Con il Dpcm n. 159/2013 dal 1° gennaio 2015 sono entrati in vigore i nuovi criteri per il calcolo dell’ISEE (indicatore situazione economica equivalente), parametro utilizzato per l’ottenimento di varie agevolazioni economiche, tra cui l’accesso alle borse di studio ADISU, Agenzia regionale per il Diritto allo Studio Universitario, e l’esonero parziale o totale dalle tasse universitarie.
Gli studenti universitari sono decisamente penalizzati da questo nuovo tipo di calcolo, in quanto ora vengono inclusi i redditi esenti da Irpef (quindi anche la borsa di studio percepita nell’anno precedente) mentre i redditi di fratelli e sorelle, che prima venivano considerati solo nella misura del 50% del loro ammontare, ora concorrono per intero alla formazione dell’indicatore. Come già accennato in un precedente articolo, si calcola in media un aumento di 2000€ dell’ISEE per richiedente, al quale non corrisponde un aumento della ricchezza reale del nucleo familiare.
Questo genera un paradosso abbastanza singolare: se, per esempio, il primo anno risulti idoneo a ricevere la borsa di studio perché il reddito del tuo nucleo familiare non ti consente di sostenere le spese universitarie, il secondo anno, invece, potresti rimanere escluso dalla platea degli idonei perché la borsa di studio percepita l’anno precedente (ed utilizzata per sostenere le spese universitarie) viene considerata una fonte di reddito ai fini del calcolo dell’ISEE.
Quella appena descritta è la situazione in cui potrebbero trovarsi gli studenti che l’anno scorso avevano un ISEE molto vicino alla soglia massima; altri invece potrebbero ritrovarsi nella condizione di avere ancora diritto alla borsa di studio ma percepirla con un importo inferiore perché ci sono scaglioni di reddito differenti ai quali corrisponde un diverso importo di borsa di studio, con un ISEE maggiore ci si potrebbe ritrovare in uno scaglione diverso rispetto all’anno precedente.
Per questi motivi durante la seduta del Consiglio di Amministrazione dell’ADISU Puglia del 6 marzo i rappresentanti di LINK hanno chiesto l’innalzamento delle soglie massime di ISEE entro le quali è possibile fare domanda di borsa di studio. Il CDA ha approvato all’unanimità la proposta ed il 27 marzo la giunta regionale pugliese ha fissato le nuove soglie di reddito per accedere al bando ADISU: ISEE massimo di 19.000€ (prima era 17.000€) ed ISP massimo di 35.000 (prima era di 31.000).
Si tratta di una bella notizia per gli studenti pugliesi, con l’innalzamento delle soglie di reddito si dovrebbe neutralizzare in parte il pericolo dell’esclusione dai benefici ADISU per un aumento dell’ISEE che non dipende da un reale aumento di ricchezza delle famiglie ma solo dal cambiamento dei criteri di calcolo che “penalizzano” chi l’anno precedente ha percepito già la borsa di studio.
La situazione comunque rimane tutt’altro che rosea: i fondi per il diritto allo studio vengono costantemente tagliati dal 2009 e molti studenti ritenuti idonei, in realtà, non percepiscono la borsa di studio per mancanza di fondi. Negli ultimi due anni la Puglia è riuscita a rimediare in parte alle mancanze dei Governi investendo nel diritto allo studio fondi strutturali europei inutilizzati ma senza le mobilitazioni e le richieste degli studenti nel CDA Adisu non si sarebbe ottenuto l’innalzamento delle soglie ISEE.
Va precisato, però, che il Governo Renzi attraverso il decreto Irpef ha tagliato al DSU ulteriori 150 milioni di euro per finanziare i famosi 80€ in busta paga, le regioni hanno sempre meno fondi e non potranno colmare in eterno le mancanze del Governo centrale. Resta poi un sistema di Diritto allo Studio abbastanza disomogeneo a livello nazionale, se in Puglia infatti si è deciso di innalzare le soglie ISEE per l’accesso ai servizi ADISU, in altre regioni potrebbe non accadere. L’intenzione del Governo Renzi è abbastanza chiara: si vuole eliminare la figura dell’idoneo non vincitore non aumentando i fondi destinati al Diritto allo Studio, bensì diminuendo la platea degli aventi diritto, risultato che in parte verrà ottenuto con i nuovi criteri di calcolo dell’ISEE; inoltre è stato tentato un ritocco a ribasso dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni cioè i requisiti di reddito/merito che devono essere riportati sui bandi di accesso alle borse di studio su tutto il territorio nazionale) aumentando i CFU richiesti per accedere ai bandi, proposta per fortuna bocciata durante la seduta della IX Commissione Istruzione della Conferenza Stato-Regioni di luglio.
La nostra Costituzione dice chiaramente che la Repubblica deve garantire ai capaci e meritevoli tutti i mezzi necessari per raggiungere il più alto grado di studi, mentre il Governo Renzi fa di tutto per aumentare le disuguaglianze e fare dell’Università un luogo accessibile solo a chi se lo può permettere dal punto di vista economico.