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Ultima ora: Sequestrati i beni dei Riva per 8,1 mld di euro

di Andrea Cazzato

Ed ecco una di quelle notizie che ti fanno svoltare la giornata…a Milano e a Taranto, la Guardia di Finanza ha iniziato il sequestro di beni per l’ammontare di 8,1 miliardi di euro su disposizione del Tribunale di Taranto. I beni mobili ed immobili che verranno confiscati fanno capo alle società Rivafire Spa e Ilva (fonte Ansa).

Come annunciato da Casula sul Fatto Quotidiano, “è probabilmente il più grande sequesto della Repubblica”. Tutto nasce, quindi, dalla richiesta del gip Todisco che, basandosi sulla stima dei custodi giudiziari nominati dal Tribunale per risanare l’area a caldo dello stabilimento tarantino, ha disposto questo sequestro. (altro…)

Ultima ora – Arrestato Gianni Florido

Quattro ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite quest’oggi alle prime luci dell’alba. In manette Gianni Florido, presidente della Provincia di Taranto, l’ex consulente dell’Ilva, Girolamo Archiná, e l’ex assessore provinciale all’Ambiente, Michele Conserva. Ai domiciliari,invece, il funzionario pubblico Specchia.
Il reato contestato dal gip Patrizia Todisco è quello di concussione e si riferisce alla discarica Mater Gratiae all’interno dell’Ilva destinata ai rifiuti speciali.

Il Sindaco non si dimette: in nome del bene della Città – ultim’ora

A spiegarci l’assenza di ieri in Consiglio del sindaco Ippazio Stefàno non è Chi l’ha visto ma Fabio Venere sulla Gazzetta del Mezzogiorno. “Sarebbe una follia dimettersi. Per Taranto, il commissariamento sarebbe una pietra tombale” – leggiamo nell’articolo, nel quale il sindaco si mostra quasi commosso delle dimostrazioni di vicinanza di cittadini, illustri e non, sottolineando fra questi quelli appartenenti al mondo della scuola. L’assessorato a tempo determinato non ha prodotto alcun effetto negativo, evidentemente…

Sempre nel nome del bene della città, il sindaco qualche giorno fa aveva annunciato le proprie dimissioni nel caso fosse stato indagato: ricordiamo ancora la sua battuta “non sarei nelle condizioni di amministrare la città con serenità”.

Il Sindaco si dice oggi tristemente colpito da coloro i quali si pongono con atteggiamento sospettoso nei suoi riguardi, specie in un ambito, quello dell’ambiente, in cui lui dice di essersi speso tanto. Ieri alla seduta del consiglio erano presenti alcuni cittadini che con dei cartelli incitavano il Sindaco, non presente, a dimettersi. Annovera fra i suoi impegni mantenuti l’aver fatto pagare allo stabilimento Ilva l’Ici, mai versata: in realtà l’acciaieria ha sborsato più di metà dell’importo dovuto, grazie ad un accordo con il Comune.

Il suffragatissimo sindaco – non dimentichiamolo – ha quindi deciso di restare, cambiando da un giorno all’altro idea su quale passo è il più giusto per la città. La non “serenità” vince sull’ipotesi di commissariamento. Tutti salvi?

di Serena Miccoli

19% di votanti: niente quorum. Si chiude così la giornata del 14 Aprile, quella del referendum consultivo sulla chiusura totale o parziale dell’Ilva. Italia-Montegranaro-Salinella è stata la sezione dove si registra la maggiore partecipazione ( 23% ), mentre a Paolo VI la percentuale di votanti non supera il 10%.
Ieri sera, nonostante il tam-tam di notizie sull’affluenza a metà giornata, nel seggio della scuola Colombo, non ho avuto l’impressione di una consultazione non partecipata. C’era la fila per andare a votare ed erano le 20 circa. Come non detto.

Oggi è la giornata della riflessione, dei perché, delle beffe e, per qualcuno, dell’aggressività. Si punta il dito contro gli elettori non votanti, contro le sezioni Cenerentola, contro quelli contro – coloro i quali hanno invitato a desistere dalla partecipazione – e infine contro quelli dalle idee affini ma contro il referendum. Nulla di nuovo sotto il sole insomma, dal momento che queste reazioni costituiscono fondamentalmente la norma per il dibattito tarantino. (altro…)

Bagnoli-Taranto, sulla via del disastro

di Margherita De Quarto

Taranto – Martedì 9 aprile la Corte Costituzionale si pronuncia contro il ricorso della gip Patrizia Todisco: il decreto Salva-Ilva non è incostituzionale.
L’atto non è stato ancora depositato, ma giocando di fantasia potremmo provare ad immaginare le parole pronunciate per l’occasione dagli emeriti giudici della Corte: il Decreto non ostacola il lavoro svolto dalla magistratura fino ad ora. Non esiste rischio per la salute e per l’ambiente. Inoltre si tratta di un’industria di interesse strategico nazionale. Quindi si potrebbe chiudere un occhio sull’A.I.A., o magari apportare qualche “modifichina” qui e lì.
In fin dei conti cosa saranno mai altri 36 mesi di produzione e d’inquinamento a pieno regime, di fronte alla vendita dell’acciaio ed alla salvaguardia di 20mila posti di lavoro? La terra e il sangue dei tarantini sono avvelenati? E chi dimostra che sia diossina e che sia proprio quella dell’Ilva?

Sperando di aver esagerato con la fantasia, mi viene subito in mente che constatare quanta e quale tipo di diossina ci scorra nelle vene non sia impossibile. Lo dimostra il Rapporto Sebiorec. (altro…)

Al Nord come a Taranto: la Holcim di Merone

di Fabrizio Baggi

L’annoso conflitto che logora la città da Taranto da qualche tempo a questa parte, si ripropone in forme simili in altre parti di Italia. Ospitiamo in questo numero la testimonianza du un cementificio della provincia di Como, la Holcim di Merone.
La lotta dei lavoratori di questa fabbrica negli ultimi mesi si è fatta sempre più intensa ed il nostro Fabrizio Baggi ci spiega i vari passaggi. (altro…)

di Serena Miccoli

La Consulta ha decretato la costituzionalità del decreto Salva Ilva. Una mazzata fra i denti che in me, e penso anche in molti di voi, ha provocato le più svariate reazioni nel giro di una serata: dall’amarezza più rassegnata, a quella voglia di “spaccare tutte cose” a cui in tanti incorriamo. Ma attendiamo la pubblicazione della sentenza…

Domenica intanto si terrà il referendum sulla chiusura totale o parziale dello stabilimento. Qui troverete i quesiti e quanto scritto da Andrea Cazzato la scorsa settimana.

Era il 2007 quando il Comitato Taranto Futura propose il referendum. Nel 2010 venne fissata per la prima volta una data per il suo svolgimento (27 Marzo 2011) a seguito dell’esito del ricorso al TAR presentato dall’avv. Russo: il Comune di Taranto che, in un primo momento non aveva accolto le istanze del Comitato, avviò l’iter referendario. Dei cinque quesiti inizialmente previsti, ne vennero ammessi dai garanti nominati dal Comune tre: quelli che troveremo domenica, e un terzo, riguardante la richiesta di risarcimento danni per inquinamento ambientale all’Ilva s.p.a. (altro…)

di Margherita De Quarto

Taranto – Domenica 7 aprile. Prima domenica dopo Pasqua, prima domenica quasi calda di un’insolita primavera. Primo pensiero post caffè: Chissà quanti tarantini saranno scesi in piazza stamattina?
Sì, perché oggi c’è la famosa manifestazione contro il Decreto Salva-Ilva.
Se dovessi scommetterci, punterei sulle 500 persone. Alzo la cornetta e chiamo un caro amico sempre puntuale alle manifestazioni.
“Pronto? Carlo carissimo, buongiorno. E allora quanti sono?”
“è partita ora – sono le 11.00 – e mi dispiace informarti che hai perso la scommessa: sono 4.000/5.000 circa”
“Ottimo, i tarantini stupiscono ancora”
“Ma se ti può consolate a dicembre erano di più. 30.000 circa”.

Non capendo dove sia la consolazione, saluto, riaggancio e rifletto: un’affluenza simile non la si vedeva da almeno 10 anni, probabilmente dai tempi della manifestazione per la pace in Iraq. In quell’occasione a scendere in piazza furono gli studenti medi, molti per goliardia, molti per marinare la scuola, pochi che sapessero di cosa si stesse parlando. (altro…)

di Andrea Cazzato

Trascorrere questi giorni duri per l’Italia a casa, con la mia famiglia, rende il tutto un po’ più ovattato. Destreggiarsi negli auguri pasquali, evitando la volgare risposta scontata “E chist so’ l’ov” che mi ha accompagnato per i primi vent’anni da eretico tarantino, per una forma di rispetto verso chi crede, mi fa capire che sto crescendo e mi sto mestamente “democristianizzando”, in una sorta di versione “Cencelliana” di un uomo che cerca di non offendere nessuno.

Pensavo fosse così, ma poi mi trovo davanti alle dichiarazioni di una progenie fascista del terzo millennio, che chiede con inaudita virilità di guerreggiare contro l’India per la questione dei due marò e i buoni propositi si sfanculano miseramente. E’ inutile riprendere la vicenda dei due “servitori” dello Stato, proprio perchè, pur non volendo, siamo stati costretti tutti a dire la nostra su questa storia, volenti o nolenti, sotto la pressione della retorica dell’eroe, che tanto piace alla destra italiana e militarista. (altro…)

Processo d’appello Thyssenkrupp: nessuna giustizia, nessuna pace

degli Ex lavoratori della Thyssenkrupp

Dopo 5 anni dalla strage l’ennesima doccia fredda per i familiari delle vittime e gli ex lavoratori nel processo ThyssenKrupp: derubricato il reato più grave (per l’ad H. Espenhahn l’omicidio volontario diventa colposo), ridotte significativamente le pene per tutti gli altri imputati e concesso anche il dissequestro della Linea 5. (altro…)