di Pietro Rizzi
È vero. Taranto non è una città facile. E non vuole essere un discorso demagogico il mio, ma solo una semplice osservazione di chi prova a viverla a 360 gradi. Nonostante la quasi completa assenza di stimoli per tanto tempo, conseguenza di un degrado sociale, che relega la città dei Due Mari al fanalino di coda Nazionale, ci sono realtà di gruppi di giovani che gli stimoli riescono ancora a trovarli perché spinti da una grande passione di fondo e da una grande voglia di fare. O meglio, di fare bene.
Fra questi Anna Madaro, Piero Madaro, Mirko Mastrocinque, Davide Scialpi, Nicola Conversa e Gabriele Boscaino. Comunemente conosciuti come Nirkiop.
Chi sono i Nirkiop? Sulla loro pagina di Facebook si definiscono come la birra. A me piace definirli invece, come la “nuova droga digitale”: non appena si inizia a vedere un video dei Nirkiop non la si smette più, e non importa quanti anni tu abbia o che cosa tu faccia nella vita: non passa un giorno, dico uno, senza andare sul loro canale di Youtube, nella speranza che abbiano caricato un nuovo video.Sono divertenti, naturali, ma soprattutto molto umili. Sono questo i Nirkiop. E hanno fatto della loro spontaneità e bravura la loro arma vincente. I loro video sono stati guardati più di 28 milioni e mezzo di volte. Non so se mi spiego.
Spinto dalla voglia di conoscerli e vivendo nella loro stessa città, ho deciso di incontrarli per conoscerli meglio. Con loro ho intrattenuto una bellissima e avvincente conversazione dalla quale è nata una altrettanto bellissima intervista.
Gli ho anche pagato il caffè, per cercare di corromperli e far diventare la mia gatta una superstar del cinema (Ma questa è un’altra storia).
Ennedierre (ndr): Nicola e Gabriele purtroppo non sono riuscito ad incontrarli. Quindi se mi stanno leggendo, prego loro di farsi vivi in modo tale che possa corrompere anche loro!
Nirkiop: passione o professione ?
Passione. Anzi Tanta Passione. Certo, vogliamo che diventi professione però ancora non la vediamo come tale. Aspettiamo l’uscita del nostro nuovo film “Matricole” per farla diventare una vera professione, giusto per vedere se questo possa fare spartiacque. Abbiamo iniziato perché ci divertivamo.
Poi dire che è una professione, potrebbe dar fastidio ai professionisti che direbbero: “Ma chi sono ‘sti quattro?”.
In uno dei vostri video, Facce da scuola, c’è una scena in cui Mirko e Nicola stanno escogitando un piano per sottrarre la cartellina del docente di matematica, Prof. Madaro, con le soluzioni del compito in classe a sorpresa. Durante il dialogo, tra i due, viene detto: “Cosa batte la sfiga? Una botta di culo”. Parlando di botte di culo, ne ricordate una in particolare?
Piero: Te ne possiamo dire una a prescindere. “Esami di Stato 2010” . Quella è stata la più grande botta di culo a livello di fama, perché ai primordi iniziarono Mirko e Nicola che, con una telecamerina facevano delle parodie come “Il manuale di sopravvivenza”, “Titanic”, “Tre Metri sopra il cielo” che ora sono scomparse dal web.
Mirko: Successivamente abbiamo ideato un nuovo format, o meglio era già esistente e tipicamente italiano, che consiste nel mettere insieme tanti sketch uno dietro l’altro. Così è nato “Esami di stato”. Doveva essere l’ultimo. Ma ci andò molto bene.
Anna: Ricordo che ero in chat con Nicola e stavamo vedendo l’andamento delle visualizzazioni del video. Con il passare dei minuti, le visualizzazioni crescevano vertiginosamente. Arrivammo a 25000 e poi 100000. Pensavamo che si fosse rotto il contatore di Youtube. Per noi, in quel periodo era una cosa impensabile arrivare a una cifra del genere.
Piero: Dobbiamo tutto a quella botta di culo iniziale, per il resto è stato tutto o quasi in discesa. Abbiamo capito cosa diverte alla gente ma soprattutto cosa diverte noi. Nicola scrive quello che dobbiamo fare, ma quando si arriva sul set sperimentiamo continuamente. Se vogliamo che questo diventi professione dobbiamo criticarci e migliorare costantemente.
Siete mai stati contattati da un insegnate di scuola? (n.d.r. Il personaggio del Prof.Madaro è quel docente che non vorresti mai aver incontrato in vita tua!)
Piero: Si ricordiamo che una volta ci contattò una docente che ci scrisse che non è vero che i professori sono così sadici, ma poi dovette ammettere, suo malgrado, che spesso ci abbiamo azzeccato. Sono soddisfazioni.
Al Next, nell’ambito della Repubblica delle Idee, che quest’anno si è tenuta a Bari al Teatro Petruzzelli, avete raccontato di aver sentito riattaccare telefoni non appena dicevate di essere del Sud o tarantini: cosa vuol dire essere e partire da Taranto?
Piero:Il Problema non è il Sud. Se sei di Napoli, che rappresenta la parte settentrionale del Sud, allora nessun problema. La realtà di The Jackal per esempio. Sono partiti da zero. Ci siamo molto ispirati a loro. Quando noi facevamo cento visualizzazioni ogni due mesi, erano gli unici a darci dei consigli. Non usavamo montaggi. Allora ci diedero dei consigli sul montaggio. Successivamente siamo diventati amici molto intimi, fino a superarli in numero di visualizzazioni. Della serie: l’allievo supera il maestro.
Anna: devono ancora pagarci la pizza!!!
Noi siamo a Sud del Sud, e questo è un serio problema, specialmente perché di Taranto non si parla per qualcosa che si è fatto, ma si parla di qualcosa di vecchio che ci sta affumicando.
Mirko: I collegamenti da Taranto al resto del mondo non sono immediati. Non abbiamo un aeroporto, i treni non sempre partono dalla città, al massimo partono autobus.
Ma avete mai avuto problemi per cliché o pregiudizi degli altri legati all’essere tarantini?
No. Anche se da parte di alcuni tarantini a volte ne abbiamo avuti. Lo scetticismo di alcuni coetanei e concittadini riguardo a quello che facciamo, o il fatto che i poliziotti siano diventati nostri amici per quante volte sono stati chiamati mentre giravamo ne sono esempi. D’altra parte, al di là a questi episodi, ci sono sempre persone che vogliono offrirti la propria mano, anche nel piccolo. Delle volte sembra però che neanche fra noi tarantini ci diamo una mano. Noi quando abbiamo iniziato a girare la serie “Facce da scuola” abbiamo avuto un grande apporto da due registi di Roma, che ci contattarono e ci diedero una mano a loro spese. Successivamente abbiamo affiancato a loro un ragazzo di Taranto che era alle prime armi con la macchina da presa. Con il passare del tempo questo ragazzo ha imparato le tecniche e preso dimestichezza con la videocamera. Allo stesso modo stiamo cercando di aggregare i talenti tarantini; chi ci ha fatto la sigla di “facce da scuola” è un gruppo composto da ragazzi di Taranto nonostante cantino in inglese, il regista è tarantino, noi siamo tarantini. Cerchiamo sempre di stare tra di noi.
Lo scorso 27 Aprile avete esordito a Napoli al “Comicon” – Salone Internazionale del Fumetto – all’interno del quale avete presentato il vostro ultimo lavoro, un lungometraggio dal titolo Matricole.
Si tratta di un progetto che vi catapulta in una nuova dimensione rispetto a quella in cui vi siete trovati fino ad ora. Sicuramente l’approccio con il set è diverso tra la preparazione di uno sketch e la costruzione di un film. Cosa vi ha spinto ad uscire dagli schemi del pc?
Piero: Un po’ la rabbia. Perché ci hanno sempre definito caserecci. Le prime volte è bello sentirsi dire “siete caserecci e siete bravi”, ma dopo due anni che ci si spacca la schiena ci si sente un po’ male. Volevamo dare una dimostrazione di ciò che siamo capaci di fare. Nel film c’è tutto. Azione, Comicità. Tutto.
Mirko:Volevamo fare il salto di qualità. D’altronde è un passaggio obbligato se vogliamo diventare professionisti le cui ambizioni sono quelle di andare al cinema o in televisione. Quindi volevamo provare a fare un po’ di cinema nostro. Il passo, non potevamo farlo più lungo della gamba. Non potevamo partire da un video casereccio, e allora abbiamo fatto un film indipendente che non si discostasse dal nostro stile.
Anna: Siamo partiti da una trama che ha scritto Nicola, abbiamo tentato di impreziosirla con diverse gag, infatti il film inizia e finisce con degli sketch “alla Nirkiop”.
Davide: Abbiamo imparato di più in un mese e mezzo di riprese di questo film, che non in due anni di sketch. Abbiamo capito come funzionano alcuni meccanismi, quanto sono decisive alcune figure tecniche all’interno di una troupe cinematografica. Abbiamo visto con i nostri occhi quanto lavoro c’è dietro ad una scena di soli dieci secondi. Ad esempio: le riprese di una scena che durava solo 3 minuti si sono protratte per due giorni.
Anna: Possiamo dire che l’ambiente del set e l’ambiente dello sketch è profondamente diverso.
Quando giriamo tra di noi, scappa la battuta, ci si prende una pausa. Sul set invece, si lavora duramente.
Piero:Vogliamo spezzare un “arancia” in favore di Taranto. Abbiamo girato un film a costo zero senza spendere un soldo. Abbiamo messo insieme gente che voleva lavorare. Abbiamo capito che c’è gente che ancora ti dà un pezzo di pane gratis, una focaccia gratis, perché ci sentiamo dire “siete giovani, siete ragazzi”.
Davide:Per ogni porta aperta, ce ne sono state chiuse in faccia almeno tre volte tanto.
Ad un certo punto diventa anche umiliante, perché ci si sente trattato come un ragazzetto che non ha voglia di studiare e lavorare, ma che passa il suo tempo a giocare.
Molti Youtubers hanno trovato un impiego al di fuori dei video. Guglielmo Scilla ha fatto dei film ed è ora su Radio Deejay, Daniele Doesn’t Matter anche lui è in radio (Kiss Kiss). A Voi, a parte la messa in onda dei vostri video sui canali tematici della Rai, è successo di aver avuto proposte di lavoro sui canali comunicativi “main stream”?
Mirko:La messa in onda degli sketch su Rai Gulp, è stato un modo per farci notare. Siamo andati in onda su La3tv. Loro hanno comprato la prima serie che è era già edita su youtube affinché potessimo idearne una nuova. L’idea è quella di stringere il contratto per la nuova serie ma i tempi in Italia sono lunghi. Salutiamo Jacopo Morini delle Iene.
Anna e Piero. Fratelli gemelli. Com’è il vostro rapporto sul set? Come avete iniziato la vostra avventura?
Piero:Il set è stato da sempre il nostro sogno comune. Da quando abbiamo l’età di otto anni seguiamo insieme la notte degli Oscar. Oppure guardavamo Harry Potter e mettevamo il muto e doppiavamo le battute del film.
Anna: Con Nicola ci conoscevamo da tempo anche se ci incontravamo solo in occasione delle feste degli amici in comune. Piero venne a conoscenza che Mirko e Nicola giravano dei video e mostrò il suo interesse a partecipare, mettendo a disposizione la sua videocamera da 12Mpx Full Hd.
Ci diamo molti consigli. Cerchiamo di rimanere nella professionalità, perché a volte Nicola scrive per me e Piero parti di fidanzati. Se un domani ci dovessero ingaggiare per un film con Steven Spielberg e ci dicessero che dobbiamo baciarci sul set, ci metteremmo, a quel punto, l’anima in pace.
La questione Taranto. Avete mai pensato di riprodurre la quotidianità di questa città nello stile Nirkiop?
Piero: Ci abbiamo pensato, ma siamo giunti alla conclusione che lo spettatore vuole ridere. Non vuole pensare. Perché se noi riusciamo a far ridere, la gente ha altro a cui pensare. Non ne parliamo solo noi di Taranto. Ne parla tutta l’Italia. Il problema c’è e si sa. Noi da Tarantini possiamo parlarne, però sinceramente abbiamo deciso di non parlarne per evitare di cadere nello scontato. Magari aspettiamo. Abbiamo l’idea geniale e poi incominciamo.
Davide, nei video reciti la parte del “piacione”. Ti identifichi in questo personaggio?
Davide: Assolutamente no. Quando andiamo in scena, accentuiamo alcuni lati del nostro carattere, estremizzandoli. Diciamo che forzo parecchio. Non sono assolutamente un piacione.
Anna: E’ l’amico delle donne. Dà sempre consigli perfetti.
Nirkiop, mi piacete perché non siete “bacchettoni” quando recitate.
Davide: Effettivamente è una cosa che abbiamo notato anche noi, conoscendo moltissimi altri Youtubers. E’ una cosa che dipende – non voglio fare il leghista della situazione – dall’ambiente in cui si è cresciuti. Gli Youtubers dell’Italia settentrionale, ma non tutti, tendono ad essere un po’ più timidi e chiusi. Mentre noi, così come The Jackal, siamo un po’ più simpatici e aperti.
Anna: Da Youtuber donna, e siamo pochissime, quello che io noto nelle altre è una apparenza molto sofisticata. Non riuscirei a interpretare un personaggio con una dizione perfetta. Non sarei credibile. Oggi come oggi la caratterizzazione di un personaggio si vede anche tramite un accento tipicamente meridionale piuttosto che con un italiano impeccabile.
Ricordate un episodio divertente?
Si, quando abbiamo girato una scena di C.S.I., davanti all’istituto Cabrini, in piena notte. C’era per caso un camioncino bianco di fronte al set. Abbiamo comprato del nastro simile a quello della polizia, e ci munimmo di macchine fotografiche professionali. La gente che passava da quelle parti ci chiedeva con fare allarmato cosa fosse successo, e quando rispondevamo che si trattava di un film ci sentivamo dire….”ma siete pazzi!?!?”.
Arrivarono anche due volanti della Polizia, in quanto delle persone che abitavano di fronte alla scuola avevano allertato il 113 spiegando che c’era stato un omicidio. Giunti sul posto, naturalmente i poliziotti si avvicinarono a noi, e ci domandarono: “cosa state facendo?”; a quel punto tutti in silenzio. Omertà totale. Ci chiesero chi fosse l’attore. A quel punto Mirko balzò da sotto il telo e disse: “sono iooooo, ma non sono morto sul serio”. Divertiti, i poliziotti dopo averci detto di non fare troppo casino, andarono via dalla “scena” del crimine.
Avete un consiglio da dare ai giovani tarantini?
Abbiamo scoperto troppo tardi che c’è un audiovisivo a Taranto. Peccato. A saperlo prima saremmo andati lì a scuola. Consigliamo a tutti i ragazzi, visto questi chiari di luna di andare al Cabrini, piuttosto che allo scientifico o al liceo classico, perché se avete questa passione e volete un lavoro che vi dia pane sin da subito, quella è la scuola adatta per voi.
Qual è il vostro Obiettivo?
Vogliamo andare avanti. La celebrità non è il nostro fine, ma un mezzo per continuare a fare del nostro meglio. Ma con il passare del tempo ci rendiamo conto quanto sia difficile andare avanti con zero risorse economiche. Quindi ci piacerebbe guadagnare qualcosina per mettere su una video produzione, e dare una mano ai ragazzini, e magari perché no, passare loro il testimone. Li potremmo produrre noi, mettendo a disposizione l’attrezzatura. Creare qualcosa di buono, per contribuire a permettere a questa città di crescere dal punto di vista culturale.
Per chi non lo avesse ancora visto, ecco il loro ultimo video.
Per essere sincera non li conoscevo. Ho visto solo la loro ultima “fatica” e sono spettacolari. Io amo il cinema e spessissimo ho incocciato i personaggi descritti nel video. Auguro ai Nirkiop una fortunata carriera, se lo meritano.
Grazie Pietro per la tua bella intervista