Novant’anni fa, era il 1923, le grandi battaglie sindacali italiane (sull’onda di ciò che avveniva a livello internazionale) condussero al riconoscimento di un diritto fondamentale per i lavoratori: l’orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore.
La vita dei lavoratori, di lì in poi, sarebbe cambiata: finalmente potevano assaporare e toccare con mano la libertà, dignità e la vita di famiglia. Solo un terzo della giornata sarebbe stato destinato al lavoro, infatti il motto della Prima Internazionale affermava: “otto ore di lavoro, otto ore di riposo, otto ore di svago”. Passavano i giorni, mesi, anni. Todo cambia. Si, ma in peggio. (altro…)