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 di Serena Mancini

Sono a Roma. È il primo maggio. Dopo averci pensato e ripensato decido di fare un salto al tradizionale concerto di Piazza San Giovanni.

Il primo ostacolo consiste nel trovare la giusta compagnia: attorno al concertone si vengano infatti a creare diverse correnti di pensiero. La prima è quella dei “preoccupati”, ossia di chi dice: “Sono tutti comunisti; la musica, i cantanti e persino la gente che ci va! Non è un ambiente sicuro, non ci vengo”; la seconda è quella dei “festaioli” per i quali: “Sono tutti comunisti, ma potremmo andarci perché alla fine basta che ci si diverta”; la terza invece, la più rara, è quella dei “convinti” o dei “nostalgici”, ossia di coloro i quali credono nel valore del concerto e nel suo significato e, magari, anche alla storia dei sindacati che lottano per i lavoratori. (altro…)