Il cinema, di per sé, è un’arte sottoposta all’azione spietata del tempo: il passare degli anni fa decadere le pellicole, e deteriora i supporti fisici su cui sono conservati i film, senza distinzione fra capolavori e opere minori. Non è un caso che la sfida del digitale sia sempre più votata alla cancellazione di tutto l’apparato fisico che rende il cinema possibile: obiettivi e cineprese sempre più piccoli e “leggeri”, film conservati in forma di pixel sui server di potenti computer, con la pellicola che ancora suscita legittimi interrogativi sul pensionamento o su un suo possibile futuro.
Va da sé che, per questi motivi, la storia del cinema è una storia di creatività, ma anche di restauro e conservazione, nella doppia accezione di preservare le opere già esistenti o di rivitalizzare le stesse attraverso il riutilizzo dei materiali d’archivio in una forma nuova: in questa stessa sede abbiamo già evidenziato il lavoro svolto in opere come La zuppa del Demonio, con il riutilizzo d’immagini d’archivio, che rappresenta uno dei casi più recenti di nuovo impiego di materiale preesistente.
Proprio in questo intervallo fra conservazione e rivitalizzazione si pone il progetto Digital Heritage – Archivi audiovisivi nell’era digitale, realizzato con il contributo dell’iniziativa Laboratori dal Basso e organizzato dall’associazione culturale Frammenti, all’interno del progetto d’archivio Oggetti Smarriti, e giunto già alla seconda edizione.
Si tratta di una serie di sei laboratori, che si svolgeranno fra il 4 e il 15 Novembre fra la Mediateca Regionale Pugliese di Bari e l’Hub della Conoscenza di Brindisi, in cui esperti nazionali e internazionali indagheranno il ruolo del digitale nelle pratiche di conservazione, recupero e valorizzazione dei documenti d’archivio, in modo da fornire ai partecipanti un più ampio quadro sulla casistica che i problemi in precedenza evidenziati possono fornire. Un modo nuovo e interessante di guardare al cinema del passato e all’interazione con lo stesso, aperto a videomaker e interessati. Le prospettive che infatti un simile lavoro apre sono duplici: da un lato fornire una mappatura completa dei vari formati digitali che vengono usati per convertire i “documenti audiovisivi” attualmente conservati su supporti analogici; e poi fornire un quadro più chiaro degli utilizzi che possono essere fatti con i documenti stessi, attraverso documentari o forme di videoarte o mediante il caso studio di M.I.A. – Mediateca Interattiva Audiovisiva, ideato all’interno di un Living Lab coordinato dal consorzio pugliese CETMA per l’archivio della Mediateca Regionale Pugliese.
I primi tre appuntamenti saranno ospitati dalla Mediateca di Bari: si parte il 4 novembre con Marcello Seregni dell’Archivio Storico del Film della Cineteca Italiana di Milano, che racconterà l’evoluzione del lavoro di gestione di un archivio audiovisivo attraverso le tecnologie digitali.
Il 5 novembre, Antonello Di Vincenzo, ideatore di Blutek ed esperto di infrastrutture tapeless di post-produzione e digital restoration, mostrerà le diverse tecniche di recupero e restauro di supporti analogici e video.
Il 6, 7 e 8 novembre, sarà il turno di Reto Kromer, esperto di salvaguardia del patrimonio audiovisivo, e di Mirco Santi, dell’Archivio Nazionale del Cinema di Famiglia. Oggetto degli incontri sarà lo studio dei diversi formati video digitali e del ruolo del digitale nella conservazione e nel recupero e restauro dei supporti analogici.
Gli appuntamenti successivi, del 10, 11 e 12 novembre si svolgeranno invece all’Hub della Conoscenza di Brindisi, dove Italo Spada, del Consorzio CETMA, condividerà con i partecipanti le tecniche di valorizzazione degli archivi attraverso la realtà virtuale e la realtà aumentata.
Il 13 novembre si torna in Mediateca con Diego Pozzato che si occuperà del rapporto fra imprese e cultura, a partire dall’esperienza dell’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa.
La chiusa sarà infine affidata al lavoro con un artista sul campo: dal 13 al 15 Novembre, infatti, ancora la Mediateca ospiterà Pietro Marcello, talentuoso regista di film come Il passaggio della linea o La bocca del lupo, che si è già occupato proprio del riutilizzo creativo di materiali audiovisivi e che racconterà la sua esperienza, e illustrerà il suo modus operandi in alcune lezioni che partiranno dalla selezione del materiale proveniente dai fondi audiovisivi Oggetti Smarriti e Archivio Storico Birra Peroni.
Per ogni informazione sul progetto e le partecipazioni è possibile consultare il sito di Oggetti Smarriti.