Ultimamente sto scrivendo poco per questa rubrica. È ovvio: da quando sono diventato ricco e sguazzo nel vizio e nell’opulenza, chi ha bisogno più di Siderlandia?
Il segreto della mia ricchezza è gelosamente custodito tra me e dei simpatici amici del sud Italia che non vogliono essere nominati perché molto riservati.
Al momento vi scrivo dal mio nuovo paradiso fiscale tra Maruggio e San Pietro in Bevagna: sono qui non solo per vivere al massimo la mia giovane vita, ma sopratutto per una operazione umanitaria. Il mio amico, nonché direttore di Siderlandia, Salvatore Romeo è nel pieno di un delirio mistico. Tutte le mattine dice di parlare con Palmiro Togliatti che canta il Magnificat. Ho provato ad aiutarlo come farebbe un qualsiasi amico: prostituzione, droga, Studio Aperto, foto di Sabrina Salerno, niente.
Adesso basta però: lo mando al campo estivo dalle suore orsoline e torno alla mia placida vita di vizi.
Mentre mi crogiolo al sole sto ascoltando l’ep dei Cairobi.
In realtà dietro questo nome si nasconde una vecchia conoscenza di questa rubrica: i Vadoinmessico.
Lo so, la vostra memoria è corta come quella di un indagato per corruzione. Ricapitoliamo: i Vadoinmessico erano una band folk pop (e pure un po’ psichedelica, dai) formata da un inglese, un messicano, un austriaco e due italiani; erano di base a Londra e il loro primo album si chiamava Archeology Of The Future: bellissimo.
Beh, che succede ad un certo punto? Joe, l’inglese e percussionista, molla la band e i ragazzi decidono di dare una svolta radicale alla loro musica: via i Vadoinmessico e benvenuti i Cairobi.
Sostanzialmente è la stessa band di prima tranne che per l’innesto del francese Aurelien Bernard.
È cambiata anche la loro base: addio Londra, destinazione Berlino, almeno per la registrazione del disco. Scelta che incide, a quanto si può sentire, nelle 4 tracce del loro Ep “Distant Fire”, uscito su etichetta Week Of Wonders. Dove prima c’erano suoni acustici che rimandavano al Sud America, adesso ci sono chitarre elettriche e drum machine. Qualcosa del vecchio sound sopravvive e si combina con il nuovo percorso sonoro.
Zoraide, primo singolo estratto dall’Ep, è il ponte tra i Vadoinmessico e i Cairobi: ci sono delle percussioni vagamente tropicali con la chitarra elettrica e il sinth che rimandano ad un immaginaria Europa sudamericanizzata. Perfect Stranger e Human Friend continuano su questo percorso in equilibrio tra folk e elettronica; chiude Please, eterea, spaziosa ma con un rullante che compare a intervalli regolari a dare una botta di realtà. Nel complesso Distant Fire è una prima indicazione del nuovo corso degli ex Vadoinmessico/Cairobi, che li vede diventare più urbani e meno acustici, comunque capaci di arricchire l’immaginario legato alla loro musica.
Nel corso di questo 2015 dovrebbe anche uscire il primo disco: lo aspetto per vedere cosa succederà. Nel frattempo porto Salvatore al suo solito rosario socialista dove invoca la Madonna insieme a Marx e Gramsci dopodiché mojito party tutta la notte con black jack e squillo di lusso.
Mentre scrivevo questo pezzo ascoltavo
Toro Y Moi, What for?, 2015