C’erano due italiani, un messicano, un austriaco e un inglese

 di Cosimo Spada

Se fossi nato a Londra di sicuro non mi sarei dovuto inventare una rubrica come Perle ai Porci. Starei spaccando i culi nel giornalismo che conta e vivrei di sicuro al massimo.
Se fossi nato a Londra mi sarei risparmiato la terribile visione della notte della Taranta e gli ubriaconi con i dreadlocks che vedrei in giro sarebbero fighissimi.
Infine, se fossi nato a Londra non avrei dovuto convincere nessuna donna che credo nella famiglia o che il mio conto in banca le avrebbe un giorno garantito quel ritocchino che l’avrebbe fatta sentire ancora giovane e piacente, con i mie soldi, e con un fidanzato giovanissimo.
Ma sono nato a Taranto.

Sì ok, respiriAMO Taranto, ok, TARANTO LIBERA, ok anche “bvim Birra Raffo e nint’ chiù”, anche se sappiamo tutti che ormai la Raffo non la fanno più a Taranto e che è identica alla Peroni, quindi tutto questo amore non ha più senso.

Insomma gente per quanto possiate amare la vostra città Londra è tutta un’altra storia.

Quando l’adolescenza si era da poco impossessata di noi e certo materiale audiovisivo per adulti ci aiutava a passare le giornate vedevamo in Londra qualcosa di più di una semplice città, era l’idea che tutto lì fosse possibile: creare una band di successo, avere successo con le donne, birra decente. Nessuno ci era mai andato, l’avevamo solo vista nei film e letta nei racconti di tanti scrittori.

Poi qualcuno ci andava e ti diceva che la birra non era un granché, le ragazze non erano proprio bellissime (ma ci stavano molto di più di quelle suore di qui), ma il rock era quello che conoscevamo. Almeno una certezza in tutta questa sgorbia storia.

Poi iniziarono le prime migrazioni di amici e di gente che qui non ne poteva più di dover scegliere tra Prodi e Berlusconi.

Una storia simile l’hanno vissuta Giorgio Poti e Alessandro Marrosu, che abbandonando l’Italia si sono trasferiti a Londra per formare una band davvero interessante i Vadoinmessico.

Diciamolo subito: non centra nulla Vasco con la loro musica, che anzi è lontanissima dal loro immaginario sonoro.

La band è composta inoltre dal messicano Salvador Garza, l’austriaco Stefan Miksch e dall’unico inglese Joe White. Solo a Londra si potrebbe formare una band così cosmopolita, forse solo a Rimini d’estate.

Nel 2012 è uscito il loro primo album Archaeology Of The Future uno dei migliori album del 2012 e decisamente un ottimo album.

Definirlo è difficile, perché al suo interno ha una galassia di riferimenti diversi: dal delicato folk alla psichedelia alla musica mariachi, al pop più sofisticato e sicuramente ci sarà qualcos’altro che a me non sta venendo in mente. Il bello con i Vadoinmessico è proprio questo, trovarsi in viaggio, come il loro nome suggerisce, verso un continente dove non esistono definizioni musicali, ma dove tutto può connettersi in maniera coerente. Ecco per me i Vadoinmessico sono la testimonianza che è esistito Pangea e che lì torneremo (con questo accostamento sono sicuro che Andrea Cazzato andrà in solluchero e mi vorrà saltare addosso). Da dove comincio? Beh c’è Pepita, Queen Of The Animals, un pezzo di calypso con un ritmo saltellante e una melodia coinvolgente, c’è The Adventure Of A Driver, un pezzo notturno con la voce di Poti che accarezza l’ascoltatore, poi c’è In Spain, la mia preferita, con una chitarra che più sudamericana non si può sostenuta da delle percussioni all’altezza della situazione e con delle aperture alla melodia che fanno sentire le radici italiane di 2/5 della band (e con questo riferimento matematico posso ritirare il mio premio Nobel). C’è anche Me, Desert, con uno stralcio di un Carmelo Bene galvanizzante come sempre. E tra quelle che vi voglio segnalare c’è anche Cave, con una melodia per la quale molti ucciderebbero.

Archaeology Of The Future, è un album pieno di colore, per questo è un album perfetto d’estate per liberarsi da certe stronzate sonore che dobbiamo sopportare,ma è perfetto anche d’inverno per riscaldarsi in quelle giornate fredde come nelle pubblicità della Ciobar. Volete essere così folli da lasciarlo perdere? No, dico, state ancora qui a perdere tempo con me?

Mentre scrivevo questo pezzo ascoltavo:
Vadoinmessico, Archaeology Of The Future, 2012 (ve lo avevo detto che non si può non ascoltarli)

 

2 Comments

  1. David Maggio 23, 2013 1:23 am 

    Grazie Cosimo,

    Li sto ascoltando adesso, e devo ammettere che non sono male! Poi, essendo un Britaliano residente in Inghilterra, apprezzo gruppi multinazionali come questi: mi ricordano che il multiculturalismo non e’ necessariamente spacciato…

  2. Mimmo Spada Maggio 23, 2013 10:48 am 

    ciao David, buon ascolto

Comments are closed.