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di Andrea Cazzato

Trascorrere questi giorni duri per l’Italia a casa, con la mia famiglia, rende il tutto un po’ più ovattato. Destreggiarsi negli auguri pasquali, evitando la volgare risposta scontata “E chist so’ l’ov” che mi ha accompagnato per i primi vent’anni da eretico tarantino, per una forma di rispetto verso chi crede, mi fa capire che sto crescendo e mi sto mestamente “democristianizzando”, in una sorta di versione “Cencelliana” di un uomo che cerca di non offendere nessuno.

Pensavo fosse così, ma poi mi trovo davanti alle dichiarazioni di una progenie fascista del terzo millennio, che chiede con inaudita virilità di guerreggiare contro l’India per la questione dei due marò e i buoni propositi si sfanculano miseramente. E’ inutile riprendere la vicenda dei due “servitori” dello Stato, proprio perchè, pur non volendo, siamo stati costretti tutti a dire la nostra su questa storia, volenti o nolenti, sotto la pressione della retorica dell’eroe, che tanto piace alla destra italiana e militarista. (altro…)

L’ennesimo “coup de théâtre” in salsa italiana: i marò ed il popolo indiano.

di Salvatore Romeo ’85

Questa è storia di un gioco d’azzardo; una partita a poker per la precisione. Già perché indipendentemente dalle somme poste in palio, la vittoria è rilegata (con buona pace dei “pokeristi”) a un’ingente dose di fortuna. Ma a vincere, come spesso capita nella vita, non è sempre chi ha le “carte migliori”: nel poker infatti utilizzando particolari strategie e una sapiente gestione delle “puntate”, i giocatori più bravi riescono a vincere “mani” fallimentari dal punto di vista della qualità delle carte in mano. E’ il tipico concetto del “bluff”: millantare (o meglio far presuppore agli avversari) un elevato punteggio delle proprie carte, inducendo così gli avversari ad arrendersi, evitando così di disperdere un’elevata quantità di denaro. Ma a volte, per fortuna o per scaltrezza dell’avversario, (o per poca bravura di chi lo propone) il bluff non riesce. Qui riparte la nostra storia.

Una nave petroliera (l’Enrica Lexie), civile impegnata in una “missione” trans-oceanica , dei “pirati”, due marinai della marina italiana, due pescatori, due omicidi. Sembrano gli ingredienti di uno squallido film americano dei primi anni novanta, ma sono gli attori inconsci di una delle più brutte avventure di cui l’Italia può poco orgogliosamente fregiarsi. La storia è ben nota a tutti. I risvolti ancora da chiarire. La questione principale e più spinosa riguarda il luogo dell’uccisione dei due innocenti pescatori: acque internazionali sì, acque internazionali no? (altro…)