Trenta fotografi per un evento straordinario che farà pulsare di cultura vera il vecchio cuore dell’Isola. «Ci chiamiamo circolo fotografico “Il Castello”, perché per noi il castello rappresenta proprio il “ponte” culturale tra la città vecchia e la città nuova», spiega Raimondo Musolino, presidente e animatore del Circolo Fotografico jonico e Direttore Artistico di FotoArte 2015, con l’entusiasmo e la passione di chi nella professione di fotografo c’è da sempre. Ed è con lui che parlato di questa edizione di FotoArte.
Una “impresa eccezionale” questa di FotoArte e che, ad oggi, costituisce uno degli appuntamenti culturali di livello più alto in città (e non solo…). Si è partiti, però, dal piccolo, tanti anni fa…
FotoArte nasce nel 2004 perché in Puglia “Alberobello Fotografia” finisce la sua esperienza e ho creduto che una regione come la Puglia non poteva non avere un festival della fotografia. Certo non avevamo le risorse di “Alberobello Fotografia”, ma eravamo determinati e avevamo la passione che ci sorreggeva. Il primo anno “vestimmo” le vetrine del centro con centinaia di fotografie e con una personale di Ciro Quaranta, fotografo grottagliese, perché è stato sempre questo il nostro obiettivo: vivere e far vivere il territorio. Nel 2005 abbiamo la fortuna di ospitare uno dei più grandi fotogiornalisti italiani, Uliano Lucas, e pubblichiamo un libro dal titolo “Conoscere una città – Taranto nelle immagini di Uliano Lucas”. Il libro ha un grande successo e questo ci stimola a continuare nel nostro progetto. FotoArte decide di cominciare a seguire questa strada e così nel corso degli anni grandi fotografi si avvicendano in FotoArte. Gianni Berengo Gardin, Bruno Taddei, Lorenzo Pesce, Letizia Battaglia, Ferdinando Scianna, Francesco Zizola, Franco Fontana, questi alcuni nomi che Taranto ha ospitato: il gotha della fotografia italiana. Poi circa tre anni fa ho pensato che fare rete potesse rappresentare una grande possibilità per un festival che, non avendo grandi e piccoli sponsor, si reggeva sulla passione di poche persone. Ho invitato alcune associazioni del sud della Puglia e con loro abbiamo dato il via a quella che è la struttura attuale del progetto FotoArte: un festival diffuso.
Qual è il fine della manifestazione?
Il fine è quello di creare turismo fotografico anche in considerazione del fatto che il festival riesce a portare nei vari territori delle province di Brindisi, Lecce e Taranto, personaggi di levatura internazionale: nel territorio e per il territorio. L’evento è squisitamente culturale e non c’è nulla di commerciale, tutto ciò che entra viene reinvestito per rendere il festival sempre più appetibile e seguito.
Cosa c’è di nuovo rispetto agli altri anni?
Quest’anno la struttura del festival è stata leggermente modificata. Innanzitutto abbiamo cambiato data per ospitare la tappa di Portfolio Italia, la manifestazione più importante a livello nazionale di letture portfolio. Dal prossimo anno però tutto ritorna come prima, e quindi FotoArte torna a fine maggio a Taranto. Ad inaugurare questa edizione è stata Fotofucina, una associazione di Salice Salentino con cui condividiamo il progetto. Oltre Salice fanno vivere Fotoarte: InPhoto di Brindisi, Controluce di Statte, Obiettivi di Lecce e Tempo di scatto di San Cesario di Lecce. Ogni associazione ha organizzato la propria settimana di eventi e per quanto ci riguarda, abbiamo sempre pensato che la fotografia abbia una grande finalità che non è solo quella di comunicare, ma anche quella di farsi guardare.
Chi sono i fotografi in mostra quest’anno?
Abbiamo pensato di portare nella città vecchia 30 mostre fotografiche esposte non solo nei luoghi istituzionali come Palazzo Pantaleo o il MuDi, ma anche in luoghi convenzionalmente non adatti alle esposizioni. La mission di quest’anno, ma crediamo anche negli anni a venire, è far vivere i luoghi che esporranno le mostre, tutte concentrate nella Città Vecchia, gioia e dolore dei tarantini. Mostre di grande valore come “Fear”, un progetto di fotoreportage sociale realizzato da una collettiva di 5 soci tra cui spicca Fabio Bucciarelli, vincitore di World Press Photo e Award; Euro Rotelli con “The body the soul”, una serie di rielaborazioni di scatti su pellicola Polaroid realizzati a ballerine famose durante la loro danza; “Le donne del digiuno” una serie di ritratti di donne siciliane che durante i funerali di Borsellino effettuarono lo sciopero della fame. Ma ogni mostra, in definitiva, rappresenterà un momento culturale da vivere e credo sorprenderà per la qualità visiva.
Come si svolgerà la manifestazione?
Le mostre apriranno contemporaneamente il 27 di giugno, ma ufficialmente la nostra settimana parte venerdì 26 giugno alle 19.30 presso il MuDi in vico Seminario 1, alla presenza di tutti gli ospiti di questa tornata 2015 e con una conferenza di Josè Colon uno dei fotografi del collettivo MeMo. Come ho detto, Portfolio Italia a Palazzo Pantaleo, seminario con Enzo Carli, Euro Rotelli. Per la prima volta a Taranto il Nikon Day al Mudi. Voglio sperimentare questa nuova formula per Taranto e estenderla alle altre province.
La fotografia costituisce una disciplina complessa che, più che mai, ha bisogno di un profilo tecnico molto alto per essere esercitata con cognizione. Ma è anche uno dei campi in cui il dilettantismo spadroneggia a danno della professionalità.
Mi da fastidio ripetermi, ma il digitale ha massificato la fotografia abbassando il livello culturale non solo di chi scatta ma anche di chi osserva. I “produttori di immagini” sono diventati un esercito che sta soffocando i fotografi. Una volta si diceva che la differenza tra un fotografo professionista e un fotoamatore era la partita iva, riconoscendo al fotoamatore una grande preparazione culturale. Oggi le categorie sono purtroppo aumentate, oltre il professionista e il fotoamatore c’è lo scattino che è il produttore di immagini seriale, il cacciatore di like e, come ho detto prima, i produttori di immagini. Sono tutte categorie rispettabili se rimangono nel divertimento personale; se invece si pretende di pensare di essere fotografi, allora le questioni cambiano. Tutto diventa alquanto complesso perché “prendere” una fotografia è ben diverso dal far fare rumore alla fotocamera. A Taranto c’è un gran fermento, ma sono pochi quelli che si possono considerare fotografi; ma non glielo diciamo altrimenti poi risultiamo antipatici. Moltissimi di questi dovrebbero ricordare o meglio conoscere, una bellissima frase di Giacomelli, grande artista fotografo italiano: fare fotografia è semplice, basta avere qualcosa da dire. Vi aspetto tutti a Fotoarte, il più grande festival diffuso nel meridione.
FotoArte torna in una versione per molti aspetti inedita, ma che conserva – e amplifica – il fascino di una manifestazione che da oltre dieci anni costituisce un’eccellenza sul territorio tarantino grazie all’azione propulsiva del Circolo Fotografico “Il Castello”, una realtà oramai consolidata in città (e non solo) che ad oggi conta 60 iscritti. UN successo assicurato dalla competenza propria delle figure che organizzano la manifestazione, segno che la professionalità paga sempre ed è un’incredibile risorsa per questa città che, troppo spesso, vive di dilettantismo e travisamento del senso della cultura.
Non perdetevi dunque FotoArte 2015!
Per info: www.fotoartepuglia.it
La pagina Facebook dell’evento: https://www.facebook.com/events/1602741733339661/
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