c’è un incontro tra tutte le associazioni ambientaliste. Becco Luca e Mariagrazia, cari amici, stiamo lì e vediamo ogni associazione prendere la parola. Ma quante associazioni ci sono a Taranto? Sono tantissime, tutti prendono la parola e c’è un clima di cordialità, ma sostanzialmente si stanno parlando addosso, ma la vera notizia è il clima di cordialità tra gli ambientalisti.

Con Mariagrazia e Luca decidiamo di andare a mangiare qualcosa prima che il concerto inizi. Decido di beccare un po’ di gente che conosco che ha delle buone opinioni, per sapere che ne pensano di questa giornata. Neanche il tempo di pronunciare la frase “Ma che fine avrà fatto il sindaco Stefàno?” che incontro Ernesto Voccoli. Se non lo conoscete andate a trovarlo all’Archeo Tower e vi farete un’idea di chi è lui e di cosa si occupa. Gli do briglia sciolta e lui mi mi parla di una grande giornata per una città che vive in se la contraddizione di essere una città a forte presenza industriale ma che ha anche una forte disoccupazione (110.000 unità mi dice Ernesto). Quando gli chiedo di questa giornata e del rapporto con il referendum appena passato mi da una lettura interessante: “Questo 1 maggio è un’ennesima tappa di un percorso che pian piano questa città sta facendo, basti pensare che mentre qualche anno fa eravamo solo qualche centinaia, penso alla battaglia che si fece sul rigassificatore, oggi a parlare di ambiente in città sono decine di migliaia di persone”. Grazie Ernesto e scusami se ti ho chiamato Enrico all’inizio, Enrico non significa nulla per me.

Grazie a dei calcoli matematici molto complessi riesco a perdermi i Sud Sound System: peccato, era da parecchio che non sentivo “Si nun te scerri mai de du ete ca sta vieni….” o “Scamu moi a quai”.

Chiacchiero con Luca di questa giornata e lui riflette su quello che dovrà succedere dal 2 maggio in poi. “Se i tarantini rimarranno nei loro recinti allora questo sarà solo stato un concerto”.

Vado a vedere cosa succede dietro le quinte. Sul palco si susseguono i primi artisti, sopratutto di pizzica: la ballano tutti, mi sento malissimo. Entro nel backstage e mi ritrovo tra i musicisti. È come andare ad una festa di compleanno figa dove tutti si conoscono e tu non conosci nessuno. Quando penso che potrei iniziare a fare qualche intervista ai musicisti si avvicina qualcuno dell’organizzazione e vedendo il mio pass stampa mi dice che non posso stare lì. Mi portano nella zona dedicata alla stampa alla sinistra del palco. È molto più piccola, c’è solo un gazebo per proteggersi dal sole. Dato che i musicisti salgono e scendono dal palco dalla parte opposta, a destra, non è esattamente divertente stare nella zona dedicata alla stampa. Si ripete di nuovo la solita storia: non sei mai troppo figo per stare dalla parte dei musicisti.

Comunque vedo il concerto. Suonano Chitarre e Tammorre del mio amico Mario Donatiello, suonano Bella Ciao e la cantano tutti; ma com’è che poi finisce sempre che ci ritroviamo con il Letta di turno? Suonano anche i Tarentum Clan, che in realtà sarebbero gli Anonima Folk, forse l’unica band che riesce a suonare il folk rock come si deve a Taranto.

Decido di continuare a seguire il concerto da fuori perché è lì il vero spettacolo. Il parco si riempie ancora e passo le seguenti tre ore in giro. Si sentono diversi accenti, non solo quello tarantino. C’è gente che non ho mai visto da queste parti, c’è chi ascolta il concerto, chi si rilassa all’ombra, chi beve. Stanno tutti bene, fosse anche questo il solo obbiettivo del concerto, questa città avrebbe avuto comunque un grande evento. Dal palco arrivano le prime note dei Leitmotiv, sono migliorati ancora di più e il loro set è bello teso.

Arriva sul palco anche Elio Germano con le Bestierare. Fanno rap molto peso con dei bassi davvero potenti, vengo colpito da un onda anomala di ormoni femminili ma riesco a rimanere a galla. Hanno un flow molto semplice ma dei testi che mi ricordano le vecchie posse, e bravo Germano. Più di lui però mi colpisce il suo dj; un ragazzino con giusto due peli in faccia che per me diventa l’emblema del rock n’ roll.

Arrivano sul palco i Nadar Solo, una rock band torinese che non conoscevo, davvero forti, per l’ultima canzone sale sul palco con loro Pierpaolo Capovilla che al termine recita una poesia di Pasolini. Nel backstage faccio due chiacchiere con lui. Capovilla è un meraviglioso disastro umano: la pelle butterata, la pancia alcolica prominente, i denti così marci che nessun dentifricio approvato da nessuna associazione di dentisti del mondo potrebbe mai fargli del bene. Pierpaolo parla delle somiglianze tra la situazione di Taranto e quella dell’Africa, parla delle responsabilità della politica e del capitalismo. Gli altri giornalisti si allontanano, io e qualcun altro restiamo a fare due chiacchiere con lui. Continuiamo a parlare di politica e sopratutto della “politica del meno peggio” che va tanto in Italia. E qui, gente, Capovilla mi fa una rivelazione! Gli dico che la sinistra italiana non è riuscita a fare nulla senza un democristiano come Prodi, lui mi dice: “Beh il primo governo Prodi non è stato poi così male…” poi aggiunge, come un bambino che confessa una marachella: “Io ho pure votato PD, e sono pure iscritto”. Lo guardo malissimo, ma lo perdono dopo pochi secondi. Ci salutiamo e mi dice che tornerà presto con nuovi progetti.

Intanto è ormai sera, il parco archeologico è ormai pienissimo, sembra quasi ci sia tutta Taranto qui. Salgono sul palco i big. Sale Fido Guido che fa spegnere tutte le luci dal palco e chiede a tutti di accendere un accendino o il proprio cellulare. Ci ritroviamo tutti immersi in un mare luminoso. Poi sale sul palco Andrea Rivera e chiama a suonare con lui Francesco Baccini. Che poi voce e piano canta alcune delle sue canzoni. Poche note e riconosco “Ho voglia di innamorarmi” mi ritrovo sulla Delorean lanciato verso il mio passato di adolescente ad ascoltare quella stessa canzone al buio della mia cameretta, pensando a tutti i disastri sentimentali. Voglio troppo bene a quell’uomo.

Il concerto sta volgendo al fine. Sale sul palco Luca Barbarossa, somiglia tantissimo ad un assicuratore che ti convincerebbe a sottoscrivere anche una polizza casco costosissima.

Comincia a fare freddo ma tutti sono in attesa di lei. Fiorella Mannoia. Arriva e tutti sono in fermento, dopotutto è stata la prima artista a spendersi per Taranto, ma comunque non mi sarei aspettato tutto questo fermento.

Sale sul palco e canta alcune delle sue canzoni più famose. Io abbandono il backstage e vado a sentirlo dal fondo del parco. So già cosa sta per arrivare: “Quello che le donne non dicono”. Io quella canzone non riesco a sentirla senza immaginarla cantata nella mia testa da Enrico Ruggeri.

Ma c’è di peggio. Ogni volta che parte questa canzone dal vivo le giovani donne sentono il bisogno di abbracciarsi e di cantarla ondeggiando da destra verso sinistra. Butto uno sguardo in giro ed eccole tre mentecatte che puntualmente si dedicano a questo rituale. Ok calmo siamo qui per una buona causa e il concerto è praticamente finito.

Il concerto è finito, Fiorella saluta tutti. La gente comincia ad andare via. Quindi la conclusione. Secondo me non si può esprimere ancora un giudizio finale. Certo sull’evento musicale il giudizio è positivo, ma mi aspettavo andasse così bene; ma questo non era un semplice concerto, è molto di più. Il risultato sarà positivo solo se questo concerto sarà un’altra tappa in quel percorso di presa di coscienza per diventare finalmente e definitivamente non occupanti di uno spazio fisico ma cittadini.

Mentre scrivevo questo pezzo ascoltavo:

The Feeling of Love, Reward Your Grace, 2013


7 Comments

  1. pittalis Maggio 7, 2013 6:12 am 

    Bellissimo alle cinque del mattino letto di un fiato
    )

  2. massimo Maggio 7, 2013 2:43 pm 

    bé i segnali ci sono, è stato molto più di un concerto e come tale mi pare sia stato vissuto da tanti. In ogni caso quel ‘perle ai porci’ non mi sembra un giudizio sospeso, ma un pre…giudizio perdonami

    • Andrea Cazzato Maggio 7, 2013 2:49 pm 

      Salve signor Massimo, “Perle ai porci” è il nome della rubrica curata da più di un anno dal nostro Mimmo. Non certo voleva essere una offesa al pubblico del Primo maggio

    • Serena Miccoli Maggio 7, 2013 2:51 pm 

      Perle ai porci è il titolo della rubrica musicale di Cosimo, Massimo. Non c’è alcun riferimento all’evento, come poi si capisce dal post scritto :D Ti invito a leggere anche gli altri contributi della rubrica per coglierne l’ironia :) – quello sui metallari è il mio preferito!

  3. Anonimo Maggio 8, 2013 10:08 pm 

    E Bonomo?

  4. Giuseppe Maggio 9, 2013 3:22 pm 

    E i Luminal, e Sciamano, e Raf, e Roy Paci, e Diodato e Riccardo Sinigallia e Daniele Sepe e The Niro??????!!! la tua miopia peggiora Cosimo. :D

  5. Mimmo Spada Maggio 9, 2013 7:00 pm 

    ho fatto delle scelte

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