Il 2013 si è chiuso con un storico per la città di Taranto: la visita del Ministro Bray, oltre che al M.Ar.Ta., in città vecchia. Guida d’eccezione è stata Angelo Cannata, presidente del Centro Studi Documentazione e Ricerca “Le Sciaje”, una delle realtà culturalmente più vive in città, che dal 2011 si occupa della valorizzazione della risorsa del mare a Taranto attraverso diverse iniziative. Il Ministro ha risposto in questa maniera alle istanze cittadine (dai richiami dei singoli e giornalisti come Gino Martina su l’Unità, ai gruppi autoconvocati come “Giovane Taranto Antica”) che hanno richiesto con forza la sua presenza nel centro storico, soprattutto dopo i crolli del mese di novembre.
Angelo, come e quando hai saputo che avresti accompagnato il Ministro in città vecchia?
«Dopo l’annullamento della visita ufficiale prevista in occasione dell’inaugurazione del Museo Nazionale Archeologico dello scorso 21 dicembre ho perseverato nell’invitare il ministro Massimo Bray a venire a constatare e conoscere di persona la Città, rendendomi interprete della tante istanze proposte da tutta la comunità Tarantina. E quindi i primi contatti con la segreteria del Ministero che comunicava rassicurazioni per l’organizzazione di una nuova visita. Noi tutti pensavamo al nuovo anno come data possibile ma la conferma del suo arrivo l’ho avuta solo alle 10 del mattino stesso sebbene mi fosse giunta voce la sera prima per mezzo di una poco fondata nota stampa.»
Quale percorso avete fatto?
«Dal Corso Due Mari nei pressi del ponte girevole alla Torre dell’orologio in piazza Fontana già Piazza Maggiore : da porta Lecce a porta Napoli, le due porte storiche di ingresso nella città millenaria. Una passeggiata a piedi tra le meravigliose bellezze del nostro Centro Storico, come il Castello Aragonese e le Colonne Doriche e il Palazzo dell’Università. Per mezzo delle Postierle si è attraversato il salto di quota : da quella dell’Immacolata si è giunti in via di Mezzo e poi di nuovo il sali e scendi con la Via Nuova Dunque l’attualità dei Crolli ma anche le tante potenzialità economiche non ancora emerse e concretizzate, offerte dalla presenza e dalla varietà di siti di interesse artistico culturale. Il percorso è stato anche dedicato alla conoscenza degli edifici religiosi importanti. Abbiamo anche visitato dall’oratorio S. Paolo ex chiesa greca di Skanderberg su Via Pentite crollato nel Febbraio del 2011 e la postierla dei SS. Medici Cosma e Damiano vicino la chiesetta omonima, un tempo meta di tanti pellegrinaggi di devoti fino a quando i crolli del 1987 resero interdetta al traffico pedonale la zona della via di mezzo nei pressi del Morrutto. Infine siamo giunti alla Torre dell’Orologio che, insieme alla zona Vicoli 1 e 2 E.r.p., venne ristrutturata in pieni anni 80 grazie alle politiche di risanamento della città vecchia sviluppate con le lotte operaie della “Vertenza Taranto”. La visita non poteva che concludersi all’interno della sede operativa de “Le Sciaje”, con l’esposizione “il tempo del Mare” che ci ha dato modo di raccontare anche la storia della piazza della zona di porta Napoli interessata da cambiamenti urbanistici, economico sociali importanti e consistenti negli ultimi 150 anni.»
Hai incontrato resistenze?
«Siamo abituati a incontrare resistenze per la realizzazione di questi Tour. Il servizio di scorta e diversi rappresentanti sono rimasti sorpresi dalla volontà del Ministro Bray di voler conoscere la città vecchia a piedi dopo la visita fatta al museo Marta. Molto spesso si parla in maniera sbagliata e negativa del nostro centro storico. Fino a qualche anno fa anche i libretti turistici raccontavano di non attraversare il ponte girevole per evitare problemi di natura “sociale”. Ma la città vecchia di Taranto è il vero centro città e il cuore dell’anima di noi tutti Tarantini e quindi le barriere mentali iniziali sono state combattute e i vicoletti e le stradine della Città Vecchia sono state percorse senza ostacoli.»
Qual è stata l’impressione che il Ministro ha avuto del nostro centro storico?
«Quello che ci ha subito comunicato è stata la sua disponibilità a tornare qui da noi nel 2014 e di voler porre nell’agenda politica del Ministero l’interesse ministeriale per gli ambiti culturali e turistici di una Città Importante come la nostra, vittima incolpevole di una degradazione ambientale ed economica di così grave portata. Adesso sarà compito della comunità mantenere alto l’interesse sui temi posti in evidenza. Il ministro ha inoltre affermato che occorrerà individuare le competenze istituzionali a vari livelli per mettersi a lavoro sin da subito per segnare il cambiamento di rotta e ridare dignità alla comunità Tarantina. Ad onor di cronaca l’ultima visita di un ministro nei vicoli della parte bassa della città vecchia fu quella di Mussolini che portò alla devastazione del piccone fascista “Post Fata Resurgo” del settembre del 1934 dell’intero quartiere pittaggio Turripenne. Un atto irresponsabile che rase al suolo il ghetto ebraico insieme a chiese e case del popolo lavoratore del mare “sovversivo” e “insubordinato” costretto a emigrare nelle Americhe già dal 1929 per le condizioni di vita avverse. Quindi è stato utile sensibilizzare il ministro al mantenimento e alla cura delle mura come simbolo di un patrimonio da salvaguardare.»
Sofri ha dichiarato, sulla visita di Bray, che è stato accolto molto bene dalle persone di città vecchia e da “una gelosia travolta da alcune autorità locali per le quali un ministro (per giunta di Lecce) che venga a Taranto è più o meno come un gerarca romano in visita all’Asmara”. Quanta verità e quanta suggestione?
«Tante le verità e le suggestioni. Per raccontare quello che si vive quotidianamente a Taranto è utile esercizio il ritrovare riferimenti nella letteratura, nella storia e nel cinema: un’atmosfera simile a quella di Gogol ne “l’Ispettore Generale” o, come Gino Martina scrive su l’Unità, nella cronaca della giornata c’erano somiglianze sceniche con film come Anno Uno di Rossellini e Anni Ruggenti con Nino Manfredi. Ma la realtà di Taranto non è Cinecittà e gli abitanti non vogliono restare spettatori. Credo che Sofri intendesse descrivere ironicamente l’incredibile codazzo di curiosi ma anche di personalità istituzionali che sembravano strattonarsi pur di comparire nelle foto scattate durante la visita tra i vicoli di Massimo Bray che, prima di essere un Ministro, è uno dei tanti pugliesi nato nella vicina Lecce e interessato alla cultura e alle bellezze di Taranto.»
Il fatto che il Ministro non si sia voluto limitare a visitare il M.Ar.Ta. ma abbia optato per un affondo nell’Isola che crolla, credo possa esser letto come un segnale importante, di grande speranza, che ha permesso ai riflettori nazionali di accendersi sul caso del centro storico di Taranto. Ricordando che la legislazione italiana prevede norme ben precise legate alla tutela dei centri storici, ci auguriamo che sulla base degli input recepiti dal Ministro Bray possa finalmente muoversi la macchina burocratico-amministrativa nel senso di un recupero della agibilità del centro storico prima ancora di un necessario, quanto desiderato, intervento di valorizzazione. In tal senso le giovani leve, quelle che attraverso i propri percorsi formativi e di impegno civico reclamano con forza la resurrezione della città vecchia, per quella sorta di ritorno alle proprie radici – quando non di ricerca spasmodica delle stesse -, devono essere considerate la risorsa imprescindibile alla costruzione di un futuro per il borgo antico; per garantire un simile risultato, che costituirebbe una grande vittoria della civiltà in una città in cui sembra venir meno di crollo in crollo, occorre che le amministrazioni locali mettano questi giovani nella condizione di poter fare dignitosamente il proprio lavoro che, in questo caso, andrebbe ad essere un vero e proprio servizio utile alla comunità, presente come futura, nella conservazione del passato, quello vero e tangibile, che ha lasciato segni concreti sul territorio. Prima che decida di lasciarci lui, ovviamente!
StecaS
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Un bell’articolo con reportage fotografico sulla visita (dal quale abbiamo attinto una delle fotografie) è sul sito dell’associazione “Le Sciaje” (http://www.lesciaje.it/)