Che palle. Squilla il telefono.
Non voglio parlare con nessuno. Il solo pensiero di rispondere e sentirmi ripetere per l’ennesima volta la super offerta del mese mi fa venire la nausea. A casa ci siamo anche iscritti al Registro delle Opposizioni per ricevere meno telefonate (poveri operatori dei call center, intimoriti dalle nostre minacce di ricorrere a vie legali) e proprio non riesco a spiegarmi tutto questa ossessione per le conversazioni degli altri. A dirla tutta, non riesco a spiegarmi nemmeno tutta questa voglia di sentirsi, telefonarsi, chiamarsi. E questa necessità di dirsi le cose importanti al telefono.
Qui si sta perdendo il senso dell’amicizia davanti ad una buona birra fresca!
Beh, certo Giulia Ligresti aveva tutte le ragioni del caso, aveva fretta di uscire dal carcere! Come biasimarla… Stava malissimo. Non mangiava più e bisognava fare qualcosa per la sua vita. Così, telefonatina ed è subito fuori dal carcere. Anoressia, come quella di Stefano Cucchi. E si sa che l’errore si commette una volta – povero Stefano – e perseverare è diabolico. Volevamo forse uccidere Giulia?
Poi i malpensanti hanno pensato che non stesse soffrendo così tanto perché i paparazzi l’hanno vista mentre era in giro a fare compere. Ma questi sono sicuramente uomini; le donne sanno benissimo che niente ti fa sentire meglio dello shopping.
Vi siete indignati, eh? Un po’ anche io. Soprattutto perché ha prodotto orrori come questo:
Per poco non mi prendeva un infarto, un embolo, un attacco di colite!
Però almeno adesso tutti avete il suo numero di telefono senza la scocciatura di dover chiamare direttamente il ministero. Vi costa un po’, ma almeno siete sicuri che le telefonate siano smistate per bene e la Cancellieri sa già di cosa avete bisogno.
Dopo qualche giorno è uscita la notizia (opinabile) della telefonatina di Vendola in cui si sganasciava dalle risate. Giorni terribili e indignazione a palate. Sui social network sono volate parole irripetibili al grido di “Dimettiti! Dimettiti!”.
Lo sventurato Vendola prima ha sfoggiato la sua estraneità ai fatti, paventando provvedimenti legali nei confronti del Fatto Quotidiano, che ha una certa predilezione per le intercettazioni telefoniche, e poi si è scusato con noi tutti e con il giornalista.
Quello che non ho ancora veramente capito è per quale motivo vi siete indignati tutti adesso, visto che proprio quella conversazione era nota da almeno un anno ed era stata pubblicata da Peacelink. Forse sentire il tono fa tutto un altro effetto? I contenuti non c’entrano!
Di sicuro ora sappiamo che anche Vendola è umano e parla come tutti noi, senza usare retorica e giri di parole. Che sa parlare semplice, che non usa termini aulici tutti i giorni. Che ride! Che sa essere sintetico!!!
Nessuno lo dice ma è tutta colpa de Il Fatto Quotidiano che non si fa mai gli affari suoi. Sempre a guardare i fatti degli altri, sono proprio degli spioni! E non hanno ritegno, ti spieranno con qualunque mezzo.
Proprio come tua madre.
E lo sai qual è la cosa peggiore che una madre può fare? Iscriversi a Facebook. Sì, perché sul nostro profilo privato, che tanto privato non è, diamo sfogo ai nostri più bassi desideri e la soglia di sputtanamento è altissima e non ci vergogniamo a postare tette, culi e pacchi e frasi sconvenienti.
Sappiatelo, le nostre mamme sono lì a guardarci, trepidanti e vogliose di gossip su di noi e non si accontentano più di ascoltare le nostre telefonate mentre noi parliamo con il cordless. Bramano le nostre storie d’amore, i nostri pensieri, anche se abbiamo 30 anni. Si sono evolute, si sono digitalizzate, hanno capito che la vera fonte di informazione è internet.
Aiutateci a contrastare questo fenomeno, amici. Dite alle vostre mamme che c’è qualcosa di meglio su internet delle vostre tristi vite fatte di gattini e pornografia. Dite loro che c’è Siderlandia.
Vi lascio con un consiglio del nostro affezionatissimo Gianfranco Rotondi. Lui lo ha dato alla Cancellieri e a Vendola, e io lo giro a voi. Fatene buon uso.