Fenomenologia del DJ

di Cosimo Spada

Ho ritrovato in mezzo ai libri di Fabio Volo della mia libreria un antico manoscritto che racconta l’epopea del disc jockey, ve lo giro pari pari.

Si era al principio della storia umana, intorno al 1965, e gli uomini avevano bisogno di divertirsi. Cominciarono a radunarsi in vari edifici, inizialmente per ascoltare musica su di un giradischi, ma successivamente per ballare.

Sorse però un problema: ogni volta che un disco finiva si perdeva tanto tempo per metterne uno nuovo e quell’atmosfera che si era creata prima si perdeva. Come risolvere il problema? Quegli antichi e saggi uomini trovarono presto una soluzione. Scelsero il più saggio, il più istruito e imbranato con le donne tra loro e lo misero a cambiare i dischi mentre gli altri ballavano. Presto ne nacque un ordine sacerdotale di soli uomini, ma col tempo questo privilegio fu concesso anche alle donne la cui bellezza ricordava certi quadri astratti di infimi artisti. Tale ordine sacerdotale prese il nome di “sfigati” che in antica lingua prebabilonese significa: persona dai vasti interessi culturali con una vita sociale pressoché assente. Tale ordine sacerdotale prevedeva l’assoluta dedizione alla musica, il celibato e il nubilato, l’assoluto divieto di avere buon gusto nel vestire e la possibilità durante le feste di bere solo un bicchiere di aranciata amara. Ad ogni incontro danzante gli sfigati si sistemavano al fianco dei giradischi e sceglievano i dischi da mettere sul piatto per far ballare gli altri, tutti accoppiati.

Arrivarono gli anni 70, puntuali come una cartella esattoriale il giorno del tuo compleanno, gli sfigati iniziarono ad interessarsi di molti aspetti tecnici della loro attività, avevano scoperto le battute per minuto, avevano scoperto le tonalità, ma ancora non sapevano come si approcciasse con qualcuno dell’altro sesso. L’ordine degli sfigati pensò che fosse venuto il momento per un salto di qualità per il loro ministero; la rivoluzione arrivò dal secondo giradischi.

Come avevano fatto a non pensarci prima?! Mettendo due giradischi l’uno a fianco all’altro, e sviluppando una certa manualità nel passaggio da un disco all’altro, si riusciva ad ottenere l’effetto di una musica continua. Le coppie che volevano ballare senza aspettare il cambio disco erano salve. Grande giubilo si diffuse per tutte le terre. Questa rivoluzione si ripercosse anche sull’ordine degli sfigati che vide cambiare la propria vita totalmente: sciò alla vita solitaria davanti ai dischi e benvenuta popolarità dietro ai giradischi, sciò alla masturbazione compulsiva e benvenuta vita sessuale godereccia. Gli sfigati decisero anche di abbandonare questo nome che ormai non li rappresentava più e presero quello di “Disc Jockey”, che in antica lingua prebabilonese significa: “persona che mette i dischi e tromba le fidanzate degli altri”. Elessero anche un loro dio: il Moroder.

Il Moroder, che in antica lingua prebabilonese significa: “grandi baffi e grandi profitti con le royalties”,  non era un dj, ma il sommo produttore di tutta la loro musica da ballo, guardava con un grande sorriso i suoi figli che suonando i suoi pezzi lo rendevano schifosamente ricco.

Intanto arrivarono gli anni 80 e, tra democristiani morti, confusione sessuale e Marcella Bella, i dj ormai erano diventati delle celebrità. Ai dj non bastava più mettere la musica, volevano farsi produttori come il loro dio. Iniziarono ad usare calcolatori elettronici per comporre la musica che poi avrebbero suonato per gli adepti, cominciarono a creare anche delle loro sette. Nel nuovo mondo nella città dal nome vagamente ironico Chicago alcuni sacerdoti del culto, riprendendo la lezione dei musicisti funk, componevano la loro musica basandosi su ritmiche  ripetitive prive di melodia, fu il successo. Nella terra d’Albione altri dj crearono sonorità molto aggressive e molti discepoli iniziarono ad usare pillole che facevano vedere i colori strani per sentire meglio la musica. Tra una camicia di flanella e una serie televisiva per adolescenti, arrivarono gli anni 90.

Ormai diventati degli dei in terra, i dj si dimenticarono delle loro umili origini e dimenticarono gli insegnamenti del dio Moroder.

Si sa che ad un’età dell’oro segue un’età dell’argento, poi del bronzo fino ad arrivare ad un’età oscura.

Così, col principiare degli anni 00, quell’età oscura tanto temuta arrivò, fu chiamata età del dj set. Si mostrò con le sembianze di un programma per quei demoniaci calcolatori elettronici. Questo programmino dava l’illusione a tutti di poter essere dei dj. Quale fellonia, quale scandalo!!! Eppure in tanti ci credettero; si diffusero ovunque serate, a caro prezzo, in cui tali folli solo per aver schiacciato un bottone si sentivano dj. Per di più non erano in grado neanche di mettere in successione due pezzi coerenti tra loro. Tutto questo orrore doveva avere fine e fu il Moroder stesso ad agire lanciando la sua maledizione: “Tu infima imitazione di un dj, Tu che metti brani sbagliati in un locale dove si servono cocktail fatti male a 8 €,  Tu che metti Roadhouse Blues sempre prima di Should i Stay or Should I go, infine, Tu che ti fai le foto pseudo fiche mentre metti musica, Tu…. Tu subirai la mia ira!”. E fu così che il sommo Moroder condannò i finti dj al più terribile dei mali: l’ascolto ininterrotto di Su di Noi Remix. Tutti i veri dj sanno che l’ascolto ininterrotto di quel terribile pezzo porta l’ascoltatore a vedere e provare piacere nel vedere tutto il cinema di Nanni Moretti, una fine terribile.

A tutt’oggi stiamo vivendo questa epoca oscura, almeno fino a quando il Moroder non deciderà di intervenire massicciamente. Credevate forse che il governo delle larghe intese fosse nato da un inciucio tra Pd e PDL? Vi sbagliavate…

Mentre scrivevo questo pezzo ascoltavo

Selton, S/T, 2010;

Deerhunter, Monomania, 2013

2 Comments

  1. Il caustico Maggio 28, 2013 8:43 am 

    …..pensa che esistono alcuni dj, autodefinitosi tali, che OGNI sabato, DA MESI, suonano le stesse canzoni seguendo la STESSA SCALETTA!!!!!! Tutto questo al villanonna di pusano….

  2. Anonimo Maggio 28, 2013 10:26 am 

    Bella mimmo, ottimo pezzo.
    Il tuo Bud

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